Una sentenza delle Corte di Cassazione ha messo al bando i comportamenti
punitivi di alcuni professori: possono provocare traumi psicologici nelle
piccole vittime.
Professori autoritari, addio. La Corte di
Cassazione ha, infatti, detto basta ai "metodi di educazione rigidi
e autoritari" per ottenere l'attenzione della classe. In una sentenza resa
dalla sesta sezione penale (n.34674/2007) i Giudici della Suprema Corte
denunciano che gli insegnanti che utilizzano metodi troppo autoritari nei
confronti dei loro alunni possono provocare "rilevanti conseguenze sulla
salute psichica" dei ragazzi stessi, portandolo addirittura "alla
depressione". La Corte conclude ricordando che gli insegnanti
che ricorrono a "comportamenti punitivi, violenti o costrittivi" arrecano un
pericolo "per la salute psichica" dei ragazzi portandoli alla depressione.
La Corte con la sentenza in questione ha respinto il ricorso
di un maestro e reso definitiva la condanna a questo inflitta dalla Corte
d'appello di Catania (tre mesi di reclusione) per abuso dei mezzi di
correzione: gli atti compiuti dall'imputato - si legge nella sentenza -
hanno realizzato traumi psicologici per le piccole vittime e, perciò, fatti
da cui deriva pericolo di una malattia nella mente delle parti offese;
pericolo che, alla stregua delle più recenti acquisizioni scientifiche,
sussiste ogni qualvolta ricorre il concreto di rilevanti conseguenze sulla
salute psichica del soggetto passivo, essendo opinione comune nella
letteratura scientifica-psicologica che metodi di educazione rigidi ed
autoritari, che utilizzano comportamenti punitivi violenti o costrittivi,
siano non soltanto pericolosi ma anche dannosi per la salute psichica così
da essere responsabili di una serie di disturbi: dallo stato d'ansia,
all'insonnia e alla depressione, o a veri e propri disturbi caratteriali e
comportamentali nell'età adulta".
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