È un'Italia che si muove soprattutto in automobile. Qualità della
mobilità: il Mezzogiorno fanalino di coda. Questi alcuni dati rilevati dal
1° rapporto ACI-Eurispes sulla Qualità della Mobilità nelle province
italiane presentato oggi a Roma.
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13/09/2006 TRASPORTI. Ricerca Aci-Eurispes, MDC: Una Radiografia Impietosa
Il Movimento Difesa del Cittadino approfitta per diffondere il decalogo anti-traffico: aumento dei parcheggi di scambio, incentivazione delle iniziative di car sharing e di car pooling nonché aumento del numero dei taxi...
L'Italia si muove soprattutto in automobile.
È incapace di rispondere alle esigenze di mobilità dei cittadini, priva di
un sistema adeguato di trasporti pubblici e con un elevato livello di
incidenti stradali che coinvolgono ogni anno oltre il 20% della popolazione.
E fra le province italiane, al primo posto si classifica Aosta, all'ultimo
Foggia e c'è un gap evidente con le aree meridionali. Sono questi alcuni dei
risultati emersi dal 1° Rapporto ACI-Eurispes sulla Qualità della Mobilità
nelle province italiane, presentato oggi a Roma presso la sede
dell'Automobile Club d'Italia: il documento classifica 103 province italiane
sulla base dell'Indice di Qualità della Mobilità e propone un'indagine
condotta su 3.500 cittadini sull'uso dell'automobile, dieci focus tematici e
interviste a opinion leader.
LE PROVINCE. Al primo posto
della classifica ACI-Eurispes per la Qualità della Mobilità si colloca
Aosta, seguita da Siena, Parma, Pisa e Terni. Fra i primi venti posti ci
sono ben dieci province dell'Italia centrale (sono Siena, Pisa, Terni,
Lucca, Arezzo, Perugia, Massa, Firenze, Pesaro ed Ascoli Piceno), sei del
Nord-Ovest (Aosta, Mantova, Trento, Biella, Cuneo, Brescia) e quattro del
Nord-Est (Parma, Ravenna, Udine e Bologna). Emerge un evidente divario
rispetto alle province meridionali che si collocano tutte negli ultimi
posti, a partire dalla 82esima posizione di Reggio Calabria e con dati
estremamente negativi per l'Italia insulare. La Toscana vive una situazione
privilegiata: sei province (Siena, Pisa, Lucca, Arezzo, Massa e Firenze) su
dieci si collocano tra i primi venti posti della classifica. Buono anche lo
stato dell'Umbria (con Terni al quinto posto e Perugia al tredicesimo). Nel
Nord-Est, il risultato migliore è registrato dall'Emilia Romagna che piazza
ben tre province (Bologna, Parma, Ravenna) all'inizio della classifica. Non
è invece in buona salute la mobilità delle realtà laziali: Roma occupa il
33° posto della classifica, mentre le restanti quattro province si collocano
in posizioni piuttosto critiche (Rieti 50esima, Viterbo 67esima, Frosinone
73esima e Latina 81esima). Negli ultimi posti della graduatoria ci sono
invece le realtà meridionali: Ragusa (93° posto), Trapani (98°), Siracusa
(99°), Agrigento (101°) e Caltanissetta (102°). Detiene il primato negativo
una provincia pugliese, Foggia, che si colloca in ultima posizione, ma anche
le altre registrano risultati poco soddisfacenti: Bari è 100esima, Taranto
90esima e Brindisi 83esima. E anche la Sardegna non appare una realtà
invidiabile: Nuoro è 96esima, Oristano 84esima e Sassari 80esima, mentre
Cagliari si colloca a circa metà classifica (58° posto).
TUTTI IN AUTOMOBILE. "Gli italiani - ha detto il
presidente dell'ACI Franco Lucchesi - sono i forzati dell'automobile". La
ricerca rileva infatti che la mobilità degli italiani è legata soprattutto
al lavoro, che rappresenta la ragione principale degli spostamenti per la
netta maggioranza dei cittadini intervistati (il 58,3%). L'auto privata è
senza dubbio il mezzo di trasporto privilegiato: oltre a quanti (circa il
64% del campione) usano l'auto spesso o sistematicamente in qualità di
conducente, occorre infatti considerare anche i cittadini che per i propri
spostamenti ricorrono soprattutto al passaggio in macchina (poco meno di uno
su quattro). Ed è ancora l'auto, e, più in generale, il mezzo privato di
trasporto, a essere privilegiato dagli intervistati che si muovono
quotidianamente per compiere i tratti più lunghi rispetto al mezzo pubblico
(77% vs 20,5%). Ci si muove in automobile soprattutto per la rapidità degli
spostamenti, segnalati dal 37% del campione: in effetti, quanti usano
l'automobile denunciano tempi medi di spostamento molto inferiore rispetto a
quanti si muovono con il trasporto pubblico: oltre il 72% degli intervistati
impiega generalmente meno di mezz'ora per raggiungere il luogo di
destinazione mentre fra quanti si spostano in autobus o in tram questa
percentuale scende bruscamente al 40,5%. Gli italiani si muovono in
automobile anche per la libertà da vincoli di orario (22%) e per un più
elevato livello di comfort (17%). Per una minoranza significativa degli
intervistati, pari al 15% e abitanti soprattutto nei comuni più piccoli, la
scelta dell'auto dipende invece dalla carenza o dall'assenza delle rete di
trasporto pubblico. Non mancano naturalmente i fattori critici e i disagi
legati all'uso dell'automobile: per il 47% degli intervistati il traffico è
il principale problema, soprattutto per quanti abitano nei comuni di grandi
dimensioni o nelle città metropolitane. Gli stessi cittadini avvertono anche
il problema dello smog, mentre la presenza di mezzi pesanti è vissuta come
fonte principale di disagio dai cittadini dei piccoli comuni
(19%). E non mancano i disagi legati alla difficoltà di parcheggiare: il 46%
degli automobilisti - quasi la metà - impiega in media più di 10 minuti per
trovare parcheggio in centro, soprattutto nelle città metropolitane (58%),
dove è più elevata anche la probabilità di essere coinvolto in incidenti
stradali.
INCIDENTI. In un anno circa un cittadino su cinque (il
20,3%) è coinvolto in incidenti stradali. In particolare, la possibilità di
incorrere in incidenti è elevata soprattutto nelle città metropolitane
(22,4%) e nei comuni di media ampiezza (20,2%) mentre è minore nei piccoli
comuni (16,6%). E sono i giovani le principali vittime degli incidenti: la
percentuale di intervistati coinvolti nei sinistri sale infatti col
diminuire dell'età e raggiunge il 20,6% fra quanti hanno fra 35 e 44 anni,
il 22,6% fra i 25-34enni per arrivare al 23% fra i giovanissimi, che hanno
un'età compresa fra 18 e 24 anni. La maggior parte degli intervistati
esprime un giudizio negativo sulla sicurezza, sulla manutenzione e sulla
scorrevolezza delle strade.
"Emerge in modo drammatico il problema del Mezzogiorno,
con un'Italia spaccata in due - ha detto durante la presentazione il
presidente dell'ACI Franco Lucchesi - credo che il Paese debba prendere atto
che esiste ancora una grossa questione meridionale". Lucchesi ha inoltre
sottolineato che "gli italiani sono i forzati dell'automobile" e ha
ricordato la crisi nell'offerta di trasporto pubblico, il problema
rappresentato dalla sicurezza delle strade e "una manutenzione dei manti
stradali vergognosa e indegna di un paese civile".
Occorre privilegiare la programmazione territorialmente
diversificata, riflettere sugli eccessi di regolazione amministrativa che
hanno effetti solo sul breve periodo , mentre blocchi e traffico a targhe
alterne sono "palliativi" con risultati scarsi sul miglioramento della
qualità della vita, e bisogna privilegiare il carattere innovativo di
interventi come il car pooling, il finanziamento delle automobili
elettriche, i parcheggi di scambio e il rinnovo del parco vetture con
autobus a metano e mezzi elettrici: queste alcune delle proposte lanciate
dal presidente dell'Eurispes Gian Maria Fara