Nell'immediato bisogna rimuovere l'immondizia
ricorrendo a un deposito temporaneo anche su demanio militare. Ma nel medio
periodo la soluzione della crisi dei rifiuti in Campania si deve basare
sulla raccolta differenziata porta a porta. È quanto sostiene Greenpeace,
che considera "fuorviante" attribuire l'emergenza alla mancanza di
inceneritori. "A parte l'impatto della combustione, per costruire
l'inceneritore di Acerra non sono bastati sette anni, mentre una
seria raccolta porta a porta può intercettare in pochi mesi quote di
differenziata ben superiori al 50% - afferma l'associazione in una nota
stampa - Nell'immediato, la priorità è quella di togliere l'immondizia dalle
strade, la risposta più rapida è ricorrere a un deposito temporaneo anche
sul demanio militare, ma è indispensabile avviare subito una campagna per la
raccolta differenziata porta a porta". L'associazione punta dunque
sull'adozione immediata di programmi di raccolte differenziate porta a porta
che isolino la frazione organica dei rifiuti trasformabile in compost di
qualità. "E' una vera ipocrisia attribuire la colpa di quanto sta accadendo
ora a chi, come Greenpeace o i cittadini, si è opposto agli inceneritori":
questo il commento di Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di
Greenpeace, per il quale la concessione del Governo di quattro mesi ai
Comuni per la raccolta differenziata è "con ogni probabilità" "un annuncio
di commissariamento a tappeto".
"Con il sistema del porta a porta - afferma
l'associazione - non solo si raggiungono rese che si avvicinano o superano
il 70% e sono di migliore qualità, ma si crea anche una maggiore occupazione
(talora con un aumento del 50%). Con un'incisiva campagna di
sensibilizzazione dei cittadini si possono raggiungere alti livelli di
raccolta domiciliare".
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Archivio Emergenza Napoli
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