Commentando le notizie sul test nucleare Nordcoreano, il 9 ottobre, Lyndon LaRouche ha
affermato: “E’ chiaro che l’amministrazione Bush ha fatto
tutto il possibile per indurre i nordcoreani ad effettuare
quel piccolo test nucleare sotterraneo — perché ne ha
fatto una questione di abbassare o alzare la cresta — e
l’hanno provocato perché lo volevano. La spintonatura è
stata pesante, ed hanno fatto tutto il possibile affinché
ciò accadesse. Non si può biasimare nessun altro se non
gli Stati Uniti per quel test. Perché tutto ciò che i
coreani desideravano in realtà era solo cibo. E’ una
popolazione affamata”.
Un ex ambasciatore americano nella Corea del Sud,
che preferisce l’anonimato, ha spiegato alla rivista
EIR: “Gli USA ricorrono alla strategia dello
‘sbigottimento e terrore’ in Asia, fanno il gioco pesante,
come hanno fatto in Medio Oriente, e riusciranno a far
crollare tutto anche in Asia”. Ha anche aggiunto che gli
USA “sono davvero contenti che questo sia avvenuto”.
Anche la radio iraniana ha puntato il dito sulle
responsabilità del regime statunitense: “Non soltanto gli
Stati Uniti non hanno sollevato le sanzioni che hanno
imposto sulla Corea del Nord, ma hanno anche aumentato le
pressioni diplomatiche. Queste pressioni hanno finito per
indurre la Corea del Nord ad effettuare quel test
nucleare”. Ed inoltre: “Il test nucleare della Corea del
Nord è stata una reazione alle minacce ed all’umiliazione
da parte dell’America”. Anche un diplomatico tedesco
che ha prestato servizio in Cina ha sottolineato la
responsabilità degli USA che si sono rifiutati di prendere
parte ai negoziati a sei con la Corea del Sud. Così come
ha fatto il suo collega americano, il diplomatico tedesco
ha sottolineato il pericolo di una risposta in chiave
militaristica da parte del Giappone.
L’ex capo di stato maggiore del Pakistan gen. Mirza
Alsam Beg ha posto la decisione nordcoreana di
effettuare il test in relazione al crescendo di pressioni
e di aperte minacce di aggressione militare a cui la Corea
del Nord è stata sottoposta. Come molti altri, il gen. Beg
sottolinea la doppia morale in materia di tecnologia
nucleare: India e Israele possono disporne, Nord Corea e
Iran no, dove quest’ultimo chiede in fondo solo garanzie
per il suo diritto di sviluppare il nucleare civile
sancito dal trattato NPT.
L’ambasciatore USA all’ONU John Bolton e il
presidente Bush hanno avuto parole di fuoco,
definendo il test “una minaccia alla pace ed alla
sicurezza internazionali” e “un atto provocatorio”. Da
parte russa e cinese i commenti sono stati fermi ma
misurati. Le due nazioni hanno proposto il ripristino dei
negoziati a sei. LaRouche vede positivamente il ruolo
stabilizzatore di Mosca e di Pechino nel gestire questa
crisi, anche in vista delle prossime elezioni negli Stati
Uniti.
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