Non
era la classica storia natalizia strappalacrime sui
maltrattamenti degli animali, ma quello che si è scoperto
ad Osteria, una frazione nella campagna ravennate, è
qualcosa che può essere etichettato esclusivamente come
aberrazione. Dopo le insistenti denunce degli attivisti di
Animal Liberation e dopo la segnalazione alla Procura da
parte del consigliere regionale leghista Mauro Manfredini,
i Nirda (Nucleo Investigativo per i Reati contro gli
Animali) sono entrati nell’allevamento di pointer inglesi
del dottor Giorgio Guberti, veterinario ottantacinquenne
pluripremiato per i suoi esemplari di cani da caccia. Una
volta dentro, gli uomini della forestale si sono trovati
davanti uno spettacolo abominevole che in molti non hanno
esitato a definire “lager”: oltre 170 cani, tutti in stato
di denutrizione avanzato, quasi tutti con ferite aperte ed
evidenti patologie, erano stipati in gabbiotti fatiscenti
coperti di escrementi e fango. Non si sono trovate né
ciotole per il cibo, né fontanelle o taniche per l’acqua
ma in compenso, attorno al terreno marcescente su cui
poggia l’allevamento “ Del Vento” sono state ritrovate
ossa e interiora animali, molte delle quali identificabili
in resti di cane.
Un vero e proprio campo di concentramento quindi, con
tanto di fosse comuni, in cui i cani venivano abbandonati
a loro stessi in nome della “selezione naturale” - il
concetto introdotto da Charles Darwin secondo cui
solamente i più forti sopravvivono, migliorando così le
caratteristiche genetiche della razza - di cui
l’allevatore ottantenne è un conclamato fan.
Non ne fa affatto un mistero il dottor Guberti che, forte
della stima del Pointer Club Italiano e della
certificazione ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana),
ha sempre difeso i suoi metodi d’allevamento facendo
proseliti tra gli estimatori del cane da caccia che -
verrebbe da dire - essendo cacciatori, non possono non
amare gli animali. Anzi, sui forum dedicati alla caccia e
alla cinofilia sono in molti a stimare e difendere il
veterinario che di secondo lavoro fa il presidente dell’Ascom
di Ravenna, un esempio lo si può trovare sul sito
ilbraccoitaliano.net, in cui l’utente Setterman scrive
“Per me e forse per molti Guberti ha dato una vera svolta
alla razza il dato di fatto è che il 99% dei pointer
esistenti o dei grandi pointer che hanno calcato le più
importanti manifestazioni europee hanno sangue pointer,
per voi questo non dice nulla?”.
Verrebbe da dire che i discorsi sulla “razza pura” e sulla
“discendenza di sangue” suonano un po’ nazisti e che i
metodi dell’allevamento “Del Vento”, oltre ad essere di
per sé abominevoli, non hanno nulla a che fare con la
cinofilia - che letteralmente significa amore per i cani -
di cui si effigiano. Ma si sa, le nostre sono opinioni
faziose.
A smentire i fan di Guberti è stata però la procura di
Ravenna che nel 2003 ha incrimanto il veterinario per
maltrattamento di animali. Poco dopo l’allevatore è stato
assolto con formula piena perché il fatto non sussisteva,
grazie anche alla perizia dell’ex preside della facoltà di
Veterinaria dell’Università di Bologna (Stefano Cinotti),
che dopo aver esaminato gli esemplari del “ Del Vento” non
ha avuto nulla da eccepire né sulla salute dei cani né sui
metodi di allevamento dell’acclamato guru del Pointer.
Insomma, pur sapendo che i cani venivano nutriti - se così
si può dire - due volte al mese, lanciando selvaggina viva
nelle gabbie, pur sapendo che gli esemplari malati
venivano lasciati morire, pur sapendo che esiste una legge
( la 189/2004) che punisce il maltrattamento e l’uccisione
di animali, nessuna delle istituzioni preposte a vigilare
- dal giudice, al sindaco che aveva ordinato solo un
adeguamento della struttura, allo stesso ENCI - ha mosso
un dito per fermare l’assurdo piano di autoselezione di
Guberti.
Assolutamente decisive per sbloccare questa situazione di
volontario stallo, sono state le azioni del gruppo
animalista Animal Liberation e il tam tam portato avanti
su internet, in cui gli utenti facevano girare foto e
video dell’allevamento di Osteria. Immagini che raccontano
di cani scheletriti, con evidenti segni di malattie e
cecità, cani che - secondo una testimonianza di una
volontaria di Animal Liberation – “sono talmente
terrorizzati da non avere nemmeno la forza di abbaiare”. I
sigilli sono quindi scattati lo scorso 30 dicembre e ora
si attende che la giustizia faccia il suo lento corso in
quella che già si preannuncia come una battaglia
ideologica.
Il Pointer Club Italiano difende il suo socio definendo il
sequestro “un’operazione mediatica” e descrivendo
l’attività di Guberti come qualcosa di altamente
scientifico: “Le condizioni da lui applicate alla
selezione, potranno essere considerate stravaganti a una
visione animalista, meno discutibili sul piano
zootecnico”. Dalla sua Guberti spiega infatti alla stampa:
“La gente non sa che i pointer vanno allevati così. Il
pointer non è un cane da salotto, è da competizione, deve
crescere sulla terra così impara a resistere al fango e al
freddo dove poi si troverà nelle gare. Sono magri? Certo
che sono magri, altrimenti non sarebbero campioni”.
Campioni. Questo è il termine che viene usato per definire
cani cresciuti tra gli stenti, non socializzati e con un
reciproco atteggiamento aggressivo. Per chi ancora crede
che gli animali debbano essere qualcosa da esporre, invece
che da curare, il limite del ragionamento sta proprio
nella parola campioni.
Nel frattempo i 170 non-campioni, quei pointer usati come
cavie per migliorare la razza, sono stati accolti in una
pensione di Occhiobello (Ro) e sono più che mai bisognosi
di cibo, coperte e attenzioni. Una vasta rete di volontari
si è già mobilitata ma, essendo sotto sequestro, i cani
non potranno essere affidati in via definitiva e sono
quindi scarse le probabilità che queste povere bestie
possano essere riabilitate e avere una vita normale. Il
Club del Pointer è invece preoccupato perché “le attività
di alcune associazioni sedicenti di protezione degli
animali pongono in serio pericolo la conservazione dei
caratteri genetici”. Come diceva un vecchio slogan
animalista: i veri bastardi sono loro.
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