“No agli inceneritori, esiste un modo migliore: i rifiuti zero".
Questo messaggio è stato alla base dell’incontro pubblico tenutosi a Portici,
presso la chiesa del Carmine, ieri pomeriggio a cui ha partecipato il
professore americano Paul Connett.
I zero rifiuti, divenuti uno
degli slogan più frequenti nelle manifestazioni contro la crisi rifiuti, sono in
realtà una strategia specifica, il cui ideatore è Paul Connett , docente di
chimica ambientale dell’Università St Lawrence di Canton, New York.
La
strategia rifiuti zero o zero waste, attraverso una serie di semplici
pratiche, può rappresentare davvero la soluzione alla crisi cronica dei rifiuti
che nessun governo da ben 17 anni ha saputo risolvere. “ La società mondiale è
spinta dalle pubblicità a comprare sempre di più, spesso anche cose inutili, e
producendo così sempre maggiori rifiuti. Per sostenere i ritmi di vita di un
americano medio sarebbero necessari ben 4 pianeti e 2 per quelli europei. Il
nostro pianeta però è soltanto uno e perciò dobbiamo far cambiare qualcosa.
Tutto deve partire dalla riduzione dei consumi e quindi dei rifiuti.
Conferire tutto in discarica o negli inceneritori non risolve nulla,
fondamentali invece sono il riciclo, il riuso e il compostaggio dei materiali
che permette la riduzione dell’energia, dell’inquinamento e delle
emissioni di anidride carbonica". Dalle seguenti parole del professor Connett,
si comprende come sia necessario cambiare la gestione dei rifiuti in Campania,
ma anche in Italia.
La crisi dei rifiuti campana non è un problema di
tecnologia da utilizzare bensì un problema di strategia, ovvero una migliore
organizzazione, informazione e progettazione industriale. La strategia zero
rifiuti non è un obiettivo idealistico ma realizzabile. È già stato adottato da
27 comuni italiani ma anche da grandi città sia americane come San Francisco sia
europee come Londra. Sono necessarie soltanto 10 azioni :
“
separazione dei rifiuti, raccolta porta a porta che rappresenta
il vero trampolino di lancio per la riduzione dei rifiuti,
compostaggio
per trasformare la frazione umida in fertilizzante agricolo,
centrali di riciclaggio,
riutilizzo e riparazione di oggetti in centri specifici,
riduzione
a monte dei rifiuti partendo dagli imballaggi,
incentivi
economici per spingere i cittadini a contribuire in modo corretto al
ciclo dei rifiuti,
centri di ricerca per studiare la natura dei
materiali non riciclabili,
impianti di ulteriore separazione del residuo
indifferenziato,
responsabilità industriale per esempio con la
riduzione di elementi tossici e infine
discarica temporanea per la
stabilizzazione per rifiuti organici e non riciclabili”.
Niente
inceneritori o discariche ma soltanto riciclo, riuso e riduzione per produrre
lavoro (nei centri di ricerca, nei centri di riparazione e riutilizzo degli
oggetti), per risparmiare e soprattutto per generare più speranze per le
generazioni future.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è
perché non adottare anche a Napoli la strategia zero rifiuti ?
La
risposta è, secondo Paul Connett, “ perché manca la volontà politica. Dietro
alla crisi rifiuti c’è l’interesse di guadagnare da parte di pochi imprenditori
affiliati spesso a organizzazioni malavitose.
Si finanziano discariche e
inceneritori quando sono necessari gli impianti di compostaggio e di riciclaggio
che creano anche lavoro e denaro".
La strategia zero rifiuti è al
di sopra dei partiti, è una scelta democratica basata sulla partecipazione e sul
lavoro di tutto. Con l’idea di “fare l’amore, non i rifiuti" sarà possibile
creare un futuro sostenibile, combattendo l’eccessivo consumo di una società usa
e getta e promuovendo una comunità con una forte vita di relazione.
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