Autostrade, Enel, Eni,
Mediaset e Telecom sono state definite
monopoliste da Romano Prodi che ha aggiunto: “le
uniche imprese che fanno soldi, tutte imprese che lavorano
su tariffe” e “le Autorità di controllo
lasciano uno spazio che nel resto d’Europa ci si sogna”.
Prodi ha detto cose ovvie, che sanno anche i bambini.
Alle sue parole chi si è sentito chiamato in causa poteva rispondere con un
dignitoso silenzio.
Ma come sempre la prima gallina che canta ha fatto l’uovo.
E di chi è l’uovo di giornata?
Degli undici consiglieri indipendenti di Telecom:
Enzo Grilli, Pasquale Pistorio, Jean Paul Fitoussi, Guido Ferrarini, Francesco
Denozza, Luigi Roth, Marco Onado, Luigi Fausti, Domenico De Sole, Robet Boas,
Paolo Baratta.
Che dopo una giornata e mezza di consulto hanno prodotto
una portentosa risposta a Prodi pubblicata martedì scorso sul
Corriere della sera a tutta pagina .
Ma se loro sono indipendenti, gli altri consiglieri sono
allora dipendenti? E da chi dipendono? E come si fa a dire che
questi undici consiglieri sono indipendenti? Non devono comunque essere
graditi a Tronchetti? E chi elegge i consiglieri indipendenti? E quanto
guadagnano? E cosa fanno in realtà?
E poi, un consigliere non dovrebbe essere sempre, per sua
natura, indipendente e fare solo il bene della società e dei
suoi azionisti?
La Telecom si fa consigliare da voi indipendenti e
raggiunge 42 miliardi di euro di debiti con un
titolo che ieri perdeva il 24,7% da inizio anno.
Non è meglio che si faccia consigliare da
qualcun
altro?
Ps: Non voglio commentare l’articolo uscito ieri su Il Tempo
e firmato con uno pseudonimo. Preciso però che il
finanziamento infruttifero da me conferito alla società
Gestimar è di 461.000 euro e non di 461 milioni di euro
come invece è riportato nel testo per un “refuso”.
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