Nel reality web delle Iene, il sesso è ridotto
a scommessa. E se la Chiesa su questi temi continua ad essere
accusata di oscurantismo, viene da chiedersi quali siano realmente
le distorsioni in gioco.
Alla fine sono
rimasti come fratello e sorella e l’esperimento “sociologico” delle
Iene ha avuto esito negativo. Stiamo parlando del siparietto web
organizzato dal programma cult di Italia Uno che ha rinchiuso per 24
ore in una roulotte Diana, ex concorrente russa del Grande Fratello,
e Filippo Nardi, già partecipante dello stesso programma ma qualche
anno fa. Diana era diventata famosa per aver fatto sesso nella
famosa casa televisiva, addirittura la prima notte, mentre Nardi è
stato coinvolto in quanto sogno erotico della ragazza (da sua stessa
ammissione).
Il reality è nato così da una scommessa: i nostri eroi riusciranno a
non “consumare”? Da qui, la scelta di rinchiuderli per un giorno e
una notte in uno spazio ristrettissimo, sottoponendoli a stimoli e
tentazioni più o meno velate, dalla trasmissione di video sexy a
massaggi particolari, passando dall’abbigliamento ai pranzi a base
di banane. Spettacolo e idea irriverente; sta di fatto che Diana e
Filippo, sono usciti dall’esperienza così come sono entrati. Ma
intanto, è stata legittimata l’idea che in fondo con il sesso si può
e si deve giocare, magari in TV. Del resto, cosa c’è di più
divertente?
In realtà, logiche simili sono di una tristezza imbarazzante, anche
se a rappresentarle è un programma fresco e quasi sempre
intelligente come le Iene. Non si tratta di fare i moralisti, ma di
fronte ad una deriva di questo tipo viene da chiedersi quali siano
realmente le distorsioni rispetto al sesso, diventato un vero e
proprio totem sociale. Nell’opinione comune, è la Chiesa la
principale fustigatrice dei costumi, vittima di una sessuofobia
galoppante, da cui discende una lista infinita di no e di divieti.
Eppure, guardando “Fratello e sorella”, il nodo da sciogliere è
capire chi tutela, chi promuove, chi difende che cosa.
Essere al passo dei tempi, significa forse sublimare “la botta e
via”? Considerare il sesso una forma più o meno piacevole del
fitness? Ridurre il momento più alto dell’intimità tra due persone
alla stregua di una scommessa? In sostanza, di questi tempi, è più
cool e trasgressivo comportarsi come Diana, Filippo e company oppure
indicare, come ha fatto il papa di recente, dimensioni più profonde,
difendendo così il valore alto del sesso e dell’amore?
Si può condividere o meno la posizione della Chiesa su questi temi.
Ma sicuramente è impossibile non scorgere in un testo come quello
che segue una affermazione radicale della bellezza e delle
potenzialità di ognuno. Scrive il papa nel messaggio ai giovani per
il 2007: “Imparare ad amarsi come coppia è un cammino meraviglioso,
che tuttavia richiede un tirocinio impegnativo. Il periodo del
fidanzamento, fondamentale per costruire la coppia, è un tempo di
attesa e di preparazione, che va vissuto nella castità dei gesti e
delle parole. Ciò permette di maturare nell’amore, nella premura e
nell’attenzione verso l’altro; aiuta ad esercitare il dominio di sé,
a sviluppare il rispetto dell’altro, caratteristiche tutte del vero
amore che non ricerca in primo luogo il proprio soddisfacimento né
il proprio benessere”. Aggiungiamo noi, dopo aver visto il GF e le
Iene: neppure la propria celebrità.
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