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10/10/2006 Garante Privacy censura il Servizio sui Parlamentari "drogati" de Le Iene (www.aduc.it)

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    Il servizio de 'Le Iene' sull'uso di droga da parte di parlamentari e' stato bloccato dal garante per la Privacy. La trasmissione del servizio era fissata per questa sera nel programma di Italia 1.
    Raccolta illecita di dati di natura sensibile in quanto attinenti allo stato di salute. Con questa motivazione l'Autorita' garante per la protezione di dati personali ha disposto il blocco dell'uso dei dati personali sulla base dei quali e' stato realizzato il servizio riguardante il test sull'uso di droghe effettuato, all'insaputa degli interessati, su 50 parlamentari, previsto nella puntata di stasera della trasmissione 'Le Iene' di Italia 1.
    Il provvedimento cautelativo dispone, con effetto immediato, 'il blocco dell'ulteriore trattamento, in qualunque forma, di ogni dato di natura personale raccolto e trattato nel caso in esame, consistente in informazioni, immagini e risultanze di test'. Il Garante ha rilevato, anche sulla base di quanto dichiarato dai responsabili della trasmissione riguardo alle modalita' messe in atto per il test, che risultano al momento essere stati effettuati comunque trattamenti illeciti di dati sanitari.
    L'Autorita' ha infatti osservato che le norme sulla privacy risultano violate a prescindere dalla diffusione dei dati attraverso il programma televisivo, poiche' una tale grave violazione dei diritti degli interessati si concretizza gia' al momento della raccolta dei dati. Nel provvedimento, inoltre, l'Autorita' sottolinea che, in particolare per chi svolge l'attivita' giornalistica, risulta allo stato violato il dovere di trattare i dati per scopi espliciti, di rendere note le proprie identita' e lo scopo della raccolta dei dati, e di evitare artifici e comportamenti scorretti.

     

    LE IENE: ABBIAMO SEMPRE RISPETTATO LA PRIVACY DI TUTTI
     


    'Andiamo in onda da dieci anni rispettando la privacy di tutti, perfino dei guaritori filippini e dei ladri di motorini, figuriamoci quella dei deputati': protesta con amarezza Davide Parenti, papa' e autore delle Iene, alla notizia che il Garante della Privacy ha deciso di bloccare il servizio sul test antidroga fatto a sorpresa su 50 deputati.
    'Abbiamo fatto decine di servizi in questi anni cancellando sempre i volti delle persone coinvolte.
    Una delle nostre prime inchieste era sul mercato dei motorini rubati: ebbene, abbiamo trovato un ladro che vendeva un motorino quasi nuovo, ovviamente rubato, e perfino quello aveva il volto schermato. Per non parlare dei guaritori filippini, dal mio unto di vista veri gangster che speculano sul cancro, la paura della morte e la buonafede: neanche loro erano riconoscibili. Potrei continuare con le patenti false e gli infermieri che vendevano i morti alle agenzie di pompe funebri. E per finire con gli esempi, Amedeo Goria che fa le sue avances era stato schermato e la sua voce contraffatta. Poi si e' scoperto, ma non a causa nostra. Ovviamente anche questo servizio era stato costruito senza violare la privacy di nessuno.

     

    COMMENTI
     


    "Se un politico si droga, lo dica, se un'inchiesta svela questa piaga nel palazzo, non ci si arrocchi ma si dica la verita', a meno che il silenzio o l'indignazione voglia coprire un fenomeno ancor piu' grande di quello sin qui svelato".
    L'europarlamentare di Alternativa sociale e segretario nazionale di Azione Sociale, Alessandra Mussolini, commenta cosi' l'inchiesta tv delle "Iene". Mussolini aggiunge: "Ho sotto gli occhi la lunghissima coda di paglia di chi si indigna o minaccia iniziative legali di fronte alla sacrosanta inchiesta delle 'Iene', quando magari ha votato a favore dell'indulto, che ha premiato il pedofilo Luigi Chiatti" e si chiede "dove stavano questi tutori della privacy quando inchieste penali, e non televisive, hanno accertato iniziative di spionaggio contro avversari politici?".
    La segretaria di Azione sociale conclude: "Per dire basta ai falsi moralismi, occorre che il personaggio pubblico rinunci un poco alla propria privacy per dare trasparenza ai propri comportamenti".

    "Io oggi lancio una sfida a le 'Iene' e ad Italia Uno, chiedendo di trasmettere la mia intervista senza camuffare la mia voce o il mio volto. Io non ho niente da nascondere". Franco Grillini (Ds) non ha peli sulla lingua, e parla esplicitamente di droga, in un'intervista a radio radicale: "Ho detto che ne ho fatto uso in passato, ho detto che le mie droghe preferite sono altre, il vino di buona qualita' e il sesso, e che ognuno ha le droghe che preferisce".
    "Ho sempre sostenuto- prosegue il deputato Ds- che in un'ottica liberale e libertaria ogni essere umano deve avere la piena signoria del proprio corpo. Io sono un antiproibizionista- conclude Grillini- e dico a le 'Iene': se avete fatto questo servizio, abbiate ora il coraggio di mandarlo in onda, senza trucchi e senza veli".

    "Rispetto molto il garante, ma chiedo di 'liberare' e 'dissequestrare' le iene. La privacy vale, ma la libertą di informazione vale anche di pił. No alla censura". Lo dichiara Daniele Capezzone, presidente della commissione Attivitą Produttive della Camera e segretario dei Radicali, commentando la decisione del Garante per la Privacy di bloccare la trasmissione del servizio della 'Iene' sul test antidroga effettuato su 50 deputati.

    "Se fossero cittadini normali, quel 34% di 'tossicoparlamentari' rischierebbero il carcere". Lo sostiene Francesco Mosca, segretario nazionale della federazione dei giovani socialisti, in merito al presunto 'scoop' dal programma satirico le 'Iene'.
    Non ci meraviglieremmo, continua il giovane dirigente della Rosa nel pugno, "se lo scoop delle 'Iene' fosse falso, in ogni caso ha svelato ancora una volta l'ipocrisia della politica su un tema fondamentale della societa' italiana".
    I giovani socialisti invitano, quindi, i parlamentari ad una seria riflessione sulla modifica della legge Fini, e a dare una definitiva svolta anti-proibizionista al problema.

    Daniela Santanche' (An), intervistata su Radio Monte Carlo, commentando lo "scoop" sul servizio delle Iene sulla droga in Parlamento, afferma: "trovo che questa cosa sia inaccettabile; stiamo diventando 'Il Grande Fratello'. Fare una cosa del genere a totale insaputa degli interessati equivale a cancellare quello che e' uno stato di diritto. A me poco importa dei risultati perche' - prosegue - penso che questa sia una burla da parte delle Iene: se fosse una cosa vera, mi aspetto che il presidente della Camera Bertinotti non continui in questo silenzio assordante e dica qual e' la sua opinione. Vede, io sono anche una madre e l'idea che possa essere sospettata di fare uso di droga e' un'idea che mi da' profondamente fastidio. In questo caso non si e' rispettata quella che e' la tutela della propria privacy. Io mi farei adesso il test sulla tossicodipendenza, pero' vorrei che qualcuno me lo chiedesse. E poi - conclude - uno su tre non ci credo. A pensare che uno su tre dei miei colleghi e della classe dirigente di questo Paese faccia uso di droghe, io non ci sto".

    'Non abbiamo elementi per appurare la scientificita' del test della trasmissione le Iene condotto su 50 parlamentari della Repubblica. Tuttavia a fronte della gravita' della denuncia che e' stata fatta ed in difesa da ogni possibile dubbio sulla dignita' del Parlamento, il Partito repubblicano chiede al presidente Bertinotti di prendere una iniziativa immediata invitando ogni singolo deputato a presentarsi volontariamente per sottoporsi ad un test sulla tossicodipendenza in maniera da rendere poi pubblici i risultati di detto test'.

    Il responsabile Giustizia dello Sdi Enrico Buemi dichiara di essere pronto 'sin da ora' a sottoporsi a qualsiasi test 'da quello anti-droga a quello anti-alcool e anti-tabagismo', ma punta il dito contro le Iene per il metodo usato 'pur di fare spettacolo'.
    'Sono pronto sin da ora a sottopormi a tutte le verifiche che vogliono - dichiara Buemi - ma devo comunque dire che l' iniziativa presa dalla Iene e' grave. Il prelievo di sostanze biologiche personali puo' avvenire solo previa autorizzazione della magistratura'.
    'Non accetto neanche - prosegue - che venga criminalizzata la classe politica. E che vengano ridicolizzate questioni gravi come questa'.
    Buemi ribadisce quindi che un fenomeno come quello dell'uso e del commercio di stupefacenti non puo' 'essere risolto solo con l'inasprimento delle pene' e critica la finanziaria perche' 'non prevede i necessari investimenti per famiglia e scuola' che sono i settori sui quali 'si deve intervenire per prevenire il fenomeno'.

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