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19/09/2006 Revisione Caldaie. L' Indagine di HC sui Costi (LS, www.helpconsumatori.it)

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Help Consumatori in collaborazione con il Movimento Difesa Del Cittadino (MDC) ha effettuato un'indagine sui costi di revisione delle caldaie nel nostro paese. A una famiglia italiana costa in media 186 € ogni due anni. Per i genovesi la spesa supera addirittura i 260 €. In più, nel dossier HC: cosa prevede la normativa, i dati sugli incidenti da gas combustibile in Italia e il decalogo "Caldaia sicura e a norma di legge".

A partire dal 15 ottobre fino al primo dicembre tutti comuni italiani, prima quelli del nord poi quelli del sud, potranno accendere i riscaldamenti. È questo, dunque, il periodo giusto per ogni famiglia di far controllare il corretto funzionamento della caldaia ed essere in regola con la normativa vigente.

Help Consumatori ha effettuato un'indagine sui costi di revisione delle caldaie nel nostro paese in collaborazione col Movimento Difesa del Cittadino (MDC). Secondo le norme (D.P.R. n. 412 del 1993 e D.P.R n. 551 del 1999) l'utente domestico è tenuto a richiedere assistenza a personale specializzato per due tipi di controllo: ogni anno una manutenzione ordinaria, ogni due anni anche la verifica del rendimento di combustione (prova dei fumi e rilascio bollino blu).

Ma quanto costa a una famiglia italiana tenere la propria caldaia pulita e sicura?

Una famiglia italiana paga mediamente per manutenzione ordinaria e controllo dei fumi 186 €: Genova, la città più cara, ogni famiglia sostiene ogni due anni 262,30 €, seguita da 4 città del Sud: Bari e Potenza con una spesa media pari 240,00€, Cagliari (230,00 €) e Napoli (225,00 €). Le meno care sono, invece, Catanzaro (120,00 €), seguita da Ascoli Piceno e Benevento con una spesa di 135,00 € (vedi Tabella 1 - Grafici 1 e 2). Le famiglie del Nord e del Sud sostengono costi simili rispettivamente 204,70 € e 186,60 €, quelle del Centro, invece, hanno una spesa più contenuta pari a 156,4 € (vedi Tabella 2 - Grafico 3 e 4).

Help Consumatori ha chiesto all'esperto Energia del Movimento Difesa del Cittadino (MDC), l'avvocato Francesco Luongo, un parere sull'indagine: "La manutenzione delle caldaie e i controlli delegati dalla legge ai comuni e alle province stanno diventando il nuovo incubo di tante famiglie italiane. La legge 46/90 e i successivi decreti attuativi, infatti, hanno dato agli enti locali la massima libertà di organizzazione per le relative verifiche e costi".

"Questa indagine è esemplare della attuazione a macchia di leopardo della legge sulle verifiche e soprattutto sui costi dei controlli per il cosiddetto bollino blu che variano da città a città senza alcun parametro legale dai 60 € di Catanzaro ai 172,30 € di Genova. Ai costi in alcuni casi molto alti si aggiunge la scarsa informazione delle famiglie. Le amministrazioni locali raramente hanno attivato idonee campagne informative o coinvolto le associazioni dei consumatori e il risultato è stato una fissazione del tutto arbitraria dei costi. Le società delegate ai controlli - conclude l'avv. Luongo - rappresentano un ulteriore problema per gli utenti: il personale è spesso privo delle opportune qualifiche e spesso consiglia di rivolgersi per la messa a norma degli impianti a ditte collegate direttamente o indirettamente alla società controllante".

 

PER ESSERE IN REGOLA CON LA CALDAIA. LA NORMATIVA

Mantenere l'impianto di riscaldamento della propria abitazione sempre efficiente ed in regola è semplice. Basta seguire le norme di gestione e manutenzione previste della legge (D.P.R. n. 412 del 1993 e D.P.R. n. 551 del 1999), per ridurre consumi e rischi in casa. Inoltre, una costante manutenzione sugli impianti comporta minori spese per consumi, migliore qualità dell'aria e maggiore sicurezza degli impianti stessi.

Gli interventi di manutenzione devono essere eseguiti da un'impresa abilitata ai sensi della Legge 46/90. Gli adempimenti dipendono dalla potenza dell'impianto termico. Per le caldaie con potenza uguale o inferiore a 35 KW, in genere le caldaie singole, la normativa prevede che venga effettuato:

  • controllo e manutenzione ogni anno;
  • verifica del rendimento di combustione ogni due anni (prova dei fumi).

Per le caldaie con potenza superiore a 35 kW, in genere quelle centralizzate, la normativa prevede:

  • ulteriore controllo, normalmente a metà del periodo di riscaldamento, del solo rendimento di combustione;
  • controllo bimestrale del consumo di acqua con lettura del contatore;
  • controllo annuale, prima dell'accensione, del serbatoio di gasolio;
  • un controllo "interno" e quindi più approfondito del serbatoio stesso, ogni cinque anni, smontando la caldaia stessa;
  • pulizia della caldaia ogni volta che la temperatura dei fumi superi di 50 gradi centigradi quella rivelata a caldaia pulita;
  • controllo bimestrale del rendimento di combustione percentuale con rilevamento dell'anidride carbonica prodotta per i combustibili gassosi (metano) e mediante l'indice Bacharach per i combustibili liquidi (gasolio).

Tutti i controlli vanno annotati, per gli impianti sotto i 35 KW, sul "Libretto d'impianto" e per quelli di potenza superiore, sul "Libretto Centrale". Il responsabile deve compilare e conservare il libretto di impianto, una vera e propria carta di identità dell'impianto che contiene, oltre ai dati del proprietario, dell'installatore e del responsabile della manutenzione, la descrizione dei principali componenti dell'impianto, delle operazioni di manutenzione, delle verifiche strumentali e dei controlli effettuati da parte degli Enti Locali.

Una volta eseguita la manutenzione, il tecnico dovrà compilare un rapporto di controllo e manutenzione. Una copia del rapporto deve essere conservata insieme al libretto d'impianto e costituisce parte integrante della documentazione che deve essere esibita in caso di controlli da parte degli enti preposti.

Gli impianti di riscaldamento centralizzato hanno dei limiti di accensione, che variano a seconda della zona climatica in cui si trova l'abitazione. Scarica il calendario di accensione del riscaldamento suddiviso per zone climatiche

 

GLI INCIDENTI DA GAS COMBUSTIBILE IN ITALIA

Nel corso dell'anno 2005, gli incidenti da gas combustibile relativi al gas distribuito per canalizzazioni (prevalentemente gas naturale e residualmente GPL) e al gas di petrolio liquefatto (GPL) distribuito in bombole e piccoli serbatoi si sono pressoché mantenuti al livello del 2004. Gli utenti (clienti finali civili) del gas naturale sono stati nell'anno 18.500.000 e quelli del GPL 7.700.000. In totale quindi 26.200.000 utenze domestiche risultano attualmente interessate all'utilizzo di gas combustibili, per riscaldamento, per produzione di acqua calda sanitaria e per cottura cibi. I dati del 2005, nella distribuzione del gas canalizzato per usi civili, hanno fatto rilevare 202 incidenti, dei quali 20 mortali che hanno causato 28 decessi. Gli infortunati sono stati 397. Per il GPL distribuito in bombole e piccoli serbatoi, sono stati rilevati 135 incidenti, dei quali 6 mortali che hanno causato 7 decessi. Gli infortunati sono stati 167.

(Dati del Comitato Italiano Gas (CIG) " Statistica incidenti da gas combustibile")

 

DECALOGO HELP CONSUMATORI "CALDAIA SICURA E A NORMA DI LEGGE"

  • FAR EFFETTUARE LA MANUTENZIONE DELLA CALDAIA SECONDO LE MODALITA' PREVISTE PER LEGGE. Almeno una volta l'anno far controllare tutto l'impianto, non soltanto la caldaia, e almeno ogni due anni farne controllare il rendimento di combustione (prova dei fumi). Il manutentore, al termine del controllo, rilascia al responsabile dell'impianto copia della "Dichiarazione attestante il controllo tecnico dell'impianto".
  • PER LA MANUTENZIONE RIVOLGERSI SOLO A OPERATORI ABILITATI. La legge 46/90 prescrive che le opere di installazione, ampliamento, trasformazione e manutenzione degli impianti a gas a valle del contatore siano eseguite soltanto da operatori abilitati, in possesso di determinati requisiti tecnico-professionali attestati da un documento rilasciato dalle Camere di Commercio o dalle Commissioni Provinciali per l'artigianato.
  • ATTENZIONE AL PERIODO DELL'ANNO E AL NUMERO MASSIMO DI ORE AL GIORNO IN CUI E' CONSENTITO ACCENDERE IL RISCALDAMENTO. Per conoscere limiti di orario e periodi della propria zona climatica ci si può rivolgere al Comune di riferimento. Ricordarsi, inoltre, di mantenere una temperatura media degli ambienti non superiore a 20° C (con una tolleranza di 2° C) come previsto per legge.
  • CONSERVARE TUTTA LA DOCUMENTAZIONE RELATIVA ALL'IMPIANTO. Non solo il libretto di impianto ("Dichiarazione di conformità" per impianti costruiti dopo il 13 marzo 1990 oppure il documento equivalente per impianti costruiti prima), ma anche le copie delle dichiarazioni attestanti il controllo tecnico dell'impianto, consegnate a seguito dei controlli e della manutenzione annuale.
  • VERIFICARE LA PRESENZA DEL MARCHIO CE SULLE APPARECCHIATURE. Quando si acquista un apparecchio a gas è sempre opportuno verificare che sia presente il marchio CE, sinonimo di qualità e soprattutto di sicurezza. Questo marchio è obbligatorio e testimonia che l'apparecchio è stato prodotto e collaudato secondo i criteri prescritti dalla direttiva europea 90/396/CEE.
  • ESEGUIRE UN CONTROLLO PERIODICO SULLO STATO DI CONSERVAZIONE DEL TUBO DI GOMMA PER IL COLLEGAMENTO APPARECCHIO-IMPIANTO.
  • OCCORRE GARANTIRE UNA CORRETTA VENTILAZIONE DEI LOCALI IN CUI È INSTALLATA LA CALDAIA.
  • EVITARE L'INSTALLAZIONE IN BAGNO E IN CAMERA DA LETTO DI CALDAIE A GAS O DI SCALDABAGNI INTERNI.
  • CHIUDETE IL RUBINETTO GENERALE DEL GAS ogni sera, prima di andare a dormire e in caso di assenze.
  • SE SI SENTE ODORE DI GAS: aprire porte e finestre del locale cercando di favorire il ricambio d'aria; chiudere il rubinetto d'intercettazione generale dell'appartamento o del contatore; non accendere per nessun motivo apparecchi elettrici o che generano scintille; chiamare immediatamente il pronto intervento da un telefono esterno all'ambiente per far eseguire un controllo.

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