E’ matematico: quando si costruisce una strada si inaugura una nuova contabilità
dei morti che saranno in seguito ricordati con mazzi di fiori, cippi, lapidi,
fotografie, le cui testimonianze sono ovunque. Piccoli cimiteri on the
road. Circa settemila persone ogni anno muoiono sulle
nostre strade, quasi venti al giorno. E un numero spaventoso, vicino a
settantamila, è quello dei feriti, molti con lesioni permanenti. I giornali di
provincia aprono sempre con la cronaca mortuaria del motociclista che si
schianta contro un palo o con lo scontro frontale sulla statale. Negli ultimi
trent’anni facendo due conti dovrebbero essere morte più di duecentomila
persone.
Nessuno dice niente. Le società automobilistiche fanno le loro
pubblicità con macchine sempre più potenti, che ti invitano a violare i limiti
di velocità. L’eccesso di velocità è una delle cause principali degli incidenti.
Ci rompiamo tanto i c..ni per un paio di spinelli e non regolamentiamo
una pubblicità antisociale ed omicida. Non imponiamo ai costruttori un
limite di velocità. I media riportano le notizie con una rituale indifferenza.
Le istituzioni invece di promuovere il decentramento e il telelavoro sviluppano
la concentrazione e la mobilità. E’ l’economia bellezza. L’economia delle auto,
della benzina con le accise statali, dei finanziamenti per l’acquisto delle
auto. Dei morti economici che valgono molto meno dei morti di
guerra. Se ne parla poco, sono morti banali, un po’ superficiali. Un po’ se la
sono cercata. La quantità contro la qualità. Uccidono più le pubblicità delle
auto delle mine anti uomo.
E allora voglio la par condicio. Voglio anch’io dire la mia
sulle reti nazionali (le NOSTRE reti nazionali) con un spot che faccia capire
che la velocità è violenza, che è un mito del passato, di
persone vecchie, finite, che si gratificano con la marmitta
invece che con la f..a. Si, voglio tornare in televisione per 30 secondi, subito
dopo ogni pubblicità mortuaria, per ricordare, soprattutto ai giovani, che la
vita è altro, è altrove. Non nei pneumatici, nelle ruotemotrici, nei 220
all’ora, nelle Suv.
I velocimani sono dei poveretti, ma il vero problema è che non sanno di esserlo.
Ps: “La velocità è il maggiore assassino sulle strade e secondo
l'Unione Europea (EU) il ridurre la velocità media di guida di 3 km/h salverebbe
attorno a 5000-6000 vite ogni anno e preverrebbe attorno a 120.000-140.000
incidenti, risparmiando € 20 miliardi in costi... portando la velocità nei
centri cittadini da 30 km/h a 50 km/h aumenta il rischio di morte per i pedoni
di 8 volte”. Da
Wikipedia
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