Borse, cinture, abiti, calzature, occhiali. Ma anche farmaci, giocattoli e
alimenti. Lunga la lista dei prodotti imitati, falsificati, contraffatti
rilevata dal rapporto Censis per il Ministero dello Sviluppo Economico.
L’indagine stima un fatturato di 6,9 miliardi di euro e stila l’identikit del
consumatore di merce taroccata: consapevole e soddisfatto.
Ad aprire la presentazione del rapporto Loredana Gulino, Direttore
generale DG Lotta alla Contraffazione-Uibm, Ministero dello Sviluppo Economico
che ha detto “Qualche anno fa erano i piccoli artigiani che negli
scantinati imitavano prodotti di abbigliamento i design. Oggi si può invece
parlare di una impresa criminale della contraffazione e tutti
i beni della nostra vita vengono contraffatti e falsificati”.
“La contraffazione – ha dichiarato Giuseppe Roma, Direttore
Generale Censis
– crea un mercato parallelo di concorrenza illegale: furto di
innovazione, truffa al consumatore, lavoro nero e rapporti con la criminalità
organizzata. Tra il 2000 e il 2010 il fatturato della contraffazione
è aumentato del 25% ma con la crisi ha iniziato a seguire l’andamento dei
consumi. Negli ultimi tre anni settori più contraffatti sono stati gli
accessori di abbigliamento, l’abbigliamento stesso e l’alimentare”.
Considerando infatti le tipologie di merce contraffatta al primo
posto troviamo l’abbigliamento e accessori (borse, cinture, portafogli) che da
soli rappresentano circa il 36% (2,4 miliardi di euro) del totale del
fatturato. Seguono i CD, DVD, cassette audio e video con un
25,8% e un valore del giro di affari pari a 1,7 miliardi di euro. Al
terzo posto ci sono i prodotti alimentari con valore di oltre un
miliardo di euro pari al 15,7 % del totale.
Nel triennio 2008-2010 l’Agenzia delle Dogane e la Guardia di
Finanza hanno effettuato oltre 56mila sequestri per un totale di 174 milioni
di pezzi falsi. La distribuzione territoriale evidenzia una
particolare concentrazione in alcune regioni, con una prevalenza assoluta del
Lazio (12.156 sequestri, oltre un quinto del totale nazionale), seguito dalla
Lombardia (8.664, pari al 15,5% del totale), regioni con grandi metropoli che
rappresentano un mercato importante per le merci contraffatti. Strettamente
connesso con il numero dei sequestri è il numero di pezzi sequestrati nel
corso delle operazioni: anche in questo caso si trova in testa il Lazio (con
oltre 40milioni di unità, pari al 23,1% del totale), seguito dalla Campania e
dalla Lombardia (entrambe con oltre 30milioni di pezzi). Se ai dati
della Guardia di Finanza e delle Dogane si aggiungono i 5,5 milioni di pezzi
contraffatti sequestrati nel triennio 2008-2010 dalle diverse Forze di Polizia
si sfiorano i 180 milioni.
Le conseguenze sull’economia e sul mercato dei milioni di prodotti
contraffatti che circolano nel mercato e del loro valore sono a dir poco
preoccupanti. “L’impatto sulla produzione – ha aggiunto Roma - è di
13,7 miliardi di euro a cui si aggiungono le circa 110mila unità lavorative a
tempo piene come impatto sulla produzione”. Questo significa che se
fossero stati venduti gli stessi prodotti sul mercato legale si sarebbero
avuto 13,7 miliardi di euro di valore di produzione aggiuntiva. E sul
fronte fiscale secondo Roma “sono state sottratte alla base fiscale italiana
4,6miliardi di euro”.
“Un ruolo importante lo riveste il consumatore, vittima e carnefice
allo stesso tempo”, ha detto Gulino stilando l’identikit del
consumatore di merce contraffatta: “Si tratta di un cittadino
consapevole fino a un certo punto. Sa che quello che sta compiendo è un
illecito, ma prova una certa soddisfazione nell’acquistare un bene che non si
poteva economicamente permettere e lo fa entrare in una sorta di status.
A volte percepisce la contraffazione come una sorta di giustizia
redistributiva. Quando però comprende che dietro il bene falso vi è la
criminalità organizzata l’atteggiamento cambia. Occorre quindi comunicare ai
cittadini”. Una comunicazione che secondo Lorenzo Miozzi, Presidente
del Movimento Consumatori “deve saper far breccia nel cittadino. E’
pertanto importante non dire al consumatore che sta commettendo un reato,
perché come tale non è percepito dalla maggioranza. E’ necessario, invece,
comunicare che un prodotto contraffatto può arrecare danni anche alla salute,
non immediati e automatici”.
http://www.helpconsumatori.it
Archivio Contraffazioni e Sofisticazioni
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