TuttoTrading.it

TUTTO
FRANCOBOLLI



Home
Contatti

Informazione A.Informaz. Granditemi Dividendi Divid.2017 Divid.2018 Divid.2019 Divid.2020 Divid.2021 Divid.2022 Divid.2023 Divid.2024 T.Economia Tuttoborsa Tuttobanche Glossari T.Shopping Sicurezza Inf. Tuttoscuola Tuttoweb Tuttotrading

VAI ALLA MAPPA DEL SITO




27/01/2006 Rapporto Eurispes 2006: Italia, Paese fra Grandi Potenzialità e Forte Declino (1)(AA, www.helpconsumatori.it)

TUTTOFRANCOBOLLI per iniziare o continuare una collezione a prezzo favorevole o per regalare una bella collezioncina ad un giovane

Ricerca personalizzata
TUTTOFRANCOBOLLI per iniziare o continuare una collezione a prezzo favorevole o per regalare una bella collezioncina ad un giovane

E' stato presentato oggi presso la Biblioteca Nazionale di Roma il 18esimo Rapporto Eurispes sul panorama socio-economico della nazione Italia. "Un Paese - ha dichiarato Gian Maria Fara, Presidente di Eurispes - che non riesce a trasformare la propria potenza in energia", diviso fra grandi risorse e potenzialità ed incapacità di impegnarsi nella crescita e nello sviluppo.

Dal Rapporto 2006 emerge un'Italia che non riesce a sfruttare le enormi doti artistiche, turistiche, culturali e paesaggistiche, ma che sembra solo capace di dilapidare il proprio patrimonio senza investire nello sviluppo delle sue risorse. Il Paese presenta un'economia in pieno declino: la competitività resta un problema irrisolto e si va allargando il divario con le nazioni straniere, che spendono molto più di noi nella ricerca (nel decennio 1994-2004 Italia ha speso solo l'1% del PIL). La produttività del lavoro nell'ultimo decennio è calata del 10,8%, così come è in decremento o in sostanziale stagnazione l'attività industriale. Il Presidente Fara denuncia la responsabilità non solo del mondo politico ma anche della classe imprenditoriale, che non forma i propri dipendenti, avvalendosi di forme di lavoro precario, non investe nella ricerca e si avvantaggia di finanziamenti pubblici.

A fronte di una situazione macroeconomia allarmante corrispondono dati coerenti dal punto di vista del singolo cittadino: il potere d'acquisto delle famiglie è in forte crisi da circa 5 anni; il credito al consumo registra una crescita del 23,4% nel 2005, e non tanto per soddisfare esigenze voluttuarie quanto per far fronte ai bisogni essenziali (cure mediche, elettrodomestici, auto etc.), in molti casi perfino per l'acquisto di beni prima necessità come gli alimentari. Si diffonde la povertà, anche fra i ceti medi della popolazione: secondo l'Eurispes circa l'11% delle famiglie è a rischio povertà, mente quelle già in situazione di indigenza sono ben il 23%. Si fa fatica ad arrivare a fine mese per oltre il 58% degli italiani, che per fronteggiare le difficoltà economiche rinunciano sempre più alle spese per il tempo libero (61,5%), a viaggi e vacanza (64%), ai regali (72%) ed ai pasti fuori casa (66%). Conseguentemente si passa più tempo in casa, con cene da amici, fra un film noleggiato in videoteca e una partita di calcio in tv.

Ma chi si è avvantaggiato di questa situazione e chi invece è in maggior difficoltà? I "nuovi ricchi" appartengono al settore finanziario, assicurativo, immobiliare (azionisti, brokers, consulenti etc.); ma anche commercianti all'ingrosso ed al dettaglio, liberi professionisti (come avvocati, dentisti, commercialisti) hanno tratto profitto. Coloro che hanno conseguito più problemi sono lavoratori dipendenti (soprattutto se atipici e precari), piccoli risparmiatori coinvolti nei recenti scandali finanziari, piccoli e medi imprenditori agricoli, operatori dello spettacolo e pensionati.

La crisi economica che affligge l'Italia crea una crescente sfiducia nel futuro e nella classe politica e nelle Istituzioni: ne ha fatto le spese a sorpresa lo stesso Presidente della Repubblica Ciampi, a cui solo il 65% della popolazione riserva la propria stima (nel 2004 era il 79%). Il 49,2% dei cittadini è meno fiducioso nelle Istituzioni rispetto allo scorso anno: fra queste maggiore considerazione conserva la magistratura (38,6%), mentre Parlamento e Governo hanno solamente il 24,6% ed il 23% dei favori.

  • Archivio Società
  • Ricerca personalizzata