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01/02/2011 Un premier in cortocircuito (http://www.ilfattoquotidiano.it)

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Nel pomeriggio una nota del Pdl annuncia: "Manifestazione contro i giudici". Ma dopo pochi minuti arriva la marcia indietro di Bonaiuti: "Banale equivoco". Bagarre nel Pdl, Ferrara attacca: "Comunicato criminale". E sul caso Ruby Barbareschi dice: "Ci sono foto fatte da professionisti"

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La migliore sintesi del pasticcio mediatico che sta travolgendo il Pdl è nelle parole di Giuliano Ferrara, uno dei più ascoltati consiglieri del premier: “Un comunicato politicamente criminale, che ha rischiato di dirottare nel grottesco l’iniziativa politica di Berlusconi”. Il riferimento è tutto per una nota ufficiale del partito uscita nel pomeriggio: “Il presidente ha incaricato Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla di predisporre un piano di iniziative e mobilitazioni a sostegno dell’attività di governo e a difesa del premier dalle aggressioni mediatico-giudiziarie”. Passano pochi minuti e arriva la secca smentita di Paolo Bonaiuti: “Per un banale equivoco è stata attribuita al presidente la decisione di incaricare alcuni dirigenti del Pdl per un piano di iniziative e di mobilitazione. Non c’è stata invece nessuna decisione in merito”. Alla fine, sotto accusa finiscono Brambilla e Santanchè, le quali però, è noto, non muovono foglia che Silvio non voglia. Intanto il sempre meno finiano Barbareschi spiega il perché di tanto nervosismo. Dopo avere incontrato Berlusconi ad Arcore, è ospite del programma radiofonico La Zanzara e dice: "Nell’inchiesta su Ruby ci sono delle foto fatte in casa di Berlusconi con strumenti professionali usati per lo spionaggio”. Non è vero. Se le foto esistono davvero, sono state estratte dai computer sequestrati alle ragazze di Via Olgettina. Ma la dichiarazione serve a capire due cose. Il premier è terrorizzato dall'esistenza di eventuali immagini e per questo sta già preparando le contromisure. Se gli scatti ci sono e se mai diventeranno pubblici, lui farà la vittima

Fini: “Di questo passo Berlusconi se la prenderà con gli alieni” (ER, http://www.ilfattoquotidiano.it)

Il presidente della Camera durante una cena di Fli: "Non si può sempre addossare la responsabilità ai comunisti, ai giornalisti, ai magistrati, agli alleati che non hanno capito"

“Chi è eletto per governare non può sentirsi un sovrano al di sopra delle leggi e quando è chiamato a rispondere del suo operato deve presentarsi davanti a coloro che, Costituzione alla mano, sono deputati a farlo nelle aule dei Tribunali. Non ci si può difendere dai processi ma nei processi”. Esordisce con queste parole il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, parlando a una cena di Fli in corso a Torino. Il leader di Futuro e Libertà chiama direttamente in causa il suo rivale: “Non si capisce come Berlusconi che ha inventato la definizione di teatrino della politica non si accorga che è diventato uno dei protagonisti principali del teatrino della politica”.

“Il governo deve governare e dire con chiarezza ciò che si può fare e ciò che non si può fare – continua il presidente della Camera - Continuando di questo passo, se la prenderà con gli alieni”. “Se si è convinti che la democrazia è rispetto della sovranità popolare e soprattutto delle istituzioni – aggiunge Fini – non si può accantonare la questione come un complotto dei nemici. Gli italiani hanno capito che non si può sempre addossare la responsabilità ai comunisti, ai giornalisti, ai magistrati, agli alleati che non hanno capito, a coloro che avrebbero tradito, ha chiosato il leader di Fli.

Citando il film “Qualunquemente’‘ che ha come protagonista Antonio Albanese nei panni di Cetto La Qualunque, Fini afferma: ”Il successo del film sta nel fatto che in apparenza è una finzione, ma è anche la fotocopia della realtà”. Perché, secondo il presidente, in Italia e non solo nella finzione della Calabria di Cetto, non esiste meritocrazia:  “Mi ero ripromesso di non polemizzare perché quello che c’è sui giornali basta e avanza, ma è drammatica finzione o realtà se nello stesso momento in cui si parla di meritocrazia, in cui si dice scegliamo i ragazzi più bravi, si dice che chi vale alla fine ottiene si garantisce l’elezione nel listino bloccato a chi non sembra che abbia grandi meriti se non una certa presenza fisica e una certa predisposizione a fare cose che non hanno nulla a che spartire con la politica?”.

”I problemi non si risolvono con la bacchetta magica: vogliamo un centrodestra che smetta di raccontare favole ai bambini e che dica agli italiani che bisogna bere delle medicine amare”. “Noi – ha concluso – non ci sentiamo offesi se la politica è il tentativo di garantire l’interesse generale”.

01/02/2011 Alfano: “Processo breve di nuovo alla Camera” (ER, http://www.ilfattoquotidiano.it)

Il ministro della Giustizia risponde ai cronisti a margine di una conferenza al Parlamento europeo: "La grande riforma si farà in questa legislatura"

L’iter legislativo del ‘processo breve’ è stato rimesso in marcia con una “ricalendarizzazione” alla Camera. Lo ha confermato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. “Il tema – ha detto Alfano rispondendo ai cronisti durante una conferenza stampa tenuta al Parlamento europeo a Bruxelles – non è mai stato cancellato dall’agenda politica della nostra coalizione e anche pronunciamenti recenti della Corte di Strasburgo richiamano l’Italia a un’accelerazione dei processi”. “Ribadisco quanto ho sempre detto – ha aggiunto il ministro – e cioè che a determinare un veemente dibattito nella politica italiana non è il tema, che viene sviluppato per l’intero arco del disegno di legge, di un processo che abbia una sua conclusione certa in tempi ragionevoli, quanto l’impatto di un’eventuale norma transitoria. Ovvero la sua applicazione ai processi in corso”.

‘Quanto alla “grande riforma della giustizia”, Alfano è sicura che si possa fare in questa legislatura. ”La riforma della giustizia – ha specificato il Guardasigilli- si compone di varie parti. Noi abbiamo già varato il più grande sistema di contrasto alla criminalità organizzata approvando delle norme che ci vengono invidiate a livello europeo. Abbiamo approvato una riforma del processo civile che ha prodotto una grande, grandissima risultanza, e cioè che dopo circa 30 anni di aumento delle pendenze dei processi civili quest’anno si è invertito il segno. Siamo al segno meno: è calato del 4 per cento”. Definiti questi due passaggi come “un altro grande tassello di questa riforma”, Alfano ha ricordato che l’informatizzazione del sistema giudiziario “è andata avanti” ed ha affermato che “abbiamo avuto dei rallentamenti” sul processo penale “perchè avevamo presentato un progetto di riforma al Senato che ancora è in fase di ritardata trattazione per le vicende politiche che sono note a tutti”.

Sullo sviluppo complessivo del disegno di legge, Alfano ha affermato che “non ci sono enormi contrasti, tant’è che numerosi ddl della sinistra italiana andavano in quella direzione, magari con dettagli diversi ma con la stessa sostanza”. Sul “senso e la pregnanza della norma transitoria”, che potrebbe di fatto bloccare ad esempio il processo Mills contro Silvio Berlusconi, “la decisione che è stata assunta a livello di Commissione – ha detto Alfano – è quella di ricalendarizzare e quella sarà la sede nella quale si entrerà nel merito e si parlerà di questo argomento”.

Intanto, in commissione Giustizia alla Camera slitta la riunione dell’ufficio di presidenza nella quale, secondo alcune indiscrezioni, il Pdl dovrebbe chiedere la calendarizzazione del provvedimento sul processo breve già licenziato dal Senato. In realtà, secondo quanto si apprende, la maggioranza potrebbe chiedere di rimettere all’ordine del giorno il testo anche la prossima settimana. Cioè dopo che sarà stato calendarizzato per l’Aula.
A far slittare la riunione sarebbero state la discussione e le votazioni andate un po’ per le lunghe (e non ancora concluse) di un altro provvedimento: quello sull’ inapplicabilità del giudizio abbreviato per i delitti puniti con la pena dell’ergastolo.

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