Lo tsunami Ruby apre
falle nell'esecutivo. Nel frattempo, le nuove rivelazioni del Fatto
svelano versamenti del presidente del Consiglio alla ex meteorina
Alessandra Sorrcinelli solo pochi giorni fa, con il Rubygate in pieno
svolgimento
(leggi l'articolo di Marco Lillo). Non solo: dalle
perquisizioni fatte dalla polizia negli appartamenti di via Olgettina sono
saltate fuori fotografie definite "molto interessanti". Silvio Berlusconi
resta fermo sulla sua posizione: niente dimissioni. Il Carroccio, intanto,
avverte: federalismo in sette giorni oppure ognuno per la propria strada.
Il senatur, infatti, annusa il rischio di una difesa a oltranza del
Cavaliere. Si vedrà. Nel frattempo gli scossoni al governo non arrivano
solo dai festini ad Arcore e dal presunto giro di prostituzione. Nel
pomeriggio, la Cassazione ha confermato la condanna all'ex governatore
della Regione Sicilia(articolo e video). Sette anni per aver favorito Cosa
nostra. Poche ore fa Salvatore Cuffaro ha varcato i cancelli di Rebibbia.
Insomma, si respira l'aria di Tangentopoli. E così nella ricca Brianza
(articolo e video) la gente scende in piazza e al grido di
"ladri ladri" contesta Stefania Craxi mentre inaugura una piazza
intitolata a suo padre
22/01/2011 Intitolano una piazza a Craxi, a Lissone è protesta come nel ’92 all’hotel Raphael (http://www.ilfattoquotidiano.it)
Stefania Craxi non è riuscita a
tagliare il nastro assieme al vicesindaco del Pdl. Centinaia di persone hanno
sventolato denaro al grido di "ladri, ladri". La cerimonia così si è trasferita
all'interno di un teatro
Tal padre, tale figlia. Più o meno 18 anni dopo le monetine all’uscita
dell’hotel Raphael contro Bettino Craxi, stessa sorte è
toccata alla figlia Stefania. L’occasione era stata voluta fortemente dal
vicesindaco Pdl Gabriele Volpe, ex socialista e “subita”
dalla Lega nord locale che non si è mai opposta nonostante in quegli anni sia
stata in prima fila nel contestare l’ex leader del Garofano morto latitante in
Tunisia.
L’inaugurazione di piazza Craxi a Lissone si è trasformata in una
riedizione delle proteste targate Tangentopoli. Stesso copione, stessa fuga a
gambe levate e identiche urla. Un fitto lancio di monetine, pernacchie, fischi
e un assordante “ladri, ladri” ha accolto la figlia di Bettino Craxi che è
anche sottosegretario agli Esteri, impedendole di tagliare il nastro di una
piazza intitolata al padre in una cittadina governata dal Carroccio da 15
anni.
Un’autentica rivolta. Stefania Craxi scortata da ingenti
forze di polizia è stata costretta ad interrompere il discorso e a trasferirsi
in un teatro tra le urla della folla composta sì da esponenti della sinistra
locale, dell’Idv, ma anche da cittadini senza etichette politiche. Improvviso
cambio di programma per le proteste di 400 persone hanno fatto infatti saltare
la prima parte dell’evento, previsto proprio nella piazza che porterà il nome
dell’ex leader socialista. I contestatori hanno replicato le proteste degli
anni di Tangentopoli con tanto di lancio di monetine e “vergogna” urlati a
squarciagola e senza interruzione.
In piazza anche qualche tafferuglio tra ex socialisti e contestatori sedato a
fatica dai carabinieri. Il gruppo di socialisti, guidati dalla figlia di Craxi,
Stefania e dal vicesindaco di Lissone Gabriele Volpe, si è quindi spostato
celermente, scortato dalle forze dell’ordine, nel vicino Palazzo Terragni dove
era in programma la seconda parte della giornata. Numerose le bandiere
dell’Italia dei Valori nella parte di piazza che ha protestato (era presente
anche il blogger Piero Ricca) e i cartelli contro Craxi. “Non
mi fanno né caldo né freddo – ha commentato Stefania Craxi – . Non hanno
l’autorità morale, politica e grammaticale per esprimersi su mio padre. Le
due targhe che danno il nome di Bettino Craxi a una piazza del centro di
Lissone, comune della Brianza leghista, sono state modificate con un cartello
che intitola così lo spazio all’ex capo dello Stato Sandro Pertini
“presidente degli Italiani”. Il cambio del nome è avvenuto pochi minuti dopo
la prevista inaugurazione della piazza Bettino Craxi. Su uno dei muri dei
palazzi vicini è comparsa anche la scritta “ladro” a caratteri cubitali.
Intanto i contestatori si sono ritrovati davanti a Palazzo Terragni, dove si
era spostata in fretta e furia la cerimonia, per contestare i presenti
all’evento, ormai terminato. I fedelissimi di Craxi alla chetichella sono
usciti dall’edificio scortati dai carabinieri per evitare ulteriori disordini.
Le proteste sono state bollate come “polemicuzze” dall’ex sindaco socialista
di Milano Paolo Pillitteri, che ha poi aggiunto: “Conta solo
cosa rappresenta la figura di Craxi, una persona che è nella storia. Tutto il
resto sono solo polemicuzze”. Non dello stesso parere i contestatori che hanno
continuato ad urlare slogan contro Craxi lasciando dopo un’ora la piazza
centrale della città. (tm)