La banca dovrà rimborsare il consumatore vittima di una truffa online che
s’era visto sottrarre dal proprio conto corrente oltre 4 mila euro per un
bonifico mai fatto. La segnalazione arriva da Confconsumatori: la Banca
Popolare di Fondi dovrà risarcire il denaro sottratto a un correntista vittima
di una frode informatica che segnalava un bonifico mai fatto verso l’estero.
Lo ha deciso il Collegio di Roma dell’Arbitro Bancario e Finanziario (ABF),
organismo indipendente che si occupa delle controversie tra i clienti e le
banche e gli altri intermediari finanziari. Controllando attraverso
Internet Banking il proprio conto, il consumatore si era
infatti accorto di un ammanco di ben 4.072 euro, una somma che risultava
essere oggetto di un bonifico bancario estero indirizzato in Portogallo ma mai
effettuato. Aveva dunque informato l’istituto bancario e aveva
presentato denuncia per truffa presso il locale Commissariato della Polizia di
Stato. Ma davanti al diniego della Banca di restituire la somma
oggetto della truffa, l’utente si è rivolto a Confconsumatori, sede
di Minturno, per vedere garantiti i propri diritti.
E l’Arbitro Bancario Finanziario, sulla scorta del ricorso
presentato dall’avvocato Barbara Romano, legale dell’associazione, rilevava
che “qualora l’utilizzatore di servizi di pagamento neghi di aver
autorizzato un’operazione di pagamento già eseguita è onere del prestatore di
servizi di pagamento provare che l’operazione di pagamento sia stata
autenticata”. L’ABF ha dunque riconosciuto la responsabilità della
banca verso il cliente per i danni della truffa online, con la condanna al
riaccredito sul conto corrente dell’importo complessivo oggetto
dell’operazione fraudolenta.
Come sottolineano l’avvocato Romano e l’avvocato Franco Conte, Presidente
Provinciale di Confconsumatori Latina, è importante far conoscere ai
consumatori i propri diritti anche nel campo bancario-finanziario, perché la
legge “impone alle banche o alle società emittenti oneri probatori gravosi,
cioè sono le banche a dover sopportare i danni conseguenti alle truffe
informatiche e non, come troppo spesso accade, i consumatori”.
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