Le foto che ritraggono il portavoce del governo Silvio
Sircana sulla sua auto accanto ad un presunto transessuale -- oggetto di alcune
intercettazioni telefoniche nell'inchiesta su un presunto giro di ricatti a vip
-- sono state pubblicate oggi da diversi quotidiani, dopo che il Garante della
privacy nei giorni scorsi ha bloccato la pubblicazione di foto di natura
sessuale.
Lo stesso portavoce del governo -- che aveva esortato nei
giorni scorsi alla pubblicazione delle immagini -- ha precisato oggi sui
giornali di non sentirsi una vittima dei fotografi, esprimendosi poi contro la
decisione del Garante e difendendo la libertà di stampa. "Esistono a quanto pare
alcune foto che ritraggono una macchina (la mia macchina) che accosta lungo un
viale vicino ad un presunto transessuale e riparte subito dopo con un unico
passeggero . Io", scrive oggi a "La Stampa", che accanto alla sua lettera
pubblica una delle immagini su cui è nato il cosiddetto "caso Sircana".
"Non mi sento minimamente vittima di un fotografo che, indipendentemente dal
fatto che piaccia o meno, faceva semplicemente il suo mestiere. Né sono stato
vittima o oggetto di ricatti, di avvisaglie o minacce di ricatto", ha spiegato
ancora, smentendo poi le voci che sono circolate in questi giorni di sue
dimissioni. "Se di qualcuno sono stato vittima, sono stato vittima
esclusivamente di me stesso". La settimana scorsa, "Il Giornale" diretto da
Maurizio Belpietro è stato l'unico a pubblicare il nome di Sircana, presente in
alcune intercettazioni telefoniche che descrivevano l'esistenza di scatti
fotografici in cui era ritratto in auto accanto ad un transessuale.
La pubblicazione ha dato il via ad un dibattito politico sui limiti alla libertà
di stampa. In molti hanno scritto che le foto non esistevano, fino a quando il
direttore del settimanale "Oggi" ha ammesso di averle acquistate, per decidere
poi di non pubblicarle. Nei giorni scorsi, il garante della privacy ha proibito
la pubblicazione delle foto di natura sessuale di personaggi pubblici. Sircana
nella lettera si è detto turbato dall'avere scoperto a posteriori dell'esistenza
di queste immagini e della circolazione sulla stampa di intercettazioni
telefoniche in cui compariva il suo nome.
Il portavoce del governo però si dice un "convinto e fermo assertore, ma
soprattutto difensore, della libertà di informazione, uno dei pilastri sacri
della democrazia", spiegando così di aver "vissuto con fastidio il fatto che
decisioni prese sull'argomento dalle autorità competenti siano state messe in
relazione con la vicenda che mi ha riguardato".
Secondo Sircana, "non si può impedire alla stampa di fare inchieste, di
raccogliere informazioni, di pubblicare fotografie". "Sta agli operatori del
settore decidere, secondo la loro coscienza, quali siano i limiti da non
superare", ha sottolineato. "Comunque, questo è certo, finire in vicende come
questa fa male, molto male. E so di non essere il solo ad aver sperimentato un
simile trattamento, definito efficacemente dal Presidente Berlusconi come una
'gogna mediatica'", aggiunge nella lettera Sircana.
In una intervista a Rebubblica spiega poi che "non si può crocifiggere una
persona per una sciocchezza del genere. Non si espone alla gogna mediatica un
uomo per una piccola e stupida deviazione di percorso".
Archivio Vallettopoli
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