Durante il mio incontro con la stampa estera, di martedì 15 luglio, ho
affrontato diversi argomenti, tra i quali quello dello scandalo delle
mazzette nella sanità evidenziandone le peculiarità e differenze
rispetto a Tangentopoli.
Antonio Di Pietro: In Italia c'è una questione morale
irrisolta dagli inizi degli anni 90.
La questione morale degli anni 90 fu chiamata con un termine che spiega bene il
problema, Tangentopoli. All'epoca si voleva intendere una situazione ambientale
in cui la corruzione era la merce di scambio negli affari e nella politica nella
gestione delle istituzioni. Questa è una questione morale che ha creato un
deficit enorme nel nostro Paese e anche una riduzione degli spazi di democrazia
ed economia liberale.
La caratteristica di quell'ambientalità del fenomeno, o meglio, il treno vettore
di quella ambientalità venne individuato nel sistema infrastrutturale, cioè
negli appalti pubblici nell'ambito delle infrastrutture in genere, strade,
ferrovie e quant'altro. A distanza di 15 anni quel sistema è rimasto intatto, il
sistema cioè di una Tangentopoli diffusa e di un'azione ambientale, di una
corruzione come merce di scambio, che tiene ancora bloccato il sistema liberale
economico e la democrazia liberale istituzionale.
La differenza tra allora e adesso sta innanzitutto nel fatto che si è spostato
il treno vettore dal settore infrastrutturale al settore sanitario. Questo
comporta una maggiore difficoltà di percezione del fenomeno e una maggiore
difficoltà di lotta allo stesso. All'epoca potevamo centralizzare le indagini in
quanto le maggiori imprese nell'ambito del settore infrastrutturale avevano sede
a Milano e indagando sul sistema imprenditoriale, sul falso in bilancio, sulle
appropriazioni indebite, sui fallimenti e quant'altro, ci è stato possibile
coordinare in modo unitario le indagini nei vari settori. La sanità è una di
quelle materie che sono state sottoposte al cosiddetto federalismo regionale.
Al federalismo regionale tipico del sistema sanitario si è giustapposto il
federalismo tangentizio, quello delle tangenti e della corruzione. Ogni regione
ha il suo sistema e quindi sono nate tante piazze, tante tangentopoli. Non c'è
più una Tangentopoli unitaria come negli anni 90, ma un infinità di tante
piccole tangentopoli che rendono ancora più difficile la percezione del fenomeno
nella sua gravità globale, e che rendono ancora più difficile il contrasto di
questo tipo di criminalità perché appunto pur fermando un anello non si ferma la
catena, perché ogni anello è fine a se stesso.
Nella Tangentopoli degli anni 90 indagando sul sistema dei finanziamenti ai
partiti a livello nazionale dei partiti si è bloccata. Nella Tangentopoli degli
anni 2010 se tu blocchi e individui i fatti che succedono in Abruzzo ti scappano
quelli che succedono in Calabria.
Giornalista: Sono tanti soldi 110 miliardi di euro che
volete spendere quest'anno nella sanità dello Stato. Ma bisogna cambiare il
sistema della sanità?
Antonio Di Pietro: Più che cambiare il sistema della sanità bisognerebbe
cambiare le persone. Sono sempre stato dell'idea che ogni volta che succede
qualcosa cambiano le procedure, ma se non cambiano le persone non si cambia
nulla. Il vero problema è che in Italia la classe dirigente che è rimasta
compromessa è rimasta al suo posto, invece noi dell'Italia dei Valori abbiamo
sempre sostenuto che ci vogliono quattro norme chiare che possono dare un segno
di inversione: chi viene condannato non può essere più candidato, chi viene
condannato deve essere espulso dalle istituzioni in qualsiasi ruolo abbia come
impiegato pubblico, chi viene messo sotto processo deve essere sospeso dalle sue
funzioni, e infine devono essere sequestrati non solo i proventi del reato di
cui è stato sorpreso, ma anche i suoi beni per il pagamento dei risarcimenti dei
danni. Se non si da l'idea che chi sbaglia paga non si va da nessuna parte. Io
sono stato sempre accusato che mettevo dentro le persone, ma sono sempre
dell'idea che menomale le mettevo dentro.
Giornalista: A proposito di Tangentopoli, se si tirano
le somme non c'è una situazione paradossale per cui al posto di migliorare
l'Italia ha creato i presupposti per l'affermazione di Berlusconi in politica?
Antonio Di Pietro: Anche lei, mi deve perdonare, incorre
nell'errore in cui incorre sempre l'informazione, e cioè confondere Tangentopoli
con Mani Pulite. Tangentopoli è una cosa, Mani Pulite è un'altra.
Tangentopoli è quel sistema di malaffare che ha corrotto la democrazia e
l'economia liberale italiana. Mani Pulite è stata una potente inchiesta
giudiziaria che ha fatto la radiografia del sistema. La colpa di quello che è
successo dopo non è del medico che ha fatto la radiografia, ma della malattia.
http://www.antoniodipietro.it/
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