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01/09/2006 Promozione Parto senza Dolore (www.aduc.it)

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    Proposta di legge dell'on. Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno



    Questa proposta di legge, realizzata in collaborazione con l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), intende con il suo unico articolo promuovere il parto senza dolore, ossia con analgesia epidurale. Garantire tra i livelli essenziali di assistenza del SSN le prestazioni di controllo del dolore nel travaglio-parto, effettuate tramite ricorso a tecniche avanzate di anestesia locale e di tipo epidurale. Obbiettivo non e' quello di imporre tale modalita' di parto, ma di fornire maggiori informazioni e poter permettere alla donna di scegliere come partorire. Un buon parto e' senza dubbio un buon inizio per un rapporto fondamentale tra madre e figlio, viverlo nel dolore non e' per tutte una bella esperienza e spesso da non rifare!
    In Gran Bretagna e Francia questa anestesia viene utilizzata dal 70% delle partorienti, dal 90% negli Usa, mentre in Italia esistono pochissimi dati. Gli unici Istat risalgono al 2001, in cui viene fornito anche un interessante profilo sociologico delle donne che fanno ricorso al parto senza dolore.
    "Complessivamente il 63,3 % delle partorienti non e' stato sottoposto a nessun tipo di anestesia. [...] Soltanto per l'11,2% dei parti spontanei e' stata fatta l'anestesia; il 7,2% locale, il 3,7% epidurale". (Istat, aprile 2001).
    Ricordo una situazione particolarmente sconfortante, quella della Toscana, dove nonostante il piano regionale 2005-2007 faccia un esplicito richiamo alla possibilita' che la donna possa scegliere questo tipo di parto, nella pratica si verifica una estrema difficolta'.
    L'Aduc ha realizzato un'indagine telefonica regionale lo scorso 21 febbraio 2006 per verificare l'esercizio effettivo di questo diritto da parte della paziente. In 12 dei 33 (36%) punti nascita e' possibile partorire con l'epidurale su richiesta della paziente e in maniera gratuita, almeno in teoria (turni anestesisti, ostracismi del personale che non vuole oberarsi di lavoro in piu', contrarieta' ideologica, etc..). In altri 2 solo a pagamento. Per accedere al servizio, in alcuni casi basta un incontro che l'anestesista tiene in giorni prefissati, in 3 centri occorre invece munirsi di richiesta del medico curante e fissare appuntamento tramite il Cup (Centro Unificato di Prenotazione) con l'anestesista. Nei restanti 19 punti nascita (57%) non e' assolutamente previsto, neppure in teoria.
    Il dato del basso ricorso al parto in analgesia epidurale e' ancora piu' incomprensibile da un punto di vista di costi e di ospedalizzazione se paragonato all'elevato ricorso al parto cesareo (siamo primi in Europa con oltre il 33%, contro un 10-15% suggerito dall'Organizzazione mondiale della sanità). Basti solo pensare alla durata della degenza che dai 2-3 giorni del parto naturale -anche con analgesia epidurale- si passa ai 5-7 del cesareo.
    Ecco perche' con questa proposta di legge inserendo il parto senza dolore tra i diritti della donna e tra i livelli essenziali di assistenza, si intende far venire meno gli ostacoli che in maniera piu' o meno esplicita, piu' o meno volontariamente, piu' o meno oggettivamente vengono posti alla effettiva possibilita' e garanzia della presenza di un anestesista in sala parto. Il ritardo in generale da parte dell'Italia ad adottare terapie contro il dolore in generale risulta sempre piu' difficile da comprendere visto come le tecniche e i farmaci siano in continuo aggiornamento e sempre piu' a disposizione di medici e pazienti.

    Qui il testo completo della proposta di legge:
    http://www.aduc.it/dyn/parlamento/arti.php?id=153425


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