In questi mesi, università ed enti di ricerca si sono sottoposti a un
complesso sistema di valutazione della ricerca, messo a punto dal Civr,
il Comitato di indirizzo per la valutazione
della ricerca, presieduto da Franco Cuccurullo. Partecipano
all’esercizio di valutazione tutti e settantasette gli atenei nazionali, dodici
enti pubblici di ricerca e tredici enti convenzionati.
Un sistema di valutazione è davvero efficace quando sono note, con largo
anticipo, le conseguenze della valutazione (positiva o negativa) sulla
distribuzione delle risorse. Solo così si può sperare che la valutazione orienti
le scelte del corpo accademico, migliori la qualità della ricerca e stimoli la
concorrenza tra università.
Dopo più di un anno dall’inizio del processo di valutazione, tuttavia, la
comunità scientifica conosce poco l’attività del Civr e le conseguenze che i
giudizi di valutazione avranno sulla ripartizione dei fondi del ministero. Né è
chiaro se l’esperienza sarà ripetuta in futuro, e con quali modalità. Per capire
come procede la valutazione e che conseguenze avrà per le università e gli enti
di ricerca, abbiamo rivolto alcune domande al presidente del Civr, Franco
Cuccurullo.
Come sono stati selezionati i prodotti da valutare?
"Nel 2004, ciascuna struttura (università o ente di ricerca) ha selezionato e
trasmesso al Civr, per via telematica, i migliori prodotti della ricerca,
riferiti al triennio 2001-2003. In questo primo esercizio di valutazione, il
numero dei prodotti da presentare è pari al 50 per cento del numero dei
ricercatori equivalenti che operano all’interno della struttura, per un totale
di circa 18.500 prodotti, nel rispetto delle seguenti tipologie: articoli su
riviste, brevetti, libri e loro capitoli, manufatti e progetti. (1)
Contemporaneamente, le strutture di ricerca sono state impegnate nel compito di
fornire al Civr una serie di indicatori di performance, da mettere in
correlazione con la valutazione dei prodotti, per giungere al giudizio finale
del Civr sulla struttura. (cfr. Slide 1). In relazione al taglio
disciplinare, i prodotti sono stati trasmessi agli specifici panel di area,
in totale venti, di cui quattordici relativi alle aree scientifiche del
Consiglio universitario nazionale, integrati da ulteriori sei, relativi ad
altrettante aree scientifiche speciali, previste dal Civr. La numerosità dei
prodotti presentati in ciascuna area è sintetizzata in tabella". (Slide 2)
Da chi sono composti i panel di valutazione?
"Per definire la composizione dei panel, sono stati individuati specifici
criteri, alla cui determinazione hanno partecipato osservatori esterni,
provenienti dal mondo dell’università, degli enti di ricerca e dell’industria.
I panel,
costituiti complessivamente da centocinquantasei esperti italiani e stranieri,
sono stati nominati dal ministro Letizia Moratti lo scorso mese di gennaio, su
indicazione del Civr. L’elezione dei presidenti dei panel, cui spetta il compito
di affidare ai componenti del panel i prodotti da valutare (in relazione alle
specifiche competenze di ciascuno), è avvenuta telematicamente". (Slide
3)
Come vengono valutati i prodotti della ricerca?
"I componenti dei panel affidano la valutazione dei prodotti a esperti
esterni, attingendoli dalla banca dati del Civr (che ne comprende circa 13mila)
ovvero, qualora ne ravvisino l’esigenza, integrando la stessa con ulteriori
esperti. Ciascun prodotto deve essere valutato da almeno due esperti esterni, in
termini di qualità, rilevanza, originalità/innovazione, internazionalizzazione,
impatto economico-occupazionale, anche potenziale (Slide 4),
mentre il terzo giudizio è affidato direttamente al panel. Per ciascun criterio,
gli esperti formulano un giudizio di merito descrittivo, sintetizzandolo in una
delle seguenti categorie: eccellente, buono, accettabile e limitato (Slide 5).
Il panel ha il compito di ricondurre all’unicità i giudizi separati degli
esperti, tramite valutazione collegiale, con assoluta trasparenza.
Il processo esiterà in ranking list di area, che coinvolgeranno
tutte le strutture che hanno presentato prodotti nella specifica area. Ai panel
è affidato anche il compito di redigere un rapporto finale, dal quale
emergeranno i punti di forza e di debolezza delle aree, anche in un confronto
internazionale. (Slide 6) Non saranno previste ranking list
delle strutture, che saranno soggette, invece, a un giudizio articolato e
circostanziato del Civr. La pianificazione temporale ufficiale del processo
prevede la conclusione entro il 30 giugno del 2006, ma è verosimile che si possa
anticipare in maniera consistente questa data".
Quando saranno resi pubblici i risultati della valutazione?
"A oggi, quasi tutti i prodotti selezionati dalle strutture sono stati
valutati. In fase avanzata sono anche i giudizi di consenso dei panel, in base
ai quali si costruirà la ranking list delle strutture che hanno partecipato
all’esercizio. I panel dovranno anche consegnare una relazione generale sullo
stato dell’area. Ranking e relazioni saranno rese pubbliche anche separatamente,
mano a mano che i panel concluderanno i loro lavori. Anche i dati informativi
richiesti alle strutture sono in avanzato stato di elaborazione e saranno resi
pubblici in tempi brevi. La relazione finale del Civr, già in fase di
elaborazione, si concluderà quando tutti i panel avranno trasmesso i loro
rapporti".
Il ministro Moratti ha ribadito spesso che in sede di assegnazione delle
risorse pubbliche per la ricerca, si terrà conto dei risultati della
valutazione. I risultati dei panel verranno utilizzati per distribuire una parte
dei finanziamenti del Miur alle università e agli enti di ricerca?
"Così dovrebbe essere, ma questa è comunque decisione politica. Il Civr
fornirà una serie di criteri e indicatori per la ripartizione delle risorse
sulla base dei risultati dell’esercizio".
Quali e quanti fondi saranno distribuiti sulla base della valutazione Civr?
Quali meccanismi saranno concretamente utilizzati dal Miur per ripartire i
fondi? E a partire da quale data?
"L’ultima proposta del Miur prevede che il 30 per cento del Fondo di
funzionamento ordinario sia calcolato sulla base delle performance di ricerca
delle varie strutture. Ricordo che, al momento, l’unico indicatore, per il quale
esiste al momento una proposta articolata, applicata in via sperimentale dal
Cnvsu per il Fondo di funzionamento ordinario 2004, è tarato sui risultati dei
bandi dei progetti di ricerca nazionali (Prin)".
Come incideranno i giudizi di valutazione sul comportamento delle singole
università, la ripartizione dei fondi all’interno delle università, la selezione
dei docenti?
"I rettori hanno piena autonomia nel decidere se usare le risorse loro
assegnate per implementare aree di successo o per irrobustire aree deboli, ma
strategiche. Ricordo, inoltre, che la valutazione triennale è nata per valutare
le strutture, non i singoli ricercatori. Anche se, opportunamente modificato, il
sistema del Civr potrebbe rappresentare un prezioso strumento per la valutazione
del curriculum scientifico dei singoli ricercatori".
I prodotti della ricerca del triennio 2004-2006 saranno valutati con le
stesse modalità?
"Il decreto ministeriale prevede la continuazione a cadenza triennale,
tuttavia è anche necessario che il decreto venga reiterato. Questo nuovo decreto
ministeriale dovrebbe uscire nel dicembre 2006, a tre anni di distanza dal
primo, per rendere possibile un tempestivo svolgimento del nuovo esercizio e la
sua conclusione in tempi molto rapidi".
Perché la Conferenza dei rettori ritiene che sia necessaria una nuova agenzia
di valutazione? Non condivide la procedura adottata dal Civr?
"La Conferenza dei rettori ha appoggiato con grande chiarezza l’esercizio
Civr, fin dal suo inizio, come dimostrato da uno specifico parere ufficiale, nel
quale sono stati inseriti diversi suggerimenti integrativi, completamente
recepiti dal Civr e introdotti nel decreto ministeriale istitutivo della
valutazione triennale. Inoltre, durante lo svolgimento della valutazione
triennale, la Conferenza dei rettori ha promosso diversi incontri con il Civr,
che hanno fornito l’occasione per utili approfondimenti. Non va infine
dimenticato il notevole numero di incontri (circa novanta) con il presidente del
Civr, organizzati per iniziativa delle varie sedi universitarie, che hanno
favorito una capillare diffusione della comprensione dei meccanismi e dei
principi sui quali si fonda la valutazione".
(1) Nell’università, essendo due i compiti istituzionali
(ricerca e formazione), due ricercatori sono assimilati a un ricercatore
equivalente; negli enti di ricerca, invece, in considerazione dell’unicità del
compito istituzionale (ricerca), ciascun ricercatore corrisponde a un
ricercatore equivalente.
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