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21/11/2006 Vitnam tutti promossi (Carlo Benedetti, http://www.altrenotizie.org)

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    Gli americani, un tempo dall’altra parte della barricata, scendono ad Hanoi, stabiliscono un contatto con la dirigenza del paese “nemico” e firmano un protocollo che apre alla Russia la strada per l'ingresso nel Wto. I russi arrivano nella capitale vietnamita: incassano un buon risultato sulla via del rafforzamento economico a livello internazionale e rilanciano, nello stesso tempo, contatti ed accordi con un paese come la Cina. I vietnamiti, padroni di casa e già membri del Wto, approfittano della grande occasione (il Vertice dell'Apec, Asia-Pacific Economic Cooperation, con i leader dei 21 Paesi membri) e ottengono la liberalizzazione degli scambi mondiali. E nello stesso tempo un’investitura di grande valore perché Hanoi è elevata al rango di capitale di una diplomazia destinata a disegnare nuovi confini alla geopolitica. Questo, in sintesi, il risultato ottenuto in un Vietnam dove tutti - a livello di diplomazia ed economia - hanno registrato le loro vittorie.

    Ma procediamo con ordine cercando di ripercorrere l’intensa settimana che ha caratterizzato la scena asiatica. C’è subito da rilevare che l’arrivo di Bush in terra vietnamita segna un passo in avanti sulla strada della distensione e dell’ulteriore riordinamento dell’assetto economico della regione. Perché il vertice ha anche un significato politico-diplomatico dal momento che Bush è il secondo Presidente degli Usa a visitare il Vietnam nel dopoguerra: a trent’anni cioè da quel tragico conflitto che sconvolse il mondo del continente asiatico e creò una frattura tra l’occidente e l’oriente. “Ora - ha detto un Bush impantanato nella guerra contro l’Iraq - la riconciliazione è possibile e si possono superare le difficoltà del passato”. Nessun pentimento, comunque, per quanto fatto contro il Vietnam e nessuna parola sui crimini che sta commettendo in Iraq. Si è solo diffuso su temi generali arrivando ad affermare che “la storia è un lungo cammino e che le società cambiano così come le relazioni possono mutare costantemente per il meglio”. Una sorta di ulteriore avvertimento alla società irachena: per ora combattiamo, poi si vedrà…Quanto ai risultati economici, comunque, il bagaglio della settimana vietnamita è notevole.

    RUSSIA. La Russia (Putin a braccetto con Bush e il presidente cinese Hu Jintao) registra l’incasso maggiore. C’è l’accordo sul Wto che sancisce la piena integrazione del Cremlino nell'economia globale. Ed è un punto questo - lo ricorda la rappresentante americana per il commercio Susan Schwab - che riguarda gli interessi comuni di Mosca e di Washington. E analoga valutazione viene dal ministro russo per l'Economia ed il Commercio German Gref. E’ lui a parlare di ''pietra miliare'' nel cammino della Russia post-sovietica. Ma è anche vero che il processo non può dirsi concluso, in quanto ogni accordo firmato dall'amministrazione Bush deve essere sottoposto all'approvazione del Congresso che di recente ha assunto posizioni piuttosto protezioniste. Comunque vadano le cose resta il fatto che il via libera degli Stati Uniti all'entrata della Russia nel Wto è anche e soprattutto una questione di prestigio per Putin, il cui mandato scade a fine 2008. L'accordo raggiunto è così considerato come un segnale di fiducia allo sviluppo dell'economia nazionale.

    I russi hanno alle spalle un altro accordo raggiunto con gli americani, nel mese scorso, relativo ad un piano bilaterale di cooperazione militare per il 2007. A nome di due paesi lo hanno fatto il Capo dello stato Maggiore delle Forze Armate della Russia, generale Jurij Baluevskij e il Presidente del Comitato Unificato dei capi degli Stati Maggiori delle Forze Armate degli Usa, generale Piter Peis. Il documento siglato prevede delle attività che i militari intendono svolgere in varie forme su una base bilaterale. In particolare la lotta contro il terrorismo, l’individuazione di eventuali armi di distruzione di massa e la lotta contro il commercio clandestino di droga. I militari della Russia e degli Usa hanno trovato un’intesa anche per eventuali “operazioni di pace congiunte”.

    Mosca, comunque, ha voluto sottolineare anche le divergenze. In molti commenti autorizzati dal Cremlino si evidenzia la preoccupazione per l’ampliamento della Nato e per i piani di creazione di basi del sistema di difesa antimissile degli Usa in una serie di paesi dell’Europa Orientale.

    “DOHA ROUND”. Il Vertice dell'Apec ha sancito il rilancio del “Doha Round”, il negoziato per la liberalizzazione degli scambi mondiali. Ed è stata approvata, in tale contesto, anche la decisione di ''esplorare l'idea di un'area di libero scambio (Fta) tra Asia e Pacifico'' come ''obiettivo a lungo termine''. Tutto questo potrebbe significare anche che si sta avviando una sorta di sfida dell'Apec all'Unione europea.

    COREA DEL NORD. Bush - ad Hanoi - ha insistito per tenere alta la guardia dell'Asia contro la Corea del Nord colpevole di essersi dotata dell'atomica. E in questa sua frenetica attività di condanna contro Pyongyang non è però riuscito a convincere la Corea del Sud ad applicare a pieno le sanzioni dell'Onu. Ha insistito, comunque, sulla "forte preoccupazione" per i programmi nucleari nordcoreani. E lo ha fatto ricordando che a metà dicembre si dovrebbero svolgere dei negoziati a Sei: le due Coree, Usa, Giappone, Cina e Russia. E alla posizione di Bush si è affiancata quella di Steve Hadley, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, il quale ha dichiarato che quando la Corea del Nord tornerà al tavolo delle trattative, "non potrà venire a fare delle chiacchiere" e a cercare di "guadagnare tempo", ma dovrà essere pronta a "passi concreti" verso l'attuazione dell'accordo che i Sei avevano raggiunto nel settembre 2005, prima che Pyongyang abbandonasse i negoziati, oltre un anno fa.
    Hadley non ha precisato quali sono i "passi concreti" attesi, ma ha fatto notare che Bush e i suoi interlocutori, specie il premier giapponese Shinzo Abe, sono d'accordo sul fatto che la Corea del Nord deve essere messa all’angolo: “scegliere" che cosa fare.

    COREA DEL SUD. Sempre ad Hanoi, Bush ha dovuto registrare momenti di difficoltà. Non è riuscito, ad esempio, a convincere il presidente sudcoreano Roh (uno degli artefici della cosiddetta diplomazia del sorriso verso Pyongyang) ad attuare integralmente le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 dell'Onu e anche la Proliferation Security Initiative (Psi), che prevede l'intercettazione di navi da carico provenienti dalla Corea del Nord per accertare che esse non trasportino combustibili o tecnologie nucleari. E qualche Paese, come la Malaysia, critica l'accento sui temi della sicurezza a un Vertice essenzialmente economico come quello dell'Apec. La parte americana, comunque, cerca di glissare sulle difficoltà che si incontrano con i coreani del Sud. Tanto che il portavoce della Casa Bianca Tony Snow, ha voluto qualificare l'incontro tra i due leader come "molto costruttivo", aggiungendo che Bush "capisce" i problemi di politica interna che Roh può avere. Hadley, addirittura, ha giudicato "positivo" l'atteggiamento sud-coreano: Seul - ha spiegato - deve rispettare gli accordi con Pyongyang per la circumnavigazione della penisola.

    INDIA. In margine al vertice dell’Apec c’è infine da ricordare che a Washington il Senato degli Stati Uniti ha approvato un accordo di cooperazione nuclea¬re in campo civile con l'India, che sancisce una relazione strategica tra i due Paesi. Si tratta di un documento che consentirà a Nuova Delhi (che non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione nucleare) di accedere alla tecnologia nucleare civile, per lungo tempo negata. In cambio l'India porrà sotto regime di sicurezza globale i suoi reattori. Bush ad Hanoi ha accolto la notizia rilevando che questa nuova situazione porterà l’India "nella corrente principale della non-proliferazione" nucleare.

    Sin qui l’agenda dell’Apec. Putin, intanto, torna a Mosca certo di aver incassato buoni risultati. E’ nel Wto, il Vietnam gli è amico, la Corea del Nord non lo ha visto come un “nemico”. Resta l’incognita americana. Bush, che è in grandi difficoltà sa di dover contare su un rapporto distensivo con Mosca. E tutti e due i presidenti sanno che sono alle porte importanti elezioni. E’ il momento di preparare le valigie.


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