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01/11/2006 Napoli, nulla è cambiato (Peppe Ruggiero*, www.lanuovaecologia.it)

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In dieci anni nulla è cambiato. I titoli della prima pagina del principale quotidiano del mezzogiorno, Il Mattino, di dieci anni fa , sono la fotocopie di quelli di questi giorni. Stessi argomenti, stessa crisi. Criminalità e rifiuti. Insomma, è proprio il caso di dirlo sono state scritti fiumi d’inchiostro sull’emergenza criminalità, in questi giorni come in questi anni. Ma la realtà è fotografata dai dati. Freddi, agghiaccianti, drammatici. Otto omicidi, in otto giorni. E ancora: nei primi sei mesi dell’anno, a Napoli, sono 400 i reati commessi dai ragazzi al di sotto dei 14 anni, che salgono a 2000 se si considera la fascia d’età dai 14 ai 18. Altro che Iraq. Siamo in piena guerra civile. Non ci sono più alibi. E le proposte si moltiplicano. Ma le chiacchiere stanno a zero. E’ amaro ammetterlo, ma è sempre meglio che dover smentire. La Napoli della camorra aggredisce la quotidianità dei napoletani. I politici offrono la ricetta: serve modernizzazione e progetti. Non ci credo più. Si è realizzato il Centro Direzionale, una gara gigantesca che ha cambiato il volto urbanistico di una zona di Napoli. Eppure da una certa ora è meglio non frequentarlo. Si è realizzata la Villa Comunale davanti al mare di Via Caracciolo, ma da luogo di aggregazione è diventato terra di pochi. Piazza Dante è diventata isola pedonale, ma dal pomeriggio è un grande campo di calcetto all’aperto.

Sembra proprio che ogni tentativo, questa città te lo rispedisce al mittente. Napoli perduta, diciamolo è un film già visto, che non appassiona neanche più. Una voglia di reagire dovrebbe arrivare dagli amministratori, ma lasciamo perdere. Chi parla di camorra a Napoli, finisce nella lista nera. Ed ecco che siamo ad un bivio.Ritrovare le motivazioni per smuovere la nostra coscienza impietrita dalla paura, vivere la speranza come antidoto alla rassegnazione. Recuperare quel diritto alla rabbia, che ci ha insegnato Luigi Ciotti. Il diritto di arrabbiarsi, un sentimento, un atto d’amore per qualcosa che ci appartiene e che amiamo. Quella rabbia espressa da un giovane ragazzo di 22 anni di San Giovanni a Teduccio, alla periferia di Napoli che così ha scritto sul web, esprimendo solidarietà allo scrittore Saviano: «Mi viene da piangere, solo da piangere. Tengo 22 anni, sono di S. Giovanni a Teduccio, sono napoletano e non posso essere qualcosa di diverso, mi viene di alluccare, solo di alluccare(gridare). Tengo voglia di una vita normale, di una passeggiata normale, di essere un giovane occidentale. Mi viene di scappare, solo di scappare. Ma tengo pacienza e nun me ne vaco, nun me ne vaco, me acciressero, ma nun me ne vaco!!! Napoli, quanto vorrei lasciarti, ma mò restare è una questione di principio!».

*Portavoce Legambiente Campania

31 ottobre 2006

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