29/01/2011 Santoro: “Il 13 febbraio manifestazione davanti al tribunale di Milano” (http://www.ilfattoquotidiano.it)
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L'appello alla mobilitazione è
firmato da Michele Santoro, Barbara Spinelli e Marco Travaglio
Segnatevi questa data, 13 febbraio. Milano torna a fare la Capitale
morale. Senza bandiere né simboli di partito, davanti al Tribunale che indaga
su Silvio Berlusconi, Lele Mora,
Emilio Fede e Nicole Minetti: tutti in piazza per
difendere l’indipendenza della magistratura, della libertà d’espressione e dei
valori fondamentali della Costituzione nata dalla Resistenza. L’appello è
firmato da Michele Santoro, Barbara Spinelli
e Marco Travaglio. Ma l’obiettivo è riportare in piazza
l’indignazione dei cittadini, far uscire dalla cappa mediatica dei tg la
stanchezza per gli attacchi quotidiani contro i giudici e i giornalisti con la
schiena dritta. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, vorrebbe
riprovarci proprio quel giorno, domenica 13, con una manifestazione in piazza
Duomo in difesa del governo. La sua tesi, tristemente nota, è che la
magistratura stia tentando un colpo di Stato per far cadere la maggioranza di
centrodestra. Come nel 2002. Era gennaio, il 12, quando il procuratore
generale di Milano Francesco Saverio Borrelli, durante
l’inaugurazione dell’anno giudiziario, denunciava l’arroganza delle “riforme
annunciate”, “gli intenti punitivi” del governo – anche allora a Palazzo Chigi
sedeva Berlusconi – contro la magistratura. E concludeva con parole che
sembrano scritte ieri: “Ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà
generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del
diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della
collettività ‘resistere, resistere, resistere’ come su una irrinunciabile
linea del Piave”. Il primo girotondo arrivò due settimane dopo. Le stesse che
mancano all’appuntamento di “resistenza” del 13. Questa volta, la goccia che
ha fatto traboccare il vaso è la vicenda Annozero.
E anche nel 2002, insieme ai giudici,
nel
mirino di Berlusconi erano finiti i giornalisti: “L’uso che Biagi… Come si
chiama quell’altro? Santoro… Ma l’altro? Luttazzi, hanno fatto della
televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io
credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non
permettere più che questo avvenga”. Secondo Articolo21, l’associazione in
difesa della libera informazione, la piazza di Berlusconi ha lo stesso
obiettivo di sempre: “Colpire a morte i poteri di controllo, imbavagliare la
magistratura e quello che resta della libera stampa, oscurare la pubblica
opinione affinché nulla sappia, consentire a uno solo di rivolgersi al paese
attraverso le sue videocassette, senza domande, senza contraddittorio alcuno,
senza diritto alla replica per gli aggrediti e gli insultati”. Anche per il
leader Idv, Antonio Di Pietro, c’è bisogno “di una grande manifestazione
popolare che dica no a tutto questo”.
In verità, nemmeno del centrodestra sono tutti convinti che l’idea di scendere
in piazza abbia ancora un senso. Il rischio di trovarsi il deserto attorno, lo
valuta più di qualcuno. Per questo tra le ipotesi alternative che circolano in
queste ore c’è anche quella di raccogliere delle firme o di allestire dei
gazebi in varie città. La prova del bagno di folla, per esempio, non convince
il ministro Ignazio La Russa: “Stavamo e stiamo considerando l’ipotesi –
confessa alle agenzie – che non prevedeva comunque piazza Duomo, ma quella
alle sue spalle, dove abbiamo fatto già la scorsa manifestazione, e alla quale
avrebbe potuto telefonare il presidente Berlusconi”. Prende le distanze anche
il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: “Si sta esaminando questa
eventualità, che deve essere poi decisa definitivamente dalle strutture del
partito”. Futuro e Libertà arriva a sostenere che l’ostinazione di Berlusconi
sia sintomo del fatto che “è costretto a rincorrerci”: i finiani, infatti, lo
stesso giorno sono a Milano per la loro assemblea costituente. Quel giorno si
“rischia l’ingorgo” sintetizza un’Ansa: in piazza, a Roma, anche il Popolo
Viola, mentre in tutte le città si troveranno le donne – da Francesca
Comencini a Giulia Bongiorno, da Anna Finocchiaro a Susanna Camusso – in
difesa della dignità femminile. Sarà un ingorgo, meglio di quelli del traffico
con cui ci distraggono i tg.