L'appuntamento:
Contromafie, Roma 17, 18 3 19 novembre
LINK: Libera
In dieci anni nulla è cambiato. I titoli della prima pagina del
principale quotidiano del mezzogiorno, Il Mattino, di dieci anni fa ,
sono la fotocopie di quelli di questi giorni. Stessi argomenti, stessa
crisi. Criminalità e rifiuti. Insomma, è proprio il caso di dirlo sono
state scritti fiumi d’inchiostro sull’emergenza criminalità, in questi
giorni come in questi anni. Ma la realtà è fotografata dai dati. Freddi,
agghiaccianti, drammatici. Otto omicidi, in otto giorni. E ancora: nei
primi sei mesi dell’anno, a Napoli, sono 400 i reati commessi dai
ragazzi al di sotto dei 14 anni, che salgono a 2000 se si considera la
fascia d’età dai 14 ai 18. Altro che Iraq. Siamo in piena guerra civile.
Non ci sono più alibi. E le proposte si moltiplicano. Ma le chiacchiere
stanno a zero. E’ amaro ammetterlo, ma è sempre meglio che dover
smentire. La Napoli della camorra aggredisce la quotidianità dei
napoletani. I politici offrono la ricetta: serve modernizzazione e
progetti. Non ci credo più. Si è realizzato il Centro Direzionale, una
gara gigantesca che ha cambiato il volto urbanistico di una zona di
Napoli. Eppure da una certa ora è meglio non frequentarlo. Si è
realizzata la Villa Comunale davanti al mare di Via Caracciolo, ma da
luogo di aggregazione è diventato terra di pochi. Piazza Dante è
diventata isola pedonale, ma dal pomeriggio è un grande campo di
calcetto all’aperto.
Sembra proprio che ogni tentativo, questa città te lo rispedisce al
mittente. Napoli perduta, diciamolo è un film già visto, che non
appassiona neanche più. Una voglia di reagire dovrebbe arrivare dagli
amministratori, ma lasciamo perdere. Chi parla di camorra a Napoli,
finisce nella lista nera. Ed ecco che siamo ad un bivio.Ritrovare le
motivazioni per smuovere la nostra coscienza impietrita dalla paura,
vivere la speranza come antidoto alla rassegnazione. Recuperare quel
diritto alla rabbia, che ci ha insegnato Luigi Ciotti. Il diritto di
arrabbiarsi, un sentimento, un atto d’amore per qualcosa che ci
appartiene e che amiamo. Quella rabbia espressa da un giovane ragazzo di
22 anni di San Giovanni a Teduccio, alla periferia di Napoli che così ha
scritto sul web, esprimendo solidarietà allo scrittore Saviano: «Mi
viene da piangere, solo da piangere. Tengo 22 anni, sono di S. Giovanni
a Teduccio, sono napoletano e non posso essere qualcosa di diverso, mi
viene di alluccare, solo di alluccare(gridare). Tengo voglia di una vita
normale, di una passeggiata normale, di essere un giovane occidentale.
Mi viene di scappare, solo di scappare. Ma tengo pacienza e nun me ne
vaco, nun me ne vaco, me acciressero, ma nun me ne vaco!!! Napoli,
quanto vorrei lasciarti, ma mò restare è una questione di principio!».
*Portavoce Legambiente Campania
31 ottobre 2006
Archivio Società
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