Marco Cappato, segretario dell’Associazione Luca Coscioni(*), a
nome della Rosa nel Pugno ha inviato questa lettera per
le Primarie sulla Sanità a Beppe Grillo:
“Caro Grillo,
credo che, per la sanità, a ogni discorso di efficienza e di
organizzazione vada premesso un obiettivo di maggiore libertà e
autonomia. Era la battaglia di Luca Coscioni e, come segretario
dell’associazione “per la libertà di ricerca scientifica” che porta il suo nome,
voglio riportare gli obiettivi sottoscritti da alcuni dei più importanti
scienziati italiani e fatti propri dalla Rosa nel Pugno:
- consentire, attraverso limiti e regole stringenti sul modello della Gran
Bretagna, la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali
finalizzata alla comprensione e alla cura di malattie che colpiscono
centinaia di milioni di persone nel mondo:
- consentire l’accesso alla fecondazione assistita e alla
diagnosi preimpianto per le coppie affette da malattie genetiche, oltre alla
fecondazione assistita con seme esterno alla coppia;
- garantire la libertà terapeutica, affidata al rapporto tra
medico e paziente, nella effettiva somministrazione di farmaci ampiamente
testati e autorizzati in tutti i Paesi civili, ma ostacolati (e in alcuni casi
proibiti) nel nostro Paese, quali: pillola abortiva RU486, cannabis
terapeutica,trattamenti farmacologici per i cittadini tossicodipendenti e
oppioidi per il trattamento del dolore;
- consentire autonomia e responsabilità individuale nelle scelte
relative alla fine della vita, innanzitutto per abbattere il fenomeno
dell’eutanasia clandestina attraverso il rispetto della volontà individuale
liberamente e inequivocabilmente espressa, anche attraverso il riconoscimento
delle direttive anticipate di trattamento e forme di regolamentazione
dell’eutanasia sul modello olandese, belga, svizzero o secondo l'orientamento
che sta assumendo anche il parlamento britannico. […]I primi firmatari sono
Elena Cattaneo, Gilberto Corbellini, Giulio Cossu, Elisabetta Dejana, Cesare
Galli, Piergiorgio Strata, Antonino Forabosco, Demetrio Neri. Seguono le firme
di 130 accademici.
A questi obiettivi voglio aggiungere tre campagne promosse e sostenute
da Luca Coscioni:
- “libertà di parola”: investimenti e iniziative di adeguamento
normativo per mettere a disposizione gratuitamente strumenti e tecnologie che
aiutino i disabili nella comunicazione e nell’acquisizione e produzione di
informazioni;
- “libertà di lettura”: garantire la disponibilità dei libri in
versione digitale per disabili e non vedenti;
- “vita indipendente”: potenziare libertà di scelta basate
sugli effettivi bisogni del disabile e del malato e non sulle esigenze
burocratiche degli enti erogatori dei servizi, favorendo una progressiva
de-medicalizzazione dei servizi al fine di rendere possibile il ricorso a fondi
assicurativi o bonus.
Come ultimo punto, trovo più che condivisibile l’obiettivo di attuare una
politica sanitaria fondata sull’informazione. In tutti i Paesi
industrializzati è fortemente aumentata la spesa volta ad aumentare la quantità
di sanità, ma con effetti modesti in termini di salute guadagnata. La spesa
sanitaria varia tra il 7 e il 15% del PIL (dunque del 100%!)senza che vi siano
differenze in termini di salute (aspettativa di vita, mortalità…).
A questo proposito è bene ricordare anche che:
l’influenza positiva sulla salute non dipende solo dalla sanità
(ospedali, farmaci,…), ma anche e soprattutto da altri fattori (stile di
vita, condizioni economiche, ambientali, patrimonio genetico..) : un
famoso modello (Dever, fine anni ’70) quantificò nell’ 11% circa il peso della
sanità sulla salute rispetto agli altri fattori!
molti studi hanno messo in luce l’uso ”distorto” di parte della sanità;
un famoso studio (Domenighetti, Canton Ticino) ha mostrato che i medici
ricorrono ad interventi chirurgici su di sé (o su i propri famigliari) con una
frequenza metà di quella che suggeriscono ai loro pazienti (solo se questi
ultimi sono avvocati allora la frequenza coincide!). Altri studi hanno
evidenziato che un secondo parere medico conduce circa la metà delle volte a
conclusioni terapeutiche diverse.
Tutto ciò porta molti a ritenere che il vero deficit non è della spesa, ma
dell’informazione a disposizione dei cittadini. Sinora l’informazione è stata
nelle mani esclusive degli operatori (medici, corporazioni professionali e
sindacali) che hanno perseguito più gli interessi della sanità che
quelli della salute. Solo recentemente, ad esempio, sta emergendo tutta
la problematica del rischio sanitario, cioè dei danni e dei morti dovuti ad
errori medici e della sanità. Studi specifici portano a stimare che in Italia ci
siano tra i 15mila e i 50mila morti per errori medici; quelli
per le sole infezioni ospedaliere sono almeno 7000 l’anno (i morti per incidenti
stradali sono “solo” 5000 l’anno).
Grazie per l’ospitalità".
Marco Cappato -
www.rosanelpugno.it
(*) L’associazione Coscioni è, insieme a Radicali italiani, SDI e FGS, uno
dei soggetti costituenti della Rosa nel Pugno
|