Gli americani, un tempo dall’altra parte della
barricata, scendono ad Hanoi, stabiliscono un contatto con
la dirigenza del paese “nemico” e firmano un protocollo
che apre alla Russia la strada per l'ingresso nel Wto. I
russi arrivano nella capitale vietnamita: incassano un
buon risultato sulla via del rafforzamento economico a
livello internazionale e rilanciano, nello stesso tempo,
contatti ed accordi con un paese come la Cina. I
vietnamiti, padroni di casa e già membri del Wto,
approfittano della grande occasione (il Vertice dell'Apec,
Asia-Pacific Economic Cooperation, con i leader dei 21
Paesi membri) e ottengono la liberalizzazione degli scambi
mondiali. E nello stesso tempo un’investitura di grande
valore perché Hanoi è elevata al rango di capitale di una
diplomazia destinata a disegnare nuovi confini alla
geopolitica. Questo, in sintesi, il risultato ottenuto in
un Vietnam dove tutti - a livello di diplomazia ed
economia - hanno registrato le loro vittorie.
Ma procediamo con ordine cercando di ripercorrere
l’intensa settimana che ha caratterizzato la scena
asiatica. C’è subito da rilevare che l’arrivo di Bush in
terra vietnamita segna un passo in avanti sulla strada
della distensione e dell’ulteriore riordinamento
dell’assetto economico della regione. Perché il vertice ha
anche un significato politico-diplomatico dal momento che
Bush è il secondo Presidente degli Usa a visitare il
Vietnam nel dopoguerra: a trent’anni cioè da quel tragico
conflitto che sconvolse il mondo del continente asiatico e
creò una frattura tra l’occidente e l’oriente. “Ora - ha
detto un Bush impantanato nella guerra contro l’Iraq - la
riconciliazione è possibile e si possono superare le
difficoltà del passato”. Nessun pentimento, comunque, per
quanto fatto contro il Vietnam e nessuna parola sui
crimini che sta commettendo in Iraq. Si è solo diffuso su
temi generali arrivando ad affermare che “la storia è un
lungo cammino e che le società cambiano così come le
relazioni possono mutare costantemente per il meglio”. Una
sorta di ulteriore avvertimento alla società irachena: per
ora combattiamo, poi si vedrà…Quanto ai risultati
economici, comunque, il bagaglio della settimana
vietnamita è notevole.
RUSSIA. La Russia (Putin a braccetto con Bush e il
presidente cinese Hu Jintao) registra l’incasso maggiore.
C’è l’accordo sul Wto che sancisce la piena integrazione
del Cremlino nell'economia globale. Ed è un punto questo -
lo ricorda la rappresentante americana per il commercio
Susan Schwab - che riguarda gli interessi comuni di Mosca
e di Washington. E analoga valutazione viene dal ministro
russo per l'Economia ed il Commercio German Gref. E’ lui a
parlare di ''pietra miliare'' nel cammino della Russia
post-sovietica. Ma è anche vero che il processo non può
dirsi concluso, in quanto ogni accordo firmato
dall'amministrazione Bush deve essere sottoposto
all'approvazione del Congresso che di recente ha assunto
posizioni piuttosto protezioniste. Comunque vadano le cose
resta il fatto che il via libera degli Stati Uniti
all'entrata della Russia nel Wto è anche e soprattutto una
questione di prestigio per Putin, il cui mandato scade a
fine 2008. L'accordo raggiunto è così considerato come un
segnale di fiducia allo sviluppo dell'economia nazionale.
I russi hanno alle spalle un altro accordo raggiunto
con gli americani, nel mese scorso, relativo ad un piano
bilaterale di cooperazione militare per il 2007. A nome di
due paesi lo hanno fatto il Capo dello stato Maggiore
delle Forze Armate della Russia, generale Jurij Baluevskij
e il Presidente del Comitato Unificato dei capi degli
Stati Maggiori delle Forze Armate degli Usa, generale
Piter Peis. Il documento siglato prevede delle attività
che i militari intendono svolgere in varie forme su una
base bilaterale. In particolare la lotta contro il
terrorismo, l’individuazione di eventuali armi di
distruzione di massa e la lotta contro il commercio
clandestino di droga. I militari della Russia e degli Usa
hanno trovato un’intesa anche per eventuali “operazioni di
pace congiunte”.
Mosca, comunque, ha voluto sottolineare anche le
divergenze. In molti commenti autorizzati dal Cremlino si
evidenzia la preoccupazione per l’ampliamento della Nato e
per i piani di creazione di basi del sistema di difesa
antimissile degli Usa in una serie di paesi dell’Europa
Orientale.
“DOHA ROUND”. Il Vertice dell'Apec ha sancito il
rilancio del “Doha Round”, il negoziato per la
liberalizzazione degli scambi mondiali. Ed è stata
approvata, in tale contesto, anche la decisione di
''esplorare l'idea di un'area di libero scambio (Fta) tra
Asia e Pacifico'' come ''obiettivo a lungo termine''.
Tutto questo potrebbe significare anche che si sta
avviando una sorta di sfida dell'Apec all'Unione europea.
COREA DEL NORD. Bush - ad Hanoi - ha insistito per
tenere alta la guardia dell'Asia contro la Corea del Nord
colpevole di essersi dotata dell'atomica. E in questa sua
frenetica attività di condanna contro Pyongyang non è però
riuscito a convincere la Corea del Sud ad applicare a
pieno le sanzioni dell'Onu. Ha insistito, comunque, sulla
"forte preoccupazione" per i programmi nucleari
nordcoreani. E lo ha fatto ricordando che a metà dicembre
si dovrebbero svolgere dei negoziati a Sei: le due Coree,
Usa, Giappone, Cina e Russia. E alla posizione di Bush si
è affiancata quella di Steve Hadley, consigliere per la
sicurezza nazionale della Casa Bianca, il quale ha
dichiarato che quando la Corea del Nord tornerà al tavolo
delle trattative, "non potrà venire a fare delle
chiacchiere" e a cercare di "guadagnare tempo", ma dovrà
essere pronta a "passi concreti" verso l'attuazione
dell'accordo che i Sei avevano raggiunto nel settembre
2005, prima che Pyongyang abbandonasse i negoziati, oltre
un anno fa.
Hadley non ha precisato quali sono i "passi concreti"
attesi, ma ha fatto notare che Bush e i suoi
interlocutori, specie il premier giapponese Shinzo Abe,
sono d'accordo sul fatto che la Corea del Nord deve essere
messa all’angolo: “scegliere" che cosa fare.
COREA DEL SUD. Sempre ad Hanoi, Bush ha dovuto
registrare momenti di difficoltà. Non è riuscito, ad
esempio, a convincere il presidente sudcoreano Roh (uno
degli artefici della cosiddetta diplomazia del sorriso
verso Pyongyang) ad attuare integralmente le sanzioni
previste dalla risoluzione 1718 dell'Onu e anche la
Proliferation Security Initiative (Psi), che prevede
l'intercettazione di navi da carico provenienti dalla
Corea del Nord per accertare che esse non trasportino
combustibili o tecnologie nucleari. E qualche Paese, come
la Malaysia, critica l'accento sui temi della sicurezza a
un Vertice essenzialmente economico come quello dell'Apec.
La parte americana, comunque, cerca di glissare sulle
difficoltà che si incontrano con i coreani del Sud. Tanto
che il portavoce della Casa Bianca Tony Snow, ha voluto
qualificare l'incontro tra i due leader come "molto
costruttivo", aggiungendo che Bush "capisce" i problemi di
politica interna che Roh può avere. Hadley, addirittura,
ha giudicato "positivo" l'atteggiamento sud-coreano: Seul
- ha spiegato - deve rispettare gli accordi con Pyongyang
per la circumnavigazione della penisola.
INDIA. In margine al vertice dell’Apec c’è infine da
ricordare che a Washington il Senato degli Stati Uniti ha
approvato un accordo di cooperazione nuclea¬re in campo
civile con l'India, che sancisce una relazione strategica
tra i due Paesi. Si tratta di un documento che consentirà
a Nuova Delhi (che non ha mai firmato il Trattato di non
proliferazione nucleare) di accedere alla tecnologia
nucleare civile, per lungo tempo negata. In cambio l'India
porrà sotto regime di sicurezza globale i suoi reattori.
Bush ad Hanoi ha accolto la notizia rilevando che questa
nuova situazione porterà l’India "nella corrente
principale della non-proliferazione" nucleare.
Sin qui l’agenda dell’Apec. Putin, intanto, torna a
Mosca certo di aver incassato buoni risultati. E’ nel Wto,
il Vietnam gli è amico, la Corea del Nord non lo ha visto
come un “nemico”. Resta l’incognita americana. Bush, che è
in grandi difficoltà sa di dover contare su un rapporto
distensivo con Mosca. E tutti e due i presidenti sanno che
sono alle porte importanti elezioni. E’ il momento di
preparare le valigie.
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