I contenuti di questa relazione ci sono sembrati degni di essere rimarcati.
Abbiamo quindi allegato il testo integrale a questo articolo ed abbiamo pensato
di estrapolarne i passaggi piu’ significativi.
1) Il ruolo sociale dei Fondi pensione
“l’attuazione dei principi di trasparenza, confrontabilita’ delle offerte e
portabilita’ della posizione, dovra’ risultare particolarmente rigorosa per le
forme pensionistiche complementari perche’ esse svolgono una peculiare funzione
che si connota di speciale rilevanza sociale rispetto agli altri strumenti di
investimento del risparmio.”
2) Parita’ concorrenziale del sistema
“Il nodo da sciogliere e’ quello rappresentato dalla necessita’ di trovare una
forma di attuazione della “parita’ concorrenziale” nel sistema di previdenza
complementare, perseguita nella Legge delega come valore portante della riforma
del settore, secondo linee normative che realizzino la tutela degli interessi
degli iscritti e/o potenziali aderenti e nel contempo tengano conto delle
caratteristiche degli operatori del settore assicurativo e finanziario
interessati dalla riforma medesima.”
3) Comparabilita’ e trasparenza dei costi
“l’introduzione della liberta di adesione e circolazione nel sistema si
accompagna nella Legge delega alla previsione di regole comuni in ordine alla
comparabilita’ dei costi, alla trasparenza, alla portabilita’ come pure alla
sottoposizione alla stessa Autorita’ di vigilanza di tute le formte
previdenziali proprio con riguardo al rispetto di tali regole comuni.”
4) Necessita’ di controllo COVIP su tutte le forme pensionistiche, anche quelle
individuali
“il controllo della COVIP si estende a tutte le forme pensionistiche, anche
quelle individuali attuate mediante contratti di assicurazione sulla vita,
nell’intento di sanare quella che costituisce un’anomalia nel sistema. Nel
contesto della riforma, emerge con maggiore chiarezza la necessita’ di
verificare con riguardo a queste ultime l’effettiva sussistenza dei requisiti di
carattere previdenziale come le modalita’ di partecipazione, la possibilita’ di
trasferimento della posizione ad altre forme pensionistiche, la comparabilita’
dei costi e dei risultati della gestione, la trasparenza dei costi e delle
condizioni contrattuali nonche’ le modalita’ di comunicazione agli iscritti e
alla stessa Autorita’ di vigilanza delle attivita’ della forma pensionistica e
della posizione individuale.
Non v’e’ rischio, dunque, di intervenire in fase di
attuazione della Legge delega in ambiti impropri, addirittura configurando
possibili violazioni alla normativa fissata in ambito comunitario in materia
assicurativa, data la diversita’ di finalita’ dei Piani pensionistici
individuali rispetto ai prodotti tipicamente assicurativi.
Si tratta, piuttosto, di realizzare una normativa di attuazione coerente con le
finalita’ della riforma senza esporsi al rischio di introdurre nel sistema
elementi che determinino disparita’ di trattamento tra le diverse forme
pensionistiche operanti. Cio’ accadrebbe, per l’appunto, se, stante il regime di
controlli preventivi piuttosto stringente previsto per le forme previdenziali
complementari di origine negoziale, si consentisse a porre le basi di un metodo
del tutto dissimile nei confronti delle polizze individuali pensionistiche e dei
fondi aperti.
E’ opinione condivisa che l’aumento delle opzioni disponibili si presenti come
potenzialmente idoneo a stimolare la concorrenzialita’ tra le varie forme di
previdenza complementare, con effetti positivi sulla qualita’ dei prodotti
offerti e sui costi.
Affinche’ cio’ si verifichi occorre, pero’, prevedere un sistema di regole che
realizzi sotto un profilo sostanziale l’equiparazione, in definitiva un elevato
grado di fungibilita’, tra le varie forme previdenziali.”
5) Il problema del profilo dei costi
“Gia’ da alcuni anni, la COVIP conduce il regolare monitoraggio dell’intero
settore della previdenza complementare, incluse le polizze individuali di
previdenza, svolgendo periodiche analisi che confrontano i diversi strumenti,
con particolare riguardo al profilo dei costi.
A tale scopo, i costi vengono sintetizzati utilizzando una misura, definita
“commissione onnicomprensiva”, che e’ data dal rapporto tra i costi mediamente
sostenuti ogni anno da un sottoscrittore ipotetico ed il patrimonio mediamente
investito ogni anno. Tale misura, quindi, consente di apprezzare l’impatto dei
costi sul patrimonio per ogni anno di partecipazione alla forma previdenziale.
Il profilo dei costi risulta, infatti, di particolare rilevanza, in quanto
differenze anche non particolarmente significative dell’ammontare dei costi
possono condurre, su orizzonti temporali lunghi, come quelli che di regola
caratterizzano la partecipazione alle forme pensionistiche complementari, a
differenze importanti sulla posizione individuale.
In un’esperienza di previdenza complementare che conosciamo essere tra le piu’
evolute in ambito europeo, cioe’ quella inglese, notiamo che, nel caso di piani
pensionistici a contribuzione definita promossi dal datore di lavoro, o comunque
anche nei piani individuali che il datore di lavoro deve offrire ai lavoratori,
viene fissato un tetto ai costi applicabili all’aderente (massimo del 1,5 per
cento del valore della posizione previdenziale) e vengono dettate regole che
limitano il piu’ possibile l’onerosita’ degli spostamenti dell’iscritto da una
forma all’altra.
Per quanto riguarda il nostro Paese, dalle analisi effettuate dalla COVIP
emerge, sul punto, la maggiore efficienza dei fondi pensione negoziali, in cui
si evidenzia una incidenza dei costi piuttosto contenuta, inferiore allo 0,5 per
cento in rapporto al patrimonio di fine esercizio.
I risultati delle analisi sui fondi aperti mostrano che, in relazione ad un
periodo di permanenza pari a 3 anni, i costi complessivi medi si attestano
intorno all’1,8 per cento e che tale percentuale scende all’1,4 per cento in
caso di permanenza di 10 anni e all’1,3 prendendo in considerazione periodi di
partecipazione di 35 anni.
Con riguardo ai medesimi orizzonti temporali, i costi medi per le polizze
individuali pensionistiche risultano invece particolarmente elevati: per periodi
di 3 anni sono pari all’8,1 per cento del patrimonio, scendono al 3,2 per cento
per periodi di dieci anni e al 2,3 per cento per periodi pari a 35 anni.
Proprio la mancanza di una regolamentazione omogenea ha fatto si che le polizze
individuali pensionistiche si siano presentate sul mercato previdenziale con
costi medi complessivi significativamente superiori rispetto alle altre forme
previdenziali.
In particolare, il sistema di retribuzione del canale distributivo, tipico del
comparto assicurativo, ha comportato costi particolarmente elevati per il primo
periodo di partecipazione,a causa del diffuso sistema del “preconto” consistente
nel caricare sul primo premio versato i costi di collocamento della polizza.
La COVIP e’ piu’ volte intervenuta sulla problematica, sottolineando, in
particolare, gli effetti distorsivi che eccessivi caricamenti nella fase
iniziale possono produrre sul diritto alla portabilita’ della posizione
individuale.
La scelta di gravare con spese iniziali particolarmente elevate il primo
versamento rende infatti necessario da parte del sottoscrittore, per
ammortizzare l’incidenza delle stesse sul patrimonio destinato a fini
previdenziali, periodi di permanenza presso la forma individuale piuttosto
lunghi, comportando di fatto un ostacolo alla portabilita’ della posizione.
Inoltre, l’ammontare complessivo dei costi, comunque piu’ elevato anche nel
lungo periodo, presenta una notevole incidenza sul montante finale da destinare
in rendita.”
Abbiamo riportato tra virgolette in maniera fedele le parole del Prof. Scimia,
proprio per evidenziare quegli aspetti che ci sembrano risultare da tempo
particolarmente rilevanti per cio’ che riguarda la previdenza complementare, e
che il Presidente COVIP pare aver bene individuato: il vero problema, pero’,
rimarra’ quello di poter vedere quanto le idee del Prof. Scimia avranno la
meglio sulla lobbies delle compagnie di assicurazione, al pari del prevalere
delle idee del ministro Maroni rispetto ad altri sui colleghi di governo, non
ultimo il Presidente del Consiglio, socio forte di Banca Mediolanum, impresa tra
le piu’ importanti del sistema nella distribuzione di prodotti pensionistici
individuali.
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