Gli
illeciti sportivi attribuiti in questi giorni alla ex-dirigenza della
Juventus hanno davvero alterato l’esito di molte gare, determinato una
diversa assegnazione dei titoli e la retrocessione di squadre che altrimenti
sarebbero rimaste in serie A? Perchè si è cercato di condizionare proprio
l'esito di alcune partite? E perché la dirigenza di un club che sulla carta
aveva molte probabilità di vincere comunque un campionato sente il bisogno
di intraprendere la strada dell’illecito sportivo con tutti i rischi (e i
costi) che questa comporta? È davvero solo per via del clima di impunità
prevalso sin qui o anche perché negli attuali assetti del campionato
italiano basta alterare alcuni risultati chiave per avere il primato in
tutto, compresi diritti televisivi? Sono quesiti frequenti in questi giorni.
Con i dati disponibili si può tentare qualche prima risposta.
L’esito probabile delle 7 partite incriminate
Nella tabella qui sotto abbiamo provato a stimare quale
potrebbe essere stato l’esito delle partite della Juventus, oggi al
centro delle indagini della magistratura. Per compiere questa valutazione,
abbiamo dovuto simulare cosa sarebbe potuto avvenire senza condizionamenti
arbitrali. Questo scenario alternativo (o counterfactual) può essere
stimato considerando i risultati degli incontri fra ogni coppia di squadre
nei due campionati precedenti e una misura dello stato di forma delle due
contendenti espressa in termini di win ratio, ossia il rapporto tra
punti conquistati e il numero di partite giocate. È un modello previsivo
abbastanza semplice, ma che ci permette di spiegare fino a quasi il 70 per
cento dei risultati effettivi degli incontri del nostro campionato. (1)
Soffermiamoci su alcuni degli incontri incriminati e vediamo come leggere la
tabella 1. A fianco del risultato finale, abbiamo incluso la nostra stima di
probabilità di vittoria, pareggio e sconfitta della squadra bianconera e il
commento delle partite tratto dal Corriere della Sera. (2)
Alcune probabilità sono addirittura del 100 per cento: questo non significa
che siamo sicuri a priori dell’esito del match, ma solo che il nostro
modello riesce a prevedere (in media) molto bene l’esito di quel tipo di
incontro in quelle circostanze.
La tabella mostra che le partite in cui, secondo la ricostruzione dei
magistrati e il commento del Corriere, l’arbitraggio sarebbe stato
maggiormente distorto a favore della squadra bianconera, sono soprattutto
quelle in cui, secondo il nostro semplice modello di simulazione, la
Juventus era condannata a non vincere. In altre parole, se
condizionamenti dell’operato arbitrale vi sono stati, le partite su cui
concentrare le attenzioni sono state scelte con cura per evitare una
probabile sconfitta (o un pareggio) della Juventus. I casi più eclatanti
sono le partite in cui le avversarie erano la Lazio e l’Udinese, dove la
previsione del modello è di una sconfitta della squadra torinese
rispettivamente del 70 e del 100 per cento. Quindi, si direbbe che, sì, i
condizionamenti arbitrali possano davvero avere inciso sull’esito del torneo
in modo determinante.
Condizionamenti mirati perché i divari sono aumentati
Passiamo al secondo quesito. Un club può affrontare costi
e rischi elevati nel condizionare gli arbitraggi se è in grado di modificare
l’esito di un campionato concentrando le proprie "attenzioni" su di un
numero relativamente limitato di partite. Cio’ significa che molte partite
devono avere un esito relativamente scontato, anche senza favori arbitrali.
Il crescente divario fra club maggiori e squadre più piccole è evidente nel
nostro campionato. Per avere un’idea quantitativa di questo fenomeno,
abbiamo stimato un indice di concentrazione che tiene conto dei punti
in classifica ottenuti a fine campionato rispetto al totale dei punti
ottenibili per le quattro squadre che hanno vinto il campionato negli ultimi
dieci anni (Juventus, Milan, Lazio e Roma) con il dato del campionato
2004-2005 (tabella 2). Questo indice viene di solito utilizzato per valutare
il divario fra club (più alto è il valore dell’indice, maggiore le
differenze tra squadre). Come si può notare, specialmente la Juventus ha
contribuito ad ampliare il divario fra grandi e piccoli club. Inoltre, come
accennato in
altri interventi su
questo sito, la
disuguaglianza del campionato è accentuata dal diverso trattamento nella
cessione dei diritti televisivi. È in atto un circolo vizioso in cui
i crescenti
divari sportivi aumentano i divari economici e questi ultimi accentuano
i divari sportivi. Il tutto riduce l’interesse in molte partite del
campionato.
Ci salvi l’Europa!
Punizioni esemplari, come deterrente di illeciti futuri,
professionismo degli arbitri con un organo di vigilanza super-partes,
trasparenza nella gestione dei diritti televisivi sono alcune delle proposte
ricorrenti in questi giorni per far ridare credibilità al calcio.
Sono tutte misure largamente condivisibili, ma possono non bastare se non si
riesce a bloccare questo circolo vizioso che facilita gli illeciti sportivi.
Il crescente grado di concentrazione del potere sportivo, economico e
televisivo nel nostro campionato crea infatti un terreno fertile per coloro
che volessero nuovamente condizionare a proprio vantaggio l’esito di queste
competizioni.
Come bloccare allora il circolo vizioso? Si puo’ provare a ridistribuire fra
clubs gli introiti dei diritti televisivi per ridurre il divario economico
fra grandi e piccoli club. Ma questo divario non sara’ mai colmato in un
calcio che e’ sempre piu’
globalizzato. Meglio allora cercare di ridurre la concentrazione di
potere sportivo, imponendo ai grandi clubs di competere con squadre
altrettanto forti, ad esempio nell’ambito di una superlega europea,
composta dalle squadre più forti dei vari campionati. La vittoria nei
campionati nazionali, più equilibrati perché senza i club più forti,
offrirebbe accesso ad un playoff in cui, assieme alle squadre nella
superlega quell’anno, si decida la rappresentanza nazionale nella superlega.
Un altro vantaggio della superlega e’ la selezione a livello europeo degli
arbitri (a partire da un pool di arbitri professionisti di diverse
nazionalità), come avviene nel caso della Champions League. Perdendo il
controllo sulla designazione degli arbitri , si riduce anche il potere di
condizionamento dei grandi club sugli arbitraggi. Il coordinamento a livello
europeo è anche l’unico che può permettere di applicare tetti agli ingaggi
dei giocatori. Non e’ realistico introdurre un salary cap solo in
Italia. Il Barcellona, il Chelsea o altri grandi clubs ci porterebbe via
tutti i nostri migliori giocatori.
Insomma anche in questo campo l’Europa potrebbe darci una mano, un piede o,
meglio, un fischietto.
* A pochi giorni dalla stesura di quest'articolo, la
Magistratura ha individuato altri casi di illecito sportivo per un totale di
72 partite. Siamo in attesa di conoscere maggiori dettagli riguardanti la
natura degli illeciti e chi avrebbero favorito. Tra queste partite,
comunque, solo 6 interesserebbero la Juventus e non dovrebbrero inficiare i
risultati del nostro modello previsivo.
(1) Abbiamo stimato un modello ordered probit.
Per una spiegazione tecnica abbastanza simile al nostro approccio si veda,
ad esempio, lo studio del campionato dei Paesi Bassi, in Ruud H. Koning,
Balance in competition in Dutch soccer, The Statistician, 49(3) pp.
419--431.
(2) Articolo di Fabio Monti, 13 maggio 2006
Tabella 1
Data |
Partita |
Risultato |
Errori Arbitrali |
Evento più probabile (probabilità in %)
|
Risultato alterato |
Commento |
06/11/2004 |
Reggina
Juventus |
(2-1) |
A sfavore della Juventus |
Sconfitta (100%) |
No |
Prima
sconfitta della Juve nel campionato 2004-2005. Moggi è furente perché
Paparesta: 1. non concede un rigore solare per mani di Balestri (già
ammonito, andava espulso); 2. annulla un gol a Ibrahimovic, che riesce a
segnare fra due avversari che cercano di ostacolarlo; 3. annulla il gol
del possibile 2-2 a Kapo per un fallo di mani che non c’è, mentre il
giocatore è in fuorigioco. |
14/11/2004 |
Lecce
Juventus |
(0-1) |
A favore della Juventus |
Vittoria
(99%) |
No |
Si gioca in
un pantano; Zeman, allenatore del Lecce, dice: «Non si doveva giocare e
basta ». Il guardalinee Ceniccola commette due errori definiti
«incredibili» da Casarin nella sua rubrica sul «Corriere »: lascia
correre un fuorigioco di Ibrahimovic; ferma Bojinov per un fuorigioco
che non c’è. |
05/12/2004 |
Juventus
Lazio |
(2-1) |
A favore della Juventus |
Sconfitta (70%) |
Sì |
La moviola
indica l’esistenza di due rigori: uno per la Juve (Talamonti trattiene
Ibrahimovic), uno per la Lazio, per l’uscita di Buffon su Inzaghi che
ostacolato cade. |
12/12/2004 |
Bologna
Juventus |
(0-1) |
A favore della Juventus |
Pareggio (55%) |
Sì |
Sono assenti
Petruzzi,Nastase e Gamberini. La Juve vince con una contestatissima
punizione fischiata da Pieri e trasformata da Nedved (41’ s.t.); il
Bologna si infuria anche per un rigore non dato a Cipriani sullo 0-0.
Bergamo e Pairetto commettono l’errore di rimandare Pieri a Bologna
attraverso sorteggio (sbagliata la griglia), dopo le proteste rossoblù
per Bologna-Roma 3-1. |
13/02/2005 |
Juventus
Udinese |
(2-1) |
A favore della Juventus |
Sconfitta (100%) |
Sì |
Sul 2-0 per
la Juve, viene annullato un gol a Fava dell’Udinese, per un inesistente
fuorigioco, segnalato da Gemignani. |
05/03/2005 |
Juventus
Roma |
(2-1) |
A favore della Juventus |
Vittoria
(80%) |
No |
Sul primo gol
Cannavaro è in fuorigioco; il rigore per la Juve (Dellas su Zalayeta)
viene fischiato per un fallo fuori area e con Ibrahimovic in fuorigioco
attivo. Due errori di Pisacreta. Cufré colpisce Del Piero con un pugno.
Vengono ignorati due rigori (De Rossi su Cannavaro e Cufré su
Ibrahimovic). |
09/04/2005 |
Fiorentina
Juventus |
(3-3) |
A favore della Juventus |
Sconfitta (81%) |
Sì |
Partita
diretta bene,ma la Fiorentina non può schierare Viali e Obodo, in quanto
squalificati per le precedenti ammonizioni.
|
|
Media
1995-2004 |
Campionato
2004-2005 |
Juventus |
0,67 |
0,84 |
Milan |
0,59 |
0,77 |
Lazio |
0,60 |
0,43 |
Roma |
0,58 |
0,44 |
|