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06/02/2011 Iris Berardi, un’altra minorenne ad Arcore. I pm: “Sono in corso accertamenti” (http://www.ilfattoquotidiano.it)
I pm di Milano che indagano sul caso Ruby hanno svolto
accertamenti anche sulla presenza di un’altra minorenne, la
brasiliana Iris Berardi, presente alle feste di
Arcore quando ancora non aveva compiuto 18 anni. La procura potrebbe
inserire agli atti anche questo secondo caso, mentre il procuratore
di Milano Edmondo Bruti Liberati dice che la
richiesta di giudizio immediato per il premier non avverrà oggi.
Intanto si muove anche la procura di Napoli dopo le dichiarazioni di
Fabrizio Corona che in un’intervista a “Il
Mattino” e nella trasmissione “Domenica cinque” ha
parlato di foto del presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi che la camorra cercherebbe di vendere, ma che
sarebbero “taroccate”. Foto nelle quali, secondo Corona, il premier
sarebbe ritratto nudo. Implicitamente il paparazzo lascia intendere
che sarebbe in atto un tentativo di “grande ricatto” nei confronti
di Silvio Berlusconi.
IRIS BERARDI – Gli accertamenti potrebbero portare
anche a una nuova contestazione per Silvio Berlusconi, già indagato
per prostituzione minorile per i suoi presunti rapporti con Ruby e
per concussione. Gli investigatori avrebbero accertato la presenza
di Iris Berardi
in due feste ad Arcore, nel maggio del 2009 e nella notte tra il 12
e il 13 dicembre dello stesso anno, quando era ancora minorenne.
L’esame dei cellulari della ragazza segnala che il suo telefonino
aggancia la cella di Arcore nella notte precedente al ferimento del
premier da parte di Massimo Tartaglia, avvenuta appunto nella serata
del 13 dicembre 2009. “Stiamo lavorando su questo episodio”, si
limitano a dire in Procura, lasciando intendere che potrebbero
esserci sorprese nel capo d’imputazione in fase di elaborazione in
queste ore.
Inoltre, risulterebbe la sua presenza anche a Villa Certosa nel
novembre del 2009. Oggi gli inquirenti hanno ribadito che sul punto
sono stati svolti accertamenti e valutazioni e dunque è possibile
che ci sia anche una nuova contestazione per il premier.
SARA TOMMASI - L’inchiesta dei pm napoletani Marco
Del Gaudio e Antonello Ardituro su un traffico di cocaina e su un
commercio di valuta falsa ha incrociato Fabrizio Corona e Sara
Tommasi, una delle ragazze delle feste di Berlusconi che nel
capoluogo campano viene ingaggiata per serate a luci rosse da uno
dei falsari, amico di Corona. Personaggio chiave dell’indagine
sarebbe V.S. soprannominato “Bartolo”. E’ lui l’amico di Sara e
Fabrizio. Alla showgirl gli inquirenti avrebbero intercettato sms
indirizzati a Silvio Berlusconi, il quale non avrebbe risposto.
Bartolo svolgerebbe anche il ruolo di procacciatore di clienti per
Sara tommasi, garantendosi una percentuale molto alta: fino a mille
euro a cliente.
NOEMI LETIZIA & CO. – Le feste ad Arcore e a Villa
Certosa si intrecciano con gli scenari napoletani. C’è Noemi
Letizia, all’epoca minorenne, che frequentava Silvio Berlusconi (gli
investigatori campani hanno trovato tracce di versamenti di 20mila
euro solo nel 2010 da parte del premier per anna Palumbo, la mamma
di Noemi). E c’è Roberta Oronzo, anch’essa minorenne, che accompagnò
Noemi in Sardegna tra Natale del 2008 e la Befana del 2009.Il
fratello di Roberta, Vincenzo, avrebbe messo in giro la voce di
essere in possesso di foto compromettenti.
GIUDIZIO IMMEDIATO – ”E’ nostro interesse chiudere
prima possibile anche se non avverrà oggi”. Queste le parole del
procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati in relazione
alla richiesta di giudizio immediato nei confronti del premier
Silvio Berlusconi, indagato per il caso Ruby, che verrà inoltrata
nei prossimi giorni. Per la procura di Milano tutti i giorni sono
utili per inviare al gip la richiesta di giudizio immediato per il
presidente del Consiglio. L’intenzione è comunque “farlo il prima
possibile”, nonostante non ci siano scadenze,perché Silvio
Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati il 21
dicembre scorso, e secondo il codice, i pm milanesi hanno tempo tre
mesi per procedere. Motivo dello slittamento, l’ingente mole di
documenti ancora da fotocopiare e la stesura degli indici. Ancora da
sciogliere la riserva sulla questione strettamente giuridica se
inviare o meno la richiesta per un solo reato o per entrambi. Il
procuratore ha spiegato infatti che “la concorrenza di due riti
speciali”, che in questo caso sarebbero l’immediato per la
concussione e la citazione diretta da parte del pm per la
prostituzione minorile, “è un tema inesplorato”. Comunque se si
dovessero separare i due reati, per uno, la concussione, la
richiesta di processo immediato viene inviata al gip; per l’altro,
la prostituzione minorile, gli inquirenti chiuderanno le indagini
con il deposito degli atti, attenderanno i venti giorni previsti dal
codice in cui l’indagato può farsi interrogare e rinvieranno
direttamente a giudizio davanti al tribunale. “Si tratta di due
procedure – ha chiarito Bruti – che hanno incongruenze oggettive”, e
per questo in procura si sta valutando attentamente la questione.
Iris Berardi, dalla povertà ai concorsi di bellezza. Poi l’incontro con Lele Mora (http://www.ilfattoquotidiano.it)
Quando Iris Berardi saluta i genitori ha 16 anni.
Lascia la casa di via dell’Appennino, a Forlì, 80 metri quadrati di
una palazzina popolare dove vivono tre famiglie, il padre, la nonna,
una zia con due figli e un lavoro precario da 600 euro al mese, col
nulla: ha qualche fascia da miss e poche decine di euro in tasca.
Lascia la scuola, l’istituto alberghiero frequentato per un anno e
mezzo, e fugge via. Forse non sa ancora che il suo corpo, messo
all’asta, può valere migliaia di euro. I “manager”, si fa per dire,
che bazzicano attorno ai concorsi di bellezza ai quali partecipa le
dicono che è bella. Ma lei passa le giornate allo specchio a
contemplare quelli che secondo lei sono i suoi difetti, vorrebbe i
capelli più chiari, la pelle più liscia, le gambe più lunghe. Ha 16
anni, è uscita dall’età adolescenziale un istante fa, ragiona come
tante sue amiche, quelle che i tacchi si rubano di nascosto alla
mamma per andare in discoteca, ma prima di rientrare a casa si
infilano di nuovo le scarpe da ginnastica e non accendono la luce
perché è tardi.
Lei non ha una mamma, la donna che l’ha partorita è stata a Forlì
solo pochi mesi: sono arrivate insieme il 17 novembre del 2003, come
si legge negli atti della questura, ma poi è tornata subito a casa,
in Brasile, mollando il suo uomo e la figlia di 9 anni. Il suo punto
di riferimento diventa Beatrice, la nuova compagna
del padre, la donna che cercherà di crescerla sotto un tetto
sgangherato, con i sentimenti che col tempo si frantumano come un
puzzle. Quello che le dicono è che è bella. Questo sa. “A Milano le
agenzie di moda farebbero carte false per avere una ragazza come te
in scuderia”, le dice Dario Mora, detto Lele, che
la vede per la prima volta nel febbraio del 2009, al Carnevale di
Cento. Iris gli crede. “Quello è un personaggio famoso, non parla a
vanvera”, confida all’amica del cuore. Sale su un treno e le pare di
ritrovare l’aria. Via da quella casa dove ti passano gli aerei sopra
la testa. Se ne va. Il salto precedente era stato qualche balletto
sui cubi di una discoteca sui colli bolognesi, in una discoteca
famosa, e a Rimini, nei locali della Riviera, dove anche lì fa la
ragazza immagine. Ma anche a Rimini, come a Bologna, non ci passa
molto tempo. Il suo obiettivo è Milano. “E’ lì che sognava di
vivere”, dicono gli amici, “nella città dello shopping e, diceva
lei, nel posto dove se vuoi ce la puoi fare. Non sappiamo con chi
sia partita. Ci ha detto che andava, ma era un discorso che aveva
già fatto altre cento volte, nessuno di noi le credeva”.
A Forlì la scuola l’aveva già lasciata dopo un tentativo
all’alberghiero e la consapevolezza che quella non fosse la sua
strada. Si cerca un lavoro e, bella com’è, lo trova subito in un bar
di via delle Torri, a Forlì. Ancora più in vista, ancora
complimenti. Lei nel frattempo va a vivere in un appartamento del
centro con un’amica, barista anche lei, e si fidanza con un
ingegnere forlivese. Un bravo ragazzo. Forse anche troppo bravo per
riuscire a tenersela accanto e farla ragionare. Quando nella
primavera del 2009 sale sul treno si lascia alle spalle una famiglia
troppo numerosa e una casa stretta. Anche i familiari la
incoraggiano, sarà mai che non diventi una modella famosa per
davvero. Ma appena arriva a Milano capisce che indossatrici ce ne
sono anche troppe e la strada non è poi così semplice come quando la
sognava appoggiata al davanzale della finestra di casa sua.
E anche quel Lele Mora non l’ha raccontata giusta. Non sappiamo come
dalle agenzie che si occupano di moda e di servizio hostess per le
fiere, Gicox, Olimpo Eventi, Go Go Staff, si finisca a prostituirsi.
Non lo fa come tante altre ragazze attraverso siti internet, per lei
funziona il passaparola. Tra le intercettazioni della procura di
Milano ce n’è una che appare inequivocabile: Iris parla con un
potenziale cliente che ha avuto il numero da una persona e che le ha
parlato di quello che può avere. I due si mettono d’accordo sulla
cifra. La persona che la contatta vuole spendere 500 euro, lei ne
vuole di più, almeno 800.
Da quella telefonata si capisce che Iris non è più quella del bar di
via delle Torri e dei concorsi di bellezza, del Motor Show come
hostess e di Miss My Special Car Show. Sa quello che dice e quello
che vuole. Anche perché sulla sua strada ha già trovato due signori
che di le hanno aperto gli occhi. Uno si chiama Lele, appunto,
l’altro è Silvio Berlusconi. Così la ragazza è diventata adulta e le
sue serata ad Arcore, nella discoteca del premier, sono sempre più
frequenti. Quando torna a Forlì, all’inizio una volta ogni quindici
giorni, poi sempre più raramente, è cambiata. Parla di book
fotografici, ma soprattutto di soldi. “Sono entrata nel giro giusto,
guadagno 7000 euro al mese”. Una parte finiscono nelle tasche di
quella famiglia troppo numerosa, i nonni, gli zii, tutti nello
stesso appartamento (sul campanello di casa ci sono quattro
cognomi), il resto sono per lei. Quando torna a casa, prima ogni
quindici giorni, poi sempre più raramente, racconta di Milano, delle
persone importanti che conosce, dell’ambiente della moda.
Ma sempre più di soldi e personaggi famosi che non di passerelle.
“Lei non diceva niente”, dicono oggi gli amici, “ma noi avevamo
capito qual era il suo vero lavoro, avevamo capito che era finita in
un giro poco raccomandabile. Troppi soldi, vestiti, gioielli, scarpe
di Prada e borse di Gucci, auto nuove, una Peugeot cabrio super
accessoriata, incluso il navigatore satellitare e il dvd. Era sempre
più bella, ma non ce la raccontava tutta. Facevamo finta di
crederle, poveretta, ma avevamo capito bene che faceva
l’accompagnatrice per persone facoltose. Anche perché era lei che ci
parlava sempre di incontri e conoscenze, mai un riferimento chiaro
al suo lavoro ufficiale, la moda. E poi le presunte pubblicità che
facevava non ce le ha mai fatte vedere”. E così, quando il suo nome
finisce sui giornali insieme alle ragazze di via dell’Olgettina,
nessuno riesce a stupirsi più di tanto. “Maneggiava troppi soldi”,
dice Sofia, una delle sue più care amiche lasciate a Forlì. “Negli
ultimi tempi quando si arrivava al dunque ero io che cambiavo
argomento, la cosa non mi faceva stare bene, era pur sempre una
ragazza con la quale sono cresciuta. Probabilmente, chiacchierona
com’è mi avrebbe detto molto di più, ma non ho mai voluto sapere
nulla su quella vita parallela”.
A differenza delle altre, però, Iris, quando scoppia il trambusto,
sparisce, non si fa più vedere. Non risponde alle telefonate dei
giornalisti. Per qualche giorno il cellulare è spento. Poi la sua
scheda Tim, 345, viene addirittura disattivata. Non è in via dell’Olgettina
né a Forlì, dove non ha più nessuno. Papi (Silvio Berlusconi) ha
chiuso del tutto i rubinetti. In parte lo aveva già fatto, gli
incontri erano sempre meno frequenti. Tanto che Iris scrive una
lettera a Berlusconi (agli atti del pm Bocassini) dove si raccomanda
per avere un lavoro “e non tornare a prostituirsi per il primo
arrivato”. Ma ora è il blackout, qualcuno le ha consigliato di
sparire per un po’. Iris non è Ruby. I magistrati sanno che la sera
tra il 12 e il 13 dicembre 2009, il giorno prima che Berlusconi
venisse ferito da una statuetta lanciata al premier da Massimo
Tartaglia, Iris era ad Arcore. Ed era minorenne.
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