Tragedia allo stadio di Catania dove un poliziotto è morto
per il lancio di una bomba carta durante gli scontri con i tifosi di Catania e
Palermo, in città per assistere al derby tra le due squadre nell'anticipo della
22esima giornata di campionato di serie A. A perdere la vita è stato l'ispettore
capo Filippo Raciti di 38 anni. Secondo una prima ricostruzione lo scontro
sarebbe avvenuto fuori dallo stadio mentre i tifosi del Palermo entravano al
Massimino.
Le forze dell'ordine si sarebbero frapposte tra gruppi di
ultras, cercando di evitare i disordini. Proprio durante l'intervento dei
poliziotti l'agente è stato ferito al viso dal lancio di una bomba carta. Raciti
è arrivato in fin di vita nell'ospedale Garibaldi, dove le sue condizioni sono
sembrate immediatamente gravi e lì è deceduto, dopo un'agonia di 45 minuti. I
gravissimi episodi di Catania hanno spinto il commissario straordinario della
Figc, Luca Pancalli (nella foto) a decidere lo stop di tutti i campionati. "Ho
disposto lo stop di tutte le attività, il calcio in Italia si ferma. Ora basta,
veramente basta. E' una situazione che non riesco neanche a commentare, perdere
la vita a 38 anni è incredibile", ha detto il commissario straordinario della
Federcalcio.
"Questo non è sport -ha aggiunto-, sono d'accordo con Petrucci e con tutte le
componenti del calcio e abbiamo bloccato tutto". "In questo momento la mia mente
da persona e uomo di sport è confusa -ha proseguito-. Sto vivendo in modo
drammatico, per me è inaccettabile, non trovo nulla di sportivo in quello che
sto vivendo. Qualsiasi altra decisione sarà presa, ma quella di fermare i
campionati era la principale che ritenevo di dover prendere immediatamente".
Pancalli poi ha incontrato i due vicecommissari Gigi Riva e Massimo Coccia, un
vertice che ha visto decidere lo stop anche alle partite delle nazionali
azzurre, sia l'amichevole di quella maggiore mercoledì a Siena contro la
Romania, sia l'amichevole dell'under 21 martedì a Chieti con il Belgio. Sempre
Pancalli ha fatto sapere che verrà convocato per lunedì "un tavolo d'emergenza"
con i ministri Amato e Melandri a Palazzo Chigi per superare una volta per tutte
il problema della violenza nel calcio. "Non basta infatti una giornata di stop -
ha detto il commissario straordinario - I campionati non ricominceranno finché
non si troverà una soluzione".
La decisione della Figc è stata giudicata appropriata e necessaria anche dal
premier, Romano Prodi: "Condivido la scelta della Figc in segno di lutto e come
monito contro la degenerazione del mondo dello sport, e non solo, che si deve
fermare a riflettere". La partita di Catania è stata caratterizzata da scontri
fuori e dentro allo Stadio. Secondo le informazioni le violenze del prima e del
dopo partita hanno provocato circa 80 feriti. Tra questi numerosi agenti di
polizia. I soccorritori hanno portato i colpiti negli ospedali Vittorio Emanuele
e Garibaldi. Nessuno -si è saputo in tarda serata- è in pericolo di vita.
Secondo quanto si apprende da fonti ospedaliere le condizioni più serie sono
quelle di due poliziotti. Uno ricoverato in rianimazione, ma lì non per la
gravità della situazione, piuttosto per potere essere sottoposto a esami
diagnostici, tra i quali la tac.
Un altro agente è invece in osservazione per un trauma cranico subito durante i
disordini, quando è stato investito da uno scooter. Il match era stata
interrotto al 14' del secondo tempo, a causa dei fumogeni lanciati dai tifosi e
terminati sul terreno di gioco. Il denso fumo sul terreno del 'Massimino' ha
costretto l'arbitro Farina a sospendere la gara, poco dopo il vantaggio del
Palermo firmato da Andrea Caracciolo al 5' della ripresa. Poi la partita era
ripresa e il risultato finale ha visto il Palermo imporsi per 2-1. Un dato che
però non ha più alcun significato e che ha lasciato il posto a quello del
bollettino di guerra che è stato stilato dalle autorità. Solo Intorno alle
11.00, dopo circa due ore dalla fine dell'incontro, i tifosi del Palermo e la
squadra rosanero hanno potuto lasciare lo stadio, scortati dalle forze
dell'ordine.
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