Nel pomeriggio una nota del Pdl annuncia: "Manifestazione contro i giudici".
Ma dopo pochi minuti arriva la marcia indietro di Bonaiuti: "Banale
equivoco". Bagarre nel Pdl, Ferrara attacca: "Comunicato criminale". E sul
caso Ruby Barbareschi dice: "Ci sono foto fatte da professionisti"
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La migliore sintesi del
pasticcio mediatico che sta travolgendo il Pdl è nelle parole di Giuliano
Ferrara, uno dei più ascoltati consiglieri del premier: “Un comunicato
politicamente criminale, che ha rischiato di dirottare nel grottesco
l’iniziativa politica di Berlusconi”. Il riferimento è tutto per una nota
ufficiale del partito uscita nel pomeriggio: “Il presidente ha
incaricato Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla di predisporre un
piano di iniziative e mobilitazioni a sostegno dell’attività di governo e a
difesa del premier dalle aggressioni mediatico-giudiziarie”. Passano pochi
minuti e arriva la secca smentita di Paolo Bonaiuti: “Per un banale equivoco è
stata attribuita al presidente la decisione di incaricare alcuni dirigenti del
Pdl per un piano di iniziative e di mobilitazione. Non c’è stata invece
nessuna decisione in merito”. Alla fine, sotto accusa finiscono Brambilla e
Santanchè, le quali però, è noto, non muovono foglia che Silvio non voglia.
Intanto il sempre meno finiano Barbareschi spiega il perché di tanto
nervosismo. Dopo avere incontrato Berlusconi ad Arcore, è ospite del programma
radiofonico La Zanzara e dice: "Nell’inchiesta su Ruby ci sono delle foto
fatte in casa di Berlusconi con strumenti professionali usati per lo
spionaggio”. Non è vero. Se le foto esistono davvero, sono state estratte dai
computer sequestrati alle ragazze di Via Olgettina. Ma la dichiarazione serve
a capire due cose. Il premier è terrorizzato dall'esistenza di eventuali
immagini e per questo sta già preparando le contromisure. Se gli scatti ci
sono e se mai diventeranno pubblici, lui farà la vittima
Fini: “Di questo passo Berlusconi se la prenderà con gli alieni” (ER, http://www.ilfattoquotidiano.it)
Il presidente della Camera
durante una cena di Fli: "Non si può sempre addossare la responsabilità ai
comunisti, ai giornalisti, ai magistrati, agli alleati che non hanno capito"
“Chi è eletto per governare non può sentirsi un sovrano al di sopra delle
leggi e quando è chiamato a rispondere del suo operato deve presentarsi
davanti a coloro che, Costituzione alla mano, sono deputati a farlo nelle aule
dei Tribunali. Non ci si può difendere dai processi ma nei processi”.
Esordisce con queste parole il Presidente della Camera, Gianfranco
Fini, parlando a una cena di Fli in corso a Torino. Il leader di
Futuro e Libertà chiama direttamente in causa il suo rivale: “Non si capisce
come Berlusconi che ha inventato la definizione di teatrino della politica non
si accorga che è diventato uno dei protagonisti principali del teatrino della
politica”.
“Il governo deve governare e dire con chiarezza ciò che si può fare e ciò che
non si può fare – continua il presidente della Camera - Continuando di questo
passo, se la prenderà con gli alieni”. “Se si è convinti che la democrazia è
rispetto della sovranità popolare e soprattutto delle istituzioni – aggiunge
Fini – non si può accantonare la questione come un complotto dei nemici. Gli
italiani hanno capito che non si può sempre addossare la responsabilità ai
comunisti, ai giornalisti, ai magistrati, agli alleati che non hanno capito, a
coloro che avrebbero tradito, ha chiosato il leader di Fli.
Citando il film “Qualunquemente’‘ che ha come protagonista
Antonio Albanese nei panni di Cetto La Qualunque, Fini afferma: ”Il
successo del film sta nel fatto che in apparenza è una finzione, ma è anche la
fotocopia della realtà”. Perché, secondo il presidente, in Italia e non solo
nella finzione della Calabria di Cetto, non esiste meritocrazia: “Mi ero
ripromesso di non polemizzare perché quello che c’è sui giornali basta e
avanza, ma è drammatica finzione o realtà se nello stesso momento in cui si
parla di meritocrazia, in cui si dice scegliamo i ragazzi più bravi, si dice
che chi vale alla fine ottiene si garantisce l’elezione nel listino bloccato a
chi non sembra che abbia grandi meriti se non una certa presenza fisica e una
certa predisposizione a fare cose che non hanno nulla a che spartire con la
politica?”.
”I problemi non si risolvono con la bacchetta magica: vogliamo un centrodestra
che smetta di raccontare favole ai bambini e che dica agli italiani che
bisogna bere delle medicine amare”. “Noi – ha concluso – non ci sentiamo
offesi se la politica è il tentativo di garantire l’interesse generale”.
01/02/2011 Alfano: “Processo breve di nuovo alla Camera”
(ER, http://www.ilfattoquotidiano.it)
Il ministro della Giustizia risponde ai cronisti a margine di una conferenza al Parlamento europeo: "La grande riforma si farà in questa legislatura"
L’iter legislativo del ‘processo breve’ è stato rimesso in
marcia con una “ricalendarizzazione” alla Camera. Lo ha confermato il ministro
della Giustizia, Angelino Alfano. “Il tema – ha detto Alfano
rispondendo ai cronisti durante una conferenza stampa tenuta al Parlamento
europeo a Bruxelles – non è mai stato cancellato dall’agenda politica della
nostra coalizione e anche pronunciamenti recenti della Corte di Strasburgo
richiamano l’Italia a un’accelerazione dei processi”. “Ribadisco quanto ho
sempre detto – ha aggiunto il ministro – e cioè che a determinare un veemente
dibattito nella politica italiana non è il tema, che viene sviluppato per
l’intero arco del disegno di legge, di un processo che abbia una sua
conclusione certa in tempi ragionevoli, quanto l’impatto di un’eventuale norma
transitoria. Ovvero la sua applicazione ai processi in corso”.
‘Quanto alla “grande riforma della giustizia”, Alfano è sicura che si possa
fare in questa legislatura. ”La riforma della giustizia – ha specificato il
Guardasigilli- si compone di varie parti. Noi abbiamo già varato il più grande
sistema di contrasto alla criminalità organizzata approvando delle norme che
ci vengono invidiate a livello europeo. Abbiamo approvato una riforma del
processo civile che ha prodotto una grande, grandissima risultanza, e cioè che
dopo circa 30 anni di aumento delle pendenze dei processi civili quest’anno si
è invertito il segno. Siamo al segno meno: è calato del 4 per cento”. Definiti
questi due passaggi come “un altro grande tassello di questa riforma”, Alfano
ha ricordato che l’informatizzazione del sistema giudiziario
“è andata avanti” ed ha affermato che “abbiamo avuto dei rallentamenti” sul
processo penale “perchè avevamo presentato un progetto di riforma al Senato
che ancora è in fase di ritardata trattazione per le vicende politiche che
sono note a tutti”.
Sullo sviluppo complessivo del disegno di legge, Alfano ha affermato che “non
ci sono enormi contrasti, tant’è che numerosi ddl della sinistra italiana
andavano in quella direzione, magari con dettagli diversi ma con la stessa
sostanza”. Sul “senso e la pregnanza della norma transitoria”, che potrebbe di
fatto bloccare ad esempio il processo Mills contro Silvio
Berlusconi, “la decisione che è stata assunta a livello di Commissione – ha
detto Alfano – è quella di ricalendarizzare e quella sarà la sede nella quale
si entrerà nel merito e si parlerà di questo argomento”.
Intanto, in commissione Giustizia alla Camera slitta la riunione dell’ufficio
di presidenza nella quale, secondo alcune indiscrezioni, il Pdl dovrebbe
chiedere la calendarizzazione del provvedimento sul processo breve già
licenziato dal Senato. In realtà, secondo quanto si apprende, la maggioranza
potrebbe chiedere di rimettere all’ordine del giorno il testo anche la
prossima settimana. Cioè dopo che sarà stato calendarizzato per l’Aula.
A far slittare la riunione sarebbero state la discussione e le votazioni
andate un po’ per le lunghe (e non ancora concluse) di un altro provvedimento:
quello sull’ inapplicabilità del giudizio abbreviato per i delitti puniti con
la pena dell’ergastolo.
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