A
riaprire sono le discariche dismesse di Difesa Grande ad
Ariano Irpino, che accoglierá fino a 42mila tonnellate di
rifiuti, Villaricca in provincia di Napoli, con una
capienza di 35mila tonnellate, e Montesarchio in provincia
di Benevento, per 21mila tonnellate. In più, c’è
l’allestimento di tre siti provvisori per lo stoccaggio di
immondizia "tal quale" ed ecoballe. Sono Marigliano, per
98mila tonnellate, Ferrandelle in provincia di Caserta,
per 350 mila tonnellate, e Pianura, per 20mila tonnellate.
In quest’ultimo sito (un capannone privato, in un’area
distinta da quella di Contrada Pisani sequestrata dalla
magistratura) saranno stoccate solo le ecoballe e si
avvieranno le procedure sperimentali per inertizzarle.
Come corollario, ci sono i "pieni poteri" assegnati
direttamente da Palazzo Chigi a De Gennaro. Tutto ciò in
via temporanea? Nessuno può essere certo che una manovra
di questo tipo sia temporanea, ma quel che è sicuro, a
meno di future proroghe, è che in base all'ordinanza del
12 gennaio per ben quattro mesi il supercommissario, con
l'ausilio del suo vice, il generale dell'esercito Franco
Giannini, già a capo della missione italiana in Kossovo e
capo del comando logistico Sud, avrà completa mano libera
e potrà: aprire discariche, megadiscariche, cimiteri di
ecoballe, ovunque lo ritenga opportuno e senza consultare
nessuno, anche in deroga alle leggi vigenti, in nome
dell'emergenza, ed anche in deroga alle regole sulla
Valutazione di Impatto Ambientale Sanitaria.
E c'è di più. L'articolo 2, comma 1, del decreto della
presidenza del Consiglio dei Ministri dice anche "in
deroga a specifiche disposizioni in materia ambientale,
paesaggistico-territoriale, di pianificazione del
territorio e della difesa del suolo, nonché
igienico-sanitaria". Così, diventa possibile violentare
ulteriormente i già superinquinati territori della
Campania, nonché "individuare altri siti, aggiuntivi o
sostitutivi, per lo stoccaggio o lo smaltimento, ivi
comprese le discariche chiuse che presentino ancora
volumetrie disponibili".
Quel che è certo, visti i precedenti, è che la struttura
commissariale non farà l'unica cosa che andava subito
fatta: ossia un piano straordinario e capillare per
ridurre, a partire dalla plastica, dagli imballaggi, dai
materiali usa e getta, dalle sostanze tossiche delle
industrie, differenziare e riciclare i rifiuti.
Invece, le soluzioni che appaiono nel piano di De Gennaro
sono tutte fatalmente ancora temporanee. Possono di sicuro
ritardare di circa 90 giorni l'esplosione del problema in
tutta la sua drammaticità, ma non costituiscono certo una
soluzione definitiva. Infatti, riuscirà a raccogliere il
milione di rifiuti sparso in mezzo le strade, ma ogni
giorno la Campania produce 7000 nuove tonnellate di
spazzatura. Che tra tre mesi non si saprà dove mettere, ma
su questo De Gennaro non ha fornito spiegazioni, visto che
sarà oramai al termine del suo incarico.
Quindi, si tratta di soluzioni solo a breve termine, per
togliere i rifiuti che ora sono in strada, ma se non si
trova una soluzione a medio termine ci ritroveremo ancora
nella stessa situazione una volta saturate le discariche
vecchie e già piene usate dal commissario straordinario.
Stessa situazione per i siti di stoccaggio individuati:
potranno ospitare rifiuti ma solo per 30 giorni, poi vanno
rimossi perché sono aree transitorie altrimenti
diventerebbero discariche non messe in sicurezza.
Intanto, in tutta la provincia di Napoli ed in certe zone
di quella di Caserta, c’è tutto un susseguirsi di blocchi
stradali, occupazioni, spazzatura in fiamme, sindaci con
la fascia tricolore alla guida delle rivolte popolari: la
protesta in Campania è alimentata soprattutto dalle
migliaia di tonnellate di spazzatura che, nonostante gli
sforzi, continuano a rimanere in strada. In queste ultime
ore, stanno entrando in azione le ruspe per riaprire le
discariche chiuse e allestire i siti indicati.
Con una forte opposizione popolare che non fa altro che
acuire la frattura che si è aperta da anni nella
democrazia della Campania. E’ con questa realtà che il
commissario deve fare i conti. Per ora, si sono visti
soltanto i continui appelli ad un non meglio precisato
“senso di responsabilità”.
In attesa di uno spiraglio, sull’emergenza campana è
piovuto in queste ora l'ennesimo avviso di garanzia.
Questa volta è la procura di Benevento ad indagare sette
persone, tra cui l'ex commissario Corrado Catenacci, per
lo sversamento nella discarica di Montesarchio (una delle
tre indicate da De Gennaro) di rifiuti “non conformi a
quanto prescritto dalla legge”. I sette sono accusati a
vario titolo di disastro ambientale, inquinamento
atmosferico e del suolo, sversamento reiterato di rifiuti
pericolosi.
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