RAI e Mediaset si trovano in una posizione di "dominanza
congiunta" nella televisione analogica. E nel digitale terrestre non è
esclusa l'eventualità che si riproponga un duopolio. Lo ha detto l'Autorità
per le Garanzie nelle Comunicazioni nella
Relazione annuale.
RAI e Mediaset si trovano in una "posizione di dominanza congiunta"
nel mercato della televisione analogica. Nel digitale terrestre non è
esclusa "l'eventualità" che si riproponga un duopolio. Il periodo di
transizione dalla tv analogica al digitale terrestre deve essere "il più
breve possibile". E "non può più essere rinviata" una "più funzionale
riorganizzazione" della Rai. Questi i nodi affrontati oggi dall'Autorità per
le Garanzie nelle Comunicazioni durante la Relazione Annuale presentata dal
presidente Corrado Calabrò.
Il 2005 è stato un anno di crescita del settore televisivo a
livello mondiale, con un valore complessivo di circa 435 miliardi
di euro e un + 4,6% rispetto all'anno precedente: la pubblicità resta "la
principale fonte di finanziamento" ma il maggiore aumento in valore
percentuale si è avuto nella pay tv. In Italia, in particolare, "l'andamento
del mercato denota come il peso dei ricavi della raccolta pubblicitaria -
pur confermandosi ancora, con una percentuale del 56,7%, la principale
risorsa - stia subendo una flessione (nel 2004 la percentuale era del
58,9%)". Nel frattempo "si consolida il ruolo di terzo operatore della
piattaforma satellitare gestita da Sky Italia, che ha raggiunto i 3,9
milioni di abbonati". Quanto al digitale terrestre, il numero di utenti
colloca l'Italia al secondo posto in Europa ma negli ultimi tempi, esauriti
gli effetti della politica di incentivi all'acquisto di decoder e
dell'offerta di contenuti premium, "la crescita ha subito un rallentamento
in mancanza di un'offerta apprezzabile di nuovi programmi in chiaro". Nel
settore audiovisivo l'Autorità è intervenuta con la determinazione del
Sistema integrato delle comunicazioni (22,144 miliardi di euro per il 2005)
e delle sue singole componenti; con l'avvio della riforma dell'Auditel, che
dovrà estendere la rilevazione degli ascolti a tutte le piattaforme (anche a
digitale terrestre, satellite e cavo) e aprire la propria governance a tutti
i mezzi trasmissivi; con la ricognizione sistematica delle frequenze,
d'intesa con il ministero delle Comunicazioni.
"L'assetto duopolistico e concentrato del mercato, in
cui gli operatori 'storici', RAI e Mediaset, detengono complessivamente
l'85% dell'audience, è stato oggetto di analisi - ha detto Calabrò -
l'Autorità ha ravvisato una posizione di dominanza congiunta di RAI e
Mediaset nel mercato delle reti analogiche. Siamo ora in attesa delle
valutazioni della Commissione europea". Calabrò riconosce che, in generale,
l'assetto del settore tv "é stato vivacizzato dall'ingresso di alcuni nuovi
operatori (ad esempio il gruppo L'Espresso; il gestore mobile 3), nonché
dall'affermazione di nuove modalità di fruizione dei contenuti televisivi".
Secondo l'Autorità, "il digitale terrestre può offrire le premesse per un
maggior pluralismo e per l'apertura del mercato a nuovi soggetti". Tuttavia,
sottolinea, "date le caratteristiche del sistema radiotelevisivo italiano,
non è esclusa, in prospettiva, l'eventualità che anche nella nuova
tecnologia possa riproporsi la configurazione di mercato duopolistico
ravvisata nell'analogico". E dopo l'annuncio della messa in mora dell'Italia
da parte della Commissione europea per la violazione delle direttive
comunitarie da pare della legge Gasparri, l'intervento spetta al Parlamento:
"È in quella sede - ha detto Calabrò - che va riconsiderato l'assetto
concorrenziale del settore nel processo di transizione dall'analogico al
digitale in modo da renderlo compatibile con gli obiettivi e i vincoli
comunitari, rivisitando le persistenti indicazioni della Corte
Costituzionale". "Allo stato della legislazione vigente - ha detto -
l'Autorità, per il rafforzamento del pluralismo e della concorrenza, ha
valorizzato l'obbligo di cessione del 40% della capacità trasmissiva a
fornitori di contenuti, terzi e indipendenti".
Il periodo di transizione dalla tv analogica a quella digitale
terrestre deve essere "il più breve possibile". Secondo l'Autorità
"sarebbe errato attendere passivamente il momento dello switch-off per le
iniziative da intraprendere da parte delle emittenti e per le regole da
dettare". Di conseguenza bisogna far sì che "il periodo di transizione,
caratterizzato dalla compresenza delle due tecnologie trasmissive e quindi
da un uso inefficiente delle frequenze, sia il più breve possibile,
assicurando il pluralismo. Non si può sostare nel guado; di ciò risentono
massimamente le TV locali, che non possono trasmettere in simulcast". Per il
presidente dell'Autorità "è il caso quindi di programmare - realisticamente
ma operativamente - uno switch-off progressivo, per reti e/o per aree
geografiche. La guida di tale processo spetta al Governo".
La RAI, ha detto Calabrò, "versa in angustie. Alla
ristrettezza delle risorse provenienti dal canone, non correlato
all'andamento economico, fa riscontro l'ibridismo della sua struttura:
troppo servizio pubblico per l'appetibilità commerciale; troppo commerciale
per una produzione di qualità. Il tutto ingabbiato in un reticolo di norme a
metà strada tra il pubblico e il privato (a volte dettate direttamente dalla
legge) che ne imbrigliano l'operatività imprenditoriale". Secondo l'Autorità
dunque "la separazione della contabilità" rappresenta un "deciso passo
avanti sul piano della trasparenza, finalizzato a una più funzionale
riorganizzazione; la quale non può più essere rinviata".
PAR CONDICIO. "L'impianto normativo a tutela della par
condicio si è dimostrato uno strumento di democrazia indispensabile, ma
migliorabile alla luce dell'evoluzione della comunicazione televisiva". Lo
ha affermato il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle
Comunicazioni, che ha ricordato come nella lunga stagione elettorale che ha
visto l'Italia impegnata nelle politiche, nelle amministrative e nel
referendum, l'Authority sia intervenuta "tempestivamente, anche ad horas,
con oltre cento decisioni: per la prima volta sono state irrogate anche
sanzioni pecuniarie".
EDITORIA. E' "di tutta attualità", secondo il presidente
dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, "la necessità di difesa
della stampa" quotidiana e periodica, che "rischia di vedere aggravata la
sua posizione" di fronte allo sviluppo impetuoso dei mezzi di comunicazione.
La proposta di modifica europea della cosiddetta direttiva 'Tv senza
frontiere' "difetta di un'adeguata considerazione dell'esigenza di mantenere
quell'equilibrio nella competizione tra i diversi media". Sul piano del
diritto interno, l'Autorità si impegnerà a "vigilare affinché sia rispettato
il divieto di posizioni dominanti nei singoli mercati che compongono il
Sistema integrato delle comunicazioni".
I COMMENTI. Entro i primi di agosto il governo varerà
con un decreto la "cabina di regia" che governerà la transizione da qui al
2012, data ormai probabile per il passaggio definitivo dalla tv analogica al
digitale terrestre. Lo ha annunciato il ministro delle Comunicazioni, Paolo
Gentiloni, a margine della Relazione dell'Authority. "La nostra impostazione
- ha detto il ministro - viene pienamente riflessa nelle parole del
presidente Calabrò, in particolare sulla necessità di puntare sui contenuti
e di elaborare un piano coordinato, con la regia del governo, per gestire il
periodo di transizione verso lo switch-off. E' proprio quello che faremo,
varando con un decreto, entro i primi di agosto, una cabina di regia di cui
discuteremo con tutti gli operatori interessati e che sarà il luogo per
governare la transizione da qui al 2012". "Quello che ci si chiede è
continuare il cammino virtuoso già intrapreso. Siamo aperti e disponibili":
questo il commento del presidente di Telecom Italia, Marco Tronchetti
Provera. Secondo il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, "Sul
digitale terrestre ha preso una posizione misurata, che va bene. Per il
resto, c'è questa 'posizione di dominanza congiunta' che è un ossimoro: c'è
sempre, come facciamo ad essere dominanti e congiunti noi e la Rai?". Per
l'ex ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri, infine, la legge
Gasparri "ha sancito l'avvio di un grande processo di modernizzazione che la
relazione annuale dell'Autorità per le Comunicazioni conferma e sottolinea"
e "la legge Gasparri resta un caposaldo destinato a resistere ad ogni tipo
di attacco e di critica".
30/08/2009 Archivio Televisione Digitale Terrestre
Archivio Telefonia
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