Gli scarti industriali invece di
essere smaltiti venivano esportati in Asia. Da lì, dopo essere stati
lavorati, tornavano alle fabbriche italiane di materie plastiche
Sequestri a Roma
Un traffico di rifiuti
industriali fra l'Italia e la Cina è stato scoperto dagli agenti della
squadra mobile della questura di Roma che dall'alba di oggi insieme con gli
uomini dell'Ufficio Antifrode centrale dell'Agenzia delle Dogane stanno
eseguendo 88 perquisizioni in tutta Italia. Secondo quanto si è appreso,
grandi quantità di rifiuti industriali
prodotti in Italia, invece di essere smaltiti, venivano esportati in Cina
dove venivano lavorati e reintrodotti in Italia come derivati degli stessi
rifiuti per essere destinati, in particolare, a fabbriche di materiali
plastici.
Sono centinaia gli uomini della polizia e dell'Agenzia delle Dogane
che partecipano all'operazione, coordinata dal Servizio Centrale Operativo
della Direzione Centrale Anticrimine. L'inchiesta, avviata un anno fa, è
stata condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Secondo quanto accertato dalla squadra mobile di Roma, diretta da
Alberto Intini, il traffico di rifiuti industriali era reso possibile grazie
anche alla collusione di imprenditori italiani del settore delle spedizioni
internazionali. In queste ore sono in corso perquisizioni in tutta Italia di
cui la maggior parte a Roma e provincia ma anche a Napoli, Frosinone,
Pescara, Milano e Catania. I reati ipotizzati, secondo le diverse posizioni,
sono contrabbando, introduzione in Italia di merci con marchi contraffatti,
falso materiale e ideologico; numerosi sono anche i reati doganali
contestati. I rifiuti venivano trasferiti dall'Italia alla Cina in normali
container.
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