"Il decreto che abbiamo approvato non é la riforma
dell'Università, è un provvedimento piccolo che punta a introdurre
la meritocrazia nella ricerca". Lo ha detto il Ministro dell'Istruzione
Mariastella Gelmini in conferenza stampa al termine del Consiglio dei
Ministri svoltosi ieri. "Nel decreto - ha spiegato Gelmini - abbiamo
stanziato 135 milioni di euro da destinare alle borse di studio di ragazzi
meritevoli e capaci e 500 milioni di euro da destinare sulla base del
merito, della qualità scientifica della ricerca, in maniera meritocratica".
Il decreto interviene sui concorsi per professori e ricercatori.
Sono 1.800 per 3.700 idoneità da professore e 320 posti da ricercatore. "Non
ci sarà nessun blocco dei concorsi banditi - ha assicurato il Ministro.
"Abbiamo introdotto un cambiamento nei meccanismi di composizione delle
commissioni esaminatrici, introducendo il sorteggio. Le commissioni saranno
composte da un membro interno e da altri eletti per garantire una maggiore
trasparenza". Gelmini ha dichiarato che le commissioni saranno pronte entro
fine gennaio ed ha invitato il mondo universitario ad aprire un dialogo di
confronto per una riforma condivisa.
La CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane,
ha espriesso un forte e pieno apprezzamento per il provvedimento varato dal
Governo "che affronta positivamente alcune urgenze fondamentali per la vita
universitaria. Esso - si legge in una nota della CRUI - rappresenta un
passaggio importante anche quale premessa per la determinazione di un clima
più costruttivo e di collaborazione nel quale affrontare le questioni
legislative e finanziarie aperte".
Enrico Garaci, a nome della conferenza dei Presidenti degli Enti
di Ricerca, ha espresso grande soddisfazione per l'approvazione del
decreto Gelmini "che contiene - ha reso noto Garaci - anche l'abrogazione
della norma che prevede il taglio del 10% della pianta organica negli enti
di ricerca pubblici". "In questo modo il Governo - ha detto Garaci - ha
mostrato sensibilità e attenzione nei confronti delle richieste provenienti
dal mondo della ricerca. L'abrogazione di questa norma, infatti, consentirà
da un lato il completamento del processo di stabilizzazione e dall'altro la
possibilità di bandire nuovi concorsi e ridare nuova linfa a un Paese in cui
l'età media del ricercatore è tra le più anziane d'Europa".
La Rete degli studenti medi, invece, ritiene che le soluzioni
prese dal Consiglio dei Ministri "siano delle risposte inesaustive rispetto
alle richieste del movimento delle scuole e delle università". "Il ministro
Gelmini tenta il recupero, ma è troppo poco - si legge in un comunicato
della Rete degli studenti medi - il ministro ha dovuto accettare alcune
richieste, sperando probabilmente in un'operazione di recupero di consenso,
ma i tagli su scuola e università rimangono e non viene ritirata
l'indicazione di trasformare le università in fondazioni private".
Secondo gli studenti non è "risolutivo neppure il provvedimento
sul turn over", mentre la copertura delle borse di studio per gli
aventi diritto è "una misura giusta quanto mai tardiva". Gli studenti delle
scuole superiori - ricorda la Rete - "continuano a mobilitarsi in questi
giorni, costruendo momenti di didattica alternativa con forme di protesta
nuove. Proseguono anche le occupazioni a in Umbria e in Abruzzo.
Oggi manifestazioni in tante città, insieme anche agli studenti
universitari. A Roma l'appuntamento è in piazza Barberini per gli
studenti delle scuole superiori. Le prossime date rimangono il 14 novembre,
manifestazione nazionale indetta dai sindacati dell'università, e il 17
novembre, data di mobilitazioni mondiale degli studenti".
I sindacati ripetono ancora una volta che:
- i tagli alla ricerca sono contenuti nelle tabelle della finanziaria
2009 per tutti gli enti, quelli all'università sono, sia nelle tabelle,
sia nella legge 133 e quelli all'AFAM sono cominciati contestualmente con
l'eliminazione dell'ICI;
- ai tagli si aggiungono la riduzione delle piante organiche per gli
enti, l'emendamento che anticipa al 30/6/2009 i termini entro i quali
dovrà concludersi il processo di stabilizzazione per Enti ed Università e
il blocco delle assunzioni per le Università e l'AFAM e le limitazioni
imposte nell'utilizzo del turn over agli EPR;
- si stanno minando le università pubbliche, gli enti di ricerca, i
conservatori e le accademie;
- si sta espellendo una intera generazione dal mondo dell'alta
formazione e della ricerca.
"Per tutti questi motivi - si legge in una nota della Cgil Flc,
Federazione lavoratori della conoscenza - mentre denunciamo ancora una volta
l'insensibilità del Governo su queste tematiche, riconfermiamo, in assenza
di atti concreti rispetto ai contenuti della piattaforma, la manifestazione
nazionale a Roma e lo sciopero generale di università, ricerca ed AFAM del
14 novembre
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