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18/12/2006 Via la Vodafone dalla Comunità Europea I (http://etleboro.blogspot.com/)

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Qual è il vero colpevole delle intercettazioni illegali? In seguito allo scandalo delle intercettazioni illecite che avevano colpito grandi personalità politiche, Vodafone Grecia è stata condannata a pagare una multa per 76 milioni di euro, ossia 500,000 euro per ciascuno dei 106 telefoni messi sotto controllo.

Allora furono  intercettati illegalmente diversi membri del governo, tra cui il Primo Ministro, il Ministero della Difesa Nazionale, il Capo della Polizia, la squadra antiterrorista ed un gran numero di membri di greci di organizzazioni attiviste.

La Vodafone è stato accusata di non aver adeguatamente protetto le proprie reti e di ostruzione della giustizia per aver provocati ostacoli e ritardi nello svolgimento delle indagini al momento in cui le intercettazioni sono state scoperte. Stando alle indagini ufficiali, tra l'agosto 2004 e il Marzo 2005 alcuni hacker, ignoti o appartenenti a qualche agenzia, hanno installato un software illegale riuscendo ad aggirare il sistema di sicurezza dell'IMS (Interception Managment System) dell'Ericsson. A scoprire la manomissione del sistema è stato l'Ing. della Vodafone, Costas Tsalikidis, rivelando che aveva ritrovato delle tracce di un spyware straordinariamente sofisticato all'interno della rete, che trasmetteva informazioni e registrazioni al centralino di un ufficio dell'Agenzia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti e alla stessa ambasciata americana ad Atene. La stampa greca hanno infatti mosso fondati sospetti sugli Agenti Americani e sull'Intelligence Britannica, probabili colpevoli del sabotaggio dei sistemi, tuttavia il Governo, temendo lo scoppio di una vera guerra diplomatica con gli Stati Uniti, ordinò di mettere silenzio su tale voce.
In ogni caso, furono manomesse circa 22 bobine di registrazioni, e gli strumenti di ascolto utilizzati erano sicuramente molto più sofisticati di quanto hanno affermato i responsabili della Vodafone. Secondo Kostas Tsalikidis solamente il personale dell'Ericsson avrebbe potuto installare tali sistemi ed eventualmente attivari su richiesta dell'Intelligence Britannica.
Alle domande della magistratura l'Ericsson ammise che il Sistema di Gestione delle Intercettazioni era stato installato nelle centrali della Vodafone, ma non era mai stato attivato, tuttavia qualcuno è riuscito con un software illegale ad aggirare l'intero sistema di sicurezza, dando origine al più grande bug dei sistemi di comunicazione a livello Internazionale perché si è originato all'interno della società stessa, cosa che non è mai accaduta in passato.
L'Ericsson tenne a tal proposito a chiarire che erano due i tipi di software sotto accusa: il primo, sviluppato da Ericsson, che era stato installato sui cellulari Vodafone ma non era ancora stato attivato, il secondo, di origini ignote, era stato installato illegalmente nel sistema di Vodafone per attivare un software legale ed annullare le tracce del tracciamento.
Vodafone, dal suo canto, ha precisato che non furono mai informati di questa "caratteristica" dei telefoni, contraddicendo la versione di Ericsson che affermò di aver messo a parte di questo la compagnia telefonica.

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