Proposta di legge dell'on. Donatella Poretti, deputata della Rosa nel
Pugno
Questa proposta di legge, realizzata in collaborazione con l'Aduc
(Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), intende con il suo
unico articolo promuovere il parto senza dolore, ossia con analgesia
epidurale. Garantire tra i livelli essenziali di assistenza del SSN le
prestazioni di controllo del dolore nel travaglio-parto, effettuate tramite
ricorso a tecniche avanzate di anestesia locale e di tipo epidurale.
Obbiettivo non e' quello di imporre tale modalita' di parto, ma di fornire
maggiori informazioni e poter permettere alla donna di scegliere come
partorire. Un buon parto e' senza dubbio un buon inizio per un rapporto
fondamentale tra madre e figlio, viverlo nel dolore non e' per tutte una
bella esperienza e spesso da non rifare!
In Gran Bretagna e Francia questa anestesia viene utilizzata dal 70% delle
partorienti, dal 90% negli Usa, mentre in Italia esistono pochissimi dati.
Gli unici Istat risalgono al 2001, in cui viene fornito anche un
interessante profilo sociologico delle donne che fanno ricorso al parto
senza dolore.
"Complessivamente il 63,3 % delle partorienti non e' stato sottoposto a
nessun tipo di anestesia. [...] Soltanto per l'11,2% dei parti spontanei e'
stata fatta l'anestesia; il 7,2% locale, il 3,7% epidurale". (Istat, aprile
2001).
Ricordo una situazione particolarmente sconfortante, quella della Toscana,
dove nonostante il piano regionale 2005-2007 faccia un esplicito richiamo
alla possibilita' che la donna possa scegliere questo tipo di parto, nella
pratica si verifica una estrema difficolta'.
L'Aduc ha realizzato un'indagine telefonica regionale lo scorso 21 febbraio
2006 per verificare l'esercizio effettivo di questo diritto da parte della
paziente. In 12 dei 33 (36%) punti nascita e' possibile partorire con l'epidurale
su richiesta della paziente e in maniera gratuita, almeno in teoria (turni
anestesisti, ostracismi del personale che non vuole oberarsi di lavoro in
piu', contrarieta' ideologica, etc..). In altri 2 solo a pagamento. Per
accedere al servizio, in alcuni casi basta un incontro che l'anestesista
tiene in giorni prefissati, in 3 centri occorre invece munirsi di richiesta
del medico curante e fissare appuntamento tramite il Cup (Centro Unificato
di Prenotazione) con l'anestesista. Nei restanti 19 punti nascita (57%) non
e' assolutamente previsto, neppure in teoria.
Il dato del basso ricorso al parto in analgesia epidurale e' ancora piu'
incomprensibile da un punto di vista di costi e di ospedalizzazione se
paragonato all'elevato ricorso al parto cesareo (siamo primi in Europa con
oltre il 33%, contro un 10-15% suggerito dall'Organizzazione mondiale della
sanità). Basti solo pensare alla durata della degenza che dai 2-3 giorni del
parto naturale -anche con analgesia epidurale- si passa ai 5-7 del cesareo.
Ecco perche' con questa proposta di legge inserendo il parto senza dolore
tra i diritti della donna e tra i livelli essenziali di assistenza, si
intende far venire meno gli ostacoli che in maniera piu' o meno esplicita,
piu' o meno volontariamente, piu' o meno oggettivamente vengono posti alla
effettiva possibilita' e garanzia della presenza di un anestesista in sala
parto. Il ritardo in generale da parte dell'Italia ad adottare terapie
contro il dolore in generale risulta sempre piu' difficile da comprendere
visto come le tecniche e i farmaci siano in continuo aggiornamento e sempre
piu' a disposizione di medici e pazienti.
Qui il testo completo della proposta di legge:
http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=153425
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