Aiuto, aiuto. Ancora una volta il dibattito italiano sulla Ru486
scade nella diatriba sulla funzione natural-biblica assegnata d’ufficio (dal
Santo Ufficio, verrebbe da dire) alla donna. Femmina del genere umano.
Abbiamo ascoltato con preoccupazione e non senza un certo disgusto le parole
ascoltate ieri dai microfoni del meeting di Comunione e Liberazione, che
accusano la pillola abortiva di muovere un “attacco alla maternita’” e,
udite udite, alla societa’ tutta! In altre parole, poiche’ la maternita’ e’
alla base del rapporto madre-figlio, che a sua volta e’ alla base della
famiglia, che a sua volta e’ alla base del consesso sociale di noi tutti, la
donna non puo’ abortire con una tecnica meno invasiva ma, se proprio insiste
nel malsano proposito, ricorra pure al bisturi. (…E stia punita, verrebbe da
aggiungere).
Ci siamo sorpresi di non aver sentito epigrafare la donna che intende
abortire, con termini quali “sciagurata” o “malafemmina” . Insomma una vera
e propria messa al rogo della persona che vi ricorre, prima ancora della
pillola stessa!
Non ci coglie alla sprovvista l’ideologizzazione del dibattito che, da
medico scientifico quale e’ e dovrebbe essere quello sulla metodologia di
intervento interruttivo della gravidanza, scivola sulla primordiale
avversita’ di certa cultura politica che non riesce proprio a mandar giu’ il
fatto che la donna abbia il diritto di abortire. Che dal come
(fatto squisitamente medico) si passi al se (fatto politico).
Ci sorprende invece la confusione concettuale artatamente creata e voluta,
con cui ancora si usa il "come" strumentalmente per rimettere in
discussione il "se".
Forse non hanno ancora capito che la donna che ha deciso di abortire, non ha
deciso perche’ l’aborto avviene in casa piuttosto che in ospedale, o con una
pillola piuttosto che con il bisturi? Forse non hanno capito che la donna
che ha gia’ deciso di farlo lo fara’ ad ogni costo, come lo ha da sempre
fatto, anche clandestinamente, sola o in compagnia, con i ferri da calza o
facendosi picchiare con violenza l’addome? Che la discussione sul come e’
questione logicamente e praticamente successiva, medica e di scelta
terapeutica?
Forse lo hanno capito bene, ma sperano che i propri seguaci si fidino delle
loro dotte lugubrazioni senza ragionare, parole vuote che invocano
banalmente societa’ e maternita’ come panacea di tutti i mali. Vorremmo
ascoltare un dibatto della comunita’ scientifica sulla Ru 486 e non i
maschilismi reconditi di una classe politica che vede la donna come sposa
e madre prima ancora che soggetto di diritti sul proprio corpo e sulla
proprie scelte responsabili.
Ma ormai e’ tardi, e per fortuna la pillola e’ gia’ realta’ da vent’anni in
tutta Europa. La comunita’ scientifica internazionale, al solito, ha gia’
deciso per noi e non potremo non adeguarci alle regole europee.
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