09/02/2011 Ruby, la procura: “Rito immediato per entrambi i reati contestati a Berlusconi”
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La richiesta di rito immediato per Silvio Berlusconi che
verrà avanzata domani dai pm milanesi riguarderà entrambi i reati contestati
al premier: concussione e prostituzione minorile.
A sciogliere ogni dubbio, la comunicazione del procuratore di Milano
Edmondo Bruti Liberati, che ha reso noto di avere stralciato la
posizione di Berlusconi rispetto a quelle degli altri indagati, aprendo un
fascicolo autonomo per le accuse che lo riguardano. Ma per gli scandali
sessuali e le vicende giudiziarie del premier non è questa l’unica notizia
di giornata: il settimanale Oggi annuncia che esistono foto e video
dell’allora minorenne Noemi Letizia nelle residenze romane del presidente
del Consiglio. E poi c’è il processo Mills. Oggi il consiglio giudiziario, a
seguito del venir meno del legittimo impedimento continuativo, ha deciso
che il processo Mills (in cui il premier è imputato per corruzione in atti
giudiziari) riprenderà il prossimo 11 marzo a Milano. L’onorevole avvocato
del premier Niccolò Ghedini parte all’attacco: lasciando
Palazzo Grazioli, risponde a ilfattoquotidiano.it che gli chiede se si
aspettasse la richiesta di rito immediato per il presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi e, riferito ai pm di Milano dice: “Me l’aspettavo, perché
violano le norme della Costituzione”.
RITO IMMEDIATO PER ENTRAMBI I REATI: La posizione di
Silvio Berlusconi nell’ambito dell’indagine milanese sul caso Ruby è stata
separata da quelle dei coindagati (Lele Mora, Emilio Fede, Micole Minetti e
altre due persone) in vista della richiesta di giudizio immediato che la
Procura inoltrerà al gip domani. “In vista delle ulteriori determinazioni
relative all’esercizio dell’azione penale, si è proceduto allo stralcio e
alla formazione di un autonomo fascicolo processuale con il numero 5657/2011
nei confronti di Silvio Berlusconi”, ha scritto oggi Bruti Liberati. Nei
giorni scorsi, i magistrati hanno a lungo dibattuto sull’opportunità di
chiedere l’immediato solo per la concussione. Alla fine, invece, sembra aver
prevalso la linea di tenere insieme le accuse a carico del premier,
confidando nel fatto che il reato più grave, quello della concussione,
“attrae” quello meno grave. Sarà il gip Cristina Di Censo a valutare se la
soluzione scelta dai pm milanesi può portare al processo per Berlusconi in
relazione a tutte e due i presunti reati. Al momento il premier risulta
indagato, per la concussione e per la prostituzione minorile solo in
relazione a Ruby. Gli accertamenti su Iris Berardi, che ha passato una notte
ad Arcore tra il 12 e il 13 dicembre scorso, quando era ancora minorenne,
sono quindi ancora in corso.
MILLS: Riprenderà il prossimo 11 marzo aMilano il processo
Mills a carico del premier Silvio Berlusconi, imputato di corruzione in atti
giudiziari. Il processo era stato sospeso lo scorso aprile dopo l’invio
degli atti alla Consulta in relazione all’eccezione di illegittimità
costituzionale della legge sul legittimo impedimento. Oggi il Consiglio
giudiziario ha dato parere favorevole all’applicazione del giudice
Francesca Vitale, presidente del collegio, ora trasferita in Corte
d’appello.
NOEMI: Ci sono delle foto e dei video di Noemi
Letizia, ancora minorenne, nelle abitazioni del presidente del
Consiglio a Roma e in Sardegna. Lo rivela il settimanale Oggi,
spiegando che scatti e riprese sono fra il materiale in mano a
Vincenzo Oronzo, fratello di Roberta, la giovane che fu ospite del
premier a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa assieme alla giovane di Casoria. “In
una foto, Berlusconi in abito e camicia scura sorride tra Noemi Letizia e
l’amica Roberta Oronzo”, scrive il settimanale in un’anticipazione del
numero in edicola domani, precisando che la foto “sarebbe stata scattata a
Villa Certosa in occasione del Capodanno 2009, quando le due ragazze erano
minorenni”. Secondo Oggi, poi, ci sarebbero anche due video girati a Villa
Certosa (in uno Noemi balla scatenata da sola su un palco) e quattro girati
a Palazzo Grazioli (in uno Noemi apre un armadio pieno di giacche da uomo).
09/02/2011 Maurizio Paniz, onorevole avvocato Pdl pronto a rischiare la difesa “impossibile” di B. (http://www.ilfattoquotidiano.it)
Ne è passato di tempo da quando Maurizio Paniz si
consumava le scarpe al piano terra del palazzo di giustizia di Belluno, la sua
città. Fresco di laurea, doveva farsi largo tra quelli che in quel Foro
avevano fatto il processo per il Vajont, una medaglia d’oro a vita, e quelli
come lui che invece l’avevano sbucciato per un pelo. Così gli toccava
raccogliere le briciole e i clienti che i principi di quel Foro rifiutavano.
Ma anche quell’inizio lo seppe monetizzare. Raccontava che i migliori erano i
nomadi perché, quando si presentavano in studio, portavano denaro in contante.
“Lo faccia uscire dal carcere avvocato, non mi importa di quanto spendo”.
Così, dal gradino più basso, oggi Paniz punta decisamente al cliente che tutti
gli avvocati sognano: Silvio Berlusconi. Non è ipocrita
l’uomo, non lo nega. E dice di stimare i colleghi che già lo difendono.
Intanto ha rilanciato il processo breve come la madre di tutte le soluzioni,
subito accolta dal premier. In più l’avvocato bellunese ha in Fabrizio
Cicchitto uno sponsor di tutto rispetto: da quando è esploso lo
scandalo Ruby più di una volta Cicchitto ha raccomandato al premier Paniz come
legale per tirarlo fuori dal pasticcio delle minorenni di Arcore. Nel penale –
dicono i suoi colleghi parlamentari – Maurizio è un fuoriclasse, ha fatto
assolvere quello che tutta Italia, compresi gli inquirenti, aveva additato
come Unabomber”, quell’Elvo Zornitta, travolto dalla vicenda del bombarolo del
Nord Est che Paniz riabilitò estraendo dal cilindro una clamorosa prova
d’innocenza e costringendo la procura a ritirare tutte le accuse.
Non è un caso che sempre Cicchitto abbia fatto parlare proprio Paniz in
Parlamento quando è stata negata l’autorizzazione a procedere per la
perquisizione dell’ufficio di Giuseppe Spinelli, il
ragioniere di Berlusconi. E la motivazione politica si è trasformata in
un’arringa senza precedenti, una difesa a spada tratta, costi quel che costi,
della posizione del premier.
Paniz è stato violentissimo quel giorno nell’attaccare la Procura di Milano,
accusandola di aver impegnato «150 uomini» e speso «1 milione di euro» per
«spiare» Berlusconi e di aver agito con «scientifica puntualità» e con un
«chiaro intento politico». Insiste nel dire che il premier telefonò in
questura «non per esercitare pressioni» ma «nella convinzione che Ruby fosse
nipote di un capo di Stato». Esclude che siano stati commessi dei reati e
conclude: «Noi abbiamo inasprito le pene contro la prostituzione, ma non siamo
noi ad essere andati a patti con la mafia».
Un discorso poco politico, ma che un suo effetto l’ha avuto, almeno
sull’opinione pubblica. D’altronde Paniz di codice ne sa e non tira fuori la
storia del “pistolino fumante” come Feltri e Belpietro, ma parte da molto più
lontano: “Il premier credeva che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Io so
perfettamente che una decina, quindicina di giorni prima della telefonata alla
Questura di Milano del 27 maggio, Berlusconi ha incontrato Mubarak con altre
personalità. E in quell’occasione ha scherzato sulla vicenda di Ruby. Dunque,
pensava davvero che Ruby fosse una parente. Ci sono le deposizioni di ministri
che erano presenti, quella dell’interprete, di uomini dello staff. Lo dicono
le carte”.
Una strategia difensiva che anche lo stesso Niccolò Ghedini
aveva abbandonato, ma che Paniz ha tirato fuori dal cilindro: d’altronde il
processo si gioca lì, nelle fasi iniziali del grande pasticcio. E Paniz, che
ormai parla da avvocato di Berlusconi, senza aver ancora ricevuto il mandato,
arriva a scommettere la sua reputazione che l’accusa si troverà di fronte a
carte senza nessuna rilevanza: “Non scommetto mai a caso”, ha detto in
un’intervista al dorso veneto del Corriere della Sera, “e anche
questa volta mi sento di affermare che Berlusconi è una vittima, finirà
assolto come Unabomber. Io non ho mai partecipato alle cene di Arcore, solo
alle riunioni politiche a palazzo Grazioli, ma posso dire che il premier è una
persona di cuore: due giorni fa l’ho visto aiutare una suora, e non era una
ventenne né una bellezza prorompente”. Inoltre è sempre Paniz che nei
giorni scorsi ha convinto i colleghi a rilanciare l’offensiva sul processo
breve, capitolo che Ghedini in questo momento aveva accantonato e che
per questo si è preso un memorabile cazziatone dal presidente datore di
lavoro.
Insomma, il concetto è: bravissimi Ghedini e Longo, ma se ci fosse uno spazio
per me saprei come fare a togliere dai guai il presidente. Lo sa bene che il
salto di qualità oggi lo può fare se entra in quel collegio difensivo, dalla
politica ha avuto e dalla professione anche. Un’esposizione mediatica di quel
tipo vorrebbe dire una pensione d’oro: “Non diciamo fesserie”, dice lui, “sono
uno dei primi contribuenti in Parlamento, non ho bisogno dei soldi di
Berlusconi”.
In questo Paniz ha ragione. Dalla fine degli anni Settanta, quando ha iniziato
a praticare la professione a Belluno, di strada ne ha fatta, ma i suoi
detrattori dicono che sono proprio i soldi, insieme alle donne e ai motori, la
sua passione. A Belluno è stimato e riverito, nonostante una pletora di
nemici, soprattutto suoi colleghi. Alto, occhi azzurri, una calvizie
francescana precoce e la barba sottile, al mestiere si è sempre dato con
passione. memorabili in aula i suoi confronti-scontri con il pretore di
Cortina Aniello Lamonica, uno di quelli che negli anni
Ottanta venivano definiti pretori d’assalto, serio, rigidissimo, tutto d’un
pezzo, capace di portare a processo pezzi grossi della criminalità che
cercavano (in realtà ci riuscirono anche) di mettere le mani sui patrimoni
immobiliari a Cortina per riciclare denaro sporco. Lamonica, temutissimo in
aula, con Paniz riusciva a essere meno severo che con gli altri avvocati. E
probabilmente perché lo stimava.
Nel 2001 Paniz decide di fare il salto e riempire a Belluno col Pdl lo spazio
lasciato libero da una Lega Nord divisa e impegnata in guerre di potere e
campanile. Paniz capisce che è il momento giusto e sale sull’aereo per
Montecitorio. Nel 2008, per la prima volta, il suo nome balza agli onori della
cronaca: con un milione e 274 mila euro è il quinto deputato più ricco del
parlamento. E da subito si guadagna l’appellativo di Berlusconi delle
Dolomiti. Nel tempo libero scia, ma la domenica, cascasse il mondo, è allo
stadio Olimpico di Torino a vedere la Juventus (è anche presidente del club
juventino a Montecitorio) seduto accanto agli Elkann e gli Agnelli. Meglio la
salvezza del governo o lo scudetto alla Juve? “La seconda ipotesi è alquanto
improbabile”, risponde negli ultimi tempi. Dunque Berlusconi. Ma lo vuole
difendere lei? “Sono già ricco”. Certo, può essere. Anche se, onestamente,
nessuno gli crede.
09/02/2011 Vertice Pdl sulla giustizia a Palazzo Grazioli. Tre indagati e la moglie di Vespa (http://www.ilfattoquotidiano.it)
C’è la giustizia da riformare. Il processo breve da portare a casa. Il caso
Ruby da dribblare in ogni modo. Ed ecco che nelle residenza romana di
Berlusconi si materializza la moglie di Bruno Vespa, come
hanno potuto filmare in esclusiva le telecamere de
ilfattoquotidiano.it. Carte e codici sotto braccio, Augusta
Iannini, magistrato ecapo del Dipartimento per gli
affari di giustizia del ministero, ha varcato i cancelli di
palazzo Grazioli nel pomeriggio poco prima delle 17,00. E ha partecipato a un
vertice del Pdl durante il quale si è discusso delle strategie da adottare per
fermare le inchieste della procura di Milano. Al termine della riunione, uno
dei partecipanti, l’onorevole-avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini,
ha attaccato a testa bassa: “I pm violano la Carta costituzionale”.
Quando la Iannini è arrivata a palazzo Grazioli erano già arrivati Ghedini, il
suo collega Piero Longo e il ministro della Giustizia
Angelino Alfano. Le agenzie avevano già battuto la notizia che domani
la procura di Milano chiederà il ritto immediato per il Cavaliere accusato di
prostituzione minorile e concussione. E nella residenza romana del premier
erano pure accorsi Denis Verdini e Nicola Cosentino.
Due indagati. Anzi meglio un indagato (Verdini) e un imputato (Cosentino) per
concorso in associazione camorristica. Il coordinatore nazionale del Pdl è,
invece, coinvolto nelle inchieste sulla cricca e sulla nuova P2 per concorso
in corruzione (appalti del G8 della Maddalena), e violazione della legge
Anselmi sulle associazioni segrete. In realtà il numero dei
partecipanti al vertice di partito sotto inchiesta, contando Berlusconi sale a
tre. Il presidente del Consiglio è coinvolto in tre diversi processi che, da
domani, potrebbero diventare quattro. Così a palazzo Grazioli si è parlato di
riforma della giustizia. Anche perché, con la Lega, lunedì notte il premier ha
stretto un patto: leggi che azzerino le inchieste in cambio dell’approvazione
del federalismo.
In mattinata Berlusconi aveva visto i ministri Giulio Tremonti
e Paolo Romani. Poi, nel primo pomeriggio, erano arrivati il
ministro del Welfare Maurizio Sacconi e quello delle
politiche regionali Raffaele Fitto. Lui, imputato in due
procedimenti rispettivamente per peculato, corruzione, abuso d’ufficio e
illecito finanziamento ai partiti in uno, e concorso in turbativa d’asta e di
interesse privato nell’altro, se ne era però andato prima che arrivasse la
moglie di Bruno Vespa. E nella residenza romana del premier, dopo qualche ora,
era entrato Gaetano Pecorella, il terzo
avvocato-parlamentare. Ma a quel punto, Augusta Iannini non c’era più.
Insomma, l’atmosfera è quella da ultima spiaggia. Il premier, in grande
difficoltà per il caso Bunga bunga, le sta provando tutte. Tanto che il
deputato Giorgio Stracquadanio ha rilanciato l’offensiva
chiedendo ad Alfano di inviare ispettori alla procura di Milano. “Mi avvarrò –
scrive sul giornale online il Predellino - degli strumenti di sindacato
ispettivo, nella speranza che possa fugare i dubbi sul comportamento di
magistrati che non sembrano agire secondo le regole e che per primi
delegittimano l’ordine giudiziario visto che non vogliono che ad occuparsi di
questa vicenda siano i loro colleghi di altri tribunali”. E per farlo ha
tirato in ballo un giornalista de il Fatto quotidiano
Antonella Mascali che ieri sera all’Infedele di Gad
Lerner aveva semplicemente spiegato quello che oggi si è verificato,
ovvero il modo con cui i pm hanno stralciato la posizione di Berlusconi
unificando i due reati in un unico fascicolo, convinti che quello più grave
(la concussione per cui vale l’immediato) si porti dietro il meno grave
(prostituzione dove non vale il rito immediato). Ma Stracquadanio ha parlato
di “trucco procedurale” svelato dal cronista. Di nuovo gli ispettori, dunque.
Come 15 anni fa, quando il ministro della Giustizia Roberto Castelli
inviò ispettori ai magistrati di Milano titolare dell’inchiesta “Toghe
sporche”. Ma il presidente del Consiglio tira dritto e in serata annuncia
furibondo: “E’ lo scontro finale, mi difenderò in ogni luogo”.