L'Aduc ha inviato all'azienda francese Exelgyn
una lettera aperta per perorare la causa del riconoscimento delle pillola
abortiva RU486. Dopo l'annuncio nelle scorse settimane che sarebbe stata
avviata una procedura in questo senso, tutto langue. Ecco il testo:
Gentile Exelgyn,
Grazie al Vostro prodotto, la pillola RU486, milioni di donne in Europa e
nel mondo hanno evitato ed eviteranno l’inutile sofferenza psicologica e
fisica dell’intervento chirurgico di interruzione della gravidanza.
Purtroppo, l’Italia e' tra quei pochissimi Paesi europei che ancora non
hanno autorizzato il commercio di questa pillola. Per le pochissime donne
italiane che l'hanno utilizzata e' stato grazie a sperimentazioni cliniche (Sant’Anna
di Torino) o all’importazione dall’estero su richiesta nominale (Asl di
Pisa). Strategie messe in atto da medici e amministratori coraggiosi, ma
insufficienti, perche' soggette ai discrimini politici e ideologici delle
autorita' italiane competenti, nonche' al grado di efficienza delle consegne
postali.
Abbiamo appreso con soddisfazione che avete intenzione di chiedere il
riconoscimento della RU486 anche in Italia. L’attuale momento politico
pre-elettorale, nonche' l’orientamento ideologico del ministro della Salute,
potrebbero scoraggiarVi dal farlo immediatamente, ma Vi invitiamo a
riflettere su queste considerazioni:
- 1. L’opinione pubblica italiana e' spesso piu' accorta dei suoi leader
politici. Crediamo che i piu' siano consapevoli che un dibattito
medico-scientifico e' stato impropriamente e strumentalmente trasformato in
un confronto "aborto si', aborto no", gia' risolto dal Parlamento con una
legge e da un referendum molti anni fa. A conforto Vi alleghiamo il testo di
una nostra petizione per la legalizzazione della RU486, ad oggi firmata da
oltre 70.000 persone ( 30/11/2005 RU486. La Pillola Abortiva )
.
- 2. La legislazione italiana non solo consente la registrazione di
questo farmaco (art. 32 della Costituzione; art. 15 legge 194/78), ma la
impone grazie a numerose disposizioni secondarie. Con il rifiuto
dell’autorizzazione, il ministero sarebbe coinvolto in azioni legali la cui
condanna sarebbe molto probabile.
- 3. La legislazione comunitaria (Direttive europee 65/65, 318/75,
319/75, e 83/2001) prevede la procedura centralizzata, ovvero di mutuo
riconoscimento dell’autorizzazione al commercio dei farmaci -gia' concessa
in 21 Paesi della Comunita'. La procedura impone alle autorita' italiane un
confronto puramente scientifico con gli altri Paesi membri e con le
competenti autorita' comunitarie; per cui, se questa procedura fosse
immediatamente attivata, il Governo italiano, scevro di argomentazioni
medico-scientifiche e giuridiche, non potrebbe o vorrebbe opporvisi.
VI CHIEDIAMO pertanto di attivare con urgenza la procedura europea di
mutuo riconoscimento dell’autorizzazione al commercio della RU486 presso il
ministero della Salute.
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