Alcune settimane fa abbiamo lanciato una iniziativa per cercare di
impedire che fosse introdotta una nuova gabella sulla tassa dei rifiuti in
sostituzione dell'Iva che e' stata dichiarata illegittima dopo una
sentenza della Corte Costituzionale.
Nello specifico.
La senatrice Anna Cinzia Bonfrisco (Pdl) ha presentato un emendamento al
disegno di legge di conversione del dl 135/2009, attualmente in
discussione alla commissione Bilancio del Senato. La nostra senatrice, per
legittimare l'addebito non conforme alla Costituzione, ha rispolverato un
regio decreto del 1937, che istituiva l'Eca, un tributo locale ante
litteram ed ha previsto, guarda caso nella medesima percentuale dell'Iva
dichiarata illegittima, che sia versato da chi paga la tassa sui rifiuti.
Per contrastarne l'approvazione abbiamo invitato i cittadini ad esternare
il proprio dissenso con un messaggio E-mail alla medesima senatrice (qui
i particolari).
In diversi hanno scritto alla senatrice che, talvolta, ha risposto
in modo standard con il testo che segue:
Gentile sig. xxx,
il mio emendamento non elude la sentenza della Corte.
Come ha previsto la Corte Costituzionale con la sua sentenza, i cittadini
non dovranno piu' pagare l'IVA sulla tassa rifiuti.
E io, come Lei, me ne rallegro.
Tutto ciò che può aiutare il processo di liberalizzazione dei servizi
pubblici locali è utile all'affermazione della tutela del cittadino nella
certezza e nella qualità dei servizi di cui deve poter disporre.
Sono certa non le sia sfuggito che nello stesso disegno di legge in
discussione nelle commissioni competenti Governo e Parlamento affrontano,
all'art. 15, proprio questo tema.
Ma sono sicura che trovandosi nel ruolo di legislatore farebbe, come ho
fatto anch'io, una riflessione attenta su come la sentenza, esclusivamente
rispetto al pregresso, metta involontariamente a rischio i bilanci
comunali e quelli delle municipalizzate, con pesanti ricadute proprio su
quei cittadini che tutti vogliamo tutelare.
In sintesi, ben venga l'eliminazione dell'IVA ma attenzione anche a
salvaguardare i Comuni nella loro funzione di garanzia dei servizi ai
cittadini.
Distinti Saluti
Sen. Anna Bonfrisco
------------------------------
------------------------------
Ma nei giorni scorsi, probabilmente perche' i messaggi da noi
sollecitati sono numerosi, un collaboratore della segreteria
particolare della senatrice ha ritenuto opportuno far conoscere anche il
proprio pensiero, ed ha inviato una lettera ad un cittadino, che ha
ritenuto opportuno girarcela e intavolare con noi un confronto. Segue il
testo:
Egregio sig. De Piero,
essendo un collaboratore della sen. Bonfrisco, ho letto la Sua email.
Provero', in qualche modo, a rispondere sulla questione da Lei posta.
Tuttavia, tengo a precisare che sia la decisione di scriverLe, quanto il
contenuto di questa email costituiscono una decisione autonoma e una
riflessione di carattere del tutto personale, che non impegnano in alcun
modo il pensiero della senatrice.
Innanzi tutto, sono convinto che le sentenze della Corte Costituzionale
vadano rispettate, sempre.
Inoltre, l'emendamento in questione e' solo un modo per far fronte ad una
situazione molto complessa e diversa negli oltre 8.000 comuni, e dovendo
essere una risposta "media", non pretende certamente di essere ultimativo.
Fatta questa necessaria precisazione, ritengo che una possibile risposta
su "come" attuare nello specifico caso la sentenza della Corte, necessiti
di qualche informazione.
Mi permetto, quindi di chiederle alcune informazioni:
- il suo, e' un Comune grande, medio o piccolo?
- come gestisce il servizio rifiuti?
- come ha gestito fino ad oggi la TIA?
- se e' stata gestita "in proprio", come e' avvenuta la riscossione?
- se e' stata "appaltata", come e' avvenuta la riscossione?
- Lei parla di "reintroduzione" dell'ECA, in che senso?
- a quanto ammonta (piu' o meno) l'importo che deve esserLe restituito?
- sarebbe disposto a pagare una nuova tassa a fronte del rimborso?
- quanto efficiente e' il suo Comune?
- sarebbe disposto a sostenere una nuova procedura di accertamento e
riscossione del tributo?
Queste sono solo alcune domande, ce ne sarebbero altre... che non e' un
modo per non rispondere, per rimandare la palla...
Conoscere esattamente la situazione mi sembra essenziale per dare una
risposta.
E magari si viene a scoprire che, tutto sommato, l'idea di una
compensazione che sta alla base dell'emendamento e' meno dura o pesante di
quanto emerge da una scrittura dell'emendamento forse un po' troppo
immediata.
Comunque, rimango a Sua disposizione anche per una chiacchierata
telefonica in cui scambiare un parere su quelle informazioni ed essere,
forse, più preciso.
Cordialmente
Domenico Guardabascio
Segreteria particolare della sen. Anna Bonfrisco
--------------------
--------------------
Il signore a cui e' giunto il messaggio del collaboratore della
senatrice, ha chiesto una nostra opinione con il testo che segue:
Gentile presidente Aduc,
non capisco se Guardabascio e' seriamente interessato alle mie risposte o
se sta solo cercando di intimidirmi ponendo una sfilza di domande di cui
non ho la risposta per una buona meta', mentre si incensa dimostrando di
essere piu' che erudito in materia. Senza contare il tono subdolamente
minatorio, quando chiede "va bene, le torniamo i soldi, pero' le costera'
una nuova tassa".
Continua poi a sfuggirmi il nesso tra l'IVA pagata in eccesso e
l'emendamento "salva comuni" di cui parlano. Voglio dire, l'IVA e'
incassata dall'Erario e non so in che misura venga poi redistribuita ai
comuni, mentre il loro emendamento introduce una gabella locale.
Mi piacerebbe rispondere a Guardabascio con questo mio dubbio, pero'
ammetto di essere in difficolta' a costruire una risposta consapevole
della materia trattata e della sentenza della Corte Costituzionale.
Non so perche', ma ho come la vaga impressione che dietro la firma della
Bonfrisco sull'emendamento, si celi in realta' un bel po' di lavoro del
Guardabascio, che probabilmente si e' sentito punto sul vivo dalla mia
mail.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa lei, se ha il tempo per rispondermi.
Andrea De Piero, Fagagna (UD)
-----------------------------
-----------------------------
E noi abbiamo cosi' replicato:
gentile signor De Piero,
mi pare che questo signore faccia "fuffa" rispondendo ad una domanda con
una mitragliata di altre domande che, come giustamente lei ha notato,
hanno il solo scopo di voler dimostrare una mega-preparazione in materia
e, sostanzialmente, mettere in difficolta' il proprio interlocutore, si'
da "costringerlo" a riconoscere la bonta' del provvedimento della sen.
Bonfrisco.
Non credo che una simile interlocuzione possa servire allo scopo che ci
siamo prefissi, cioe' l'applicazione della sentenza della Corte
Costituzionale e il rimborso del maltolto agli utenti.
Una riflessione/spunto che le potra' servire a meglio comprendere la
nostra impostazione e quella del signor Guardabascio:
sia noi che lui diciamo di voler dare attuazione alla sentenza della Corte
Costituzionale, ed e' vero. Ma e' anche vero che puo' accadere di tutto,
dipende dall'impostazione che si da' al proprio operato. Noi mettiamo al
centro il cittadino/utente/contribuente, lui lo Stato/Erario. Noi
auspichiamo che norme e leggi siano modellate nell'interesse del cittadino
e che lo Stato sia garante della corretta applicazione. Lui opera perche'
allo Stato/Erario non venga a mancare nulla (e per questo e' disposto,
visto lo stomaco forte che ha, a proporre anche cose ridicole come quella
della reintroduzione dell'Eca... che poi nega anche rispetto all'evidenza
di quanto e' scritto nella relazione della sen.Bonfrisco), cosi' lo Stato
potra' continuare senza intoppi e mancanze a svolgere il proprio servizio
per i cittadini. Una differenza sostanziale del rapporto Stato/cittadino,
Erario/contribuente.
Le chiedo di tenermi aggiornato sugli eventuali sviluppi della
interlocuzione.
Grazie dell'opportunita'
Buona giornata
Vincenzo Donvito
----------------------------
----------------------------
Per concludere questo articolo e per tenere aperto il fronte e
incrementare l'invio dei messaggi alla sen.Bonfrisco, solo una
riflessione.
Questo e' uno spaccato dei nostri legislatori, quelli che contano perche'
hanno il potere che gli deriva dall'essere in maggioranza di Governo. E,
visto che nello specifico non ci sono altre proposte in Parlamento,
presumibilmente sono portavoce di tutta la maggioranza.
Facciamone tesoro per tre motivi:
- gentilezza nel rispondere: virtu' rara nei parlamentari
che ricevono messaggi dagli elettori (spesso le caselle di posta
elettronica -piene perche' quasi mai scaricate- rimandano i messaggi al
mittente);
- il Palazzo e i suoi eletti (attualmente meri nominati
dai capipartito) e' lontano dai cittadini e dalle loro esigenze; ragiona
in modo diverso e risente in modo evidente della mancanza di contatto
diretto con l'esterno. C'e' spesso la comunicazione mediatica, ma, proprio
perche' tale, e' una comunicazione unilaterale, quasi sempre senza
riscontro se non quello acritico e quantitativo dell'Auditel;
- le sentenze (della Corte Costituzionale nel nostro
caso), cosi' come le leggi, se non scritte in modo chiaro e inequivocabile
sono solo un punto di riferimento su cui incastonare la propria politica.
Per cui spesso sono:
* inapplicate, e il legislatore pensa di ovviarvi facendone delle nuove
che, a loro volta, saranno inapplicate;
* stravolte rispetto a chi e come le applica: si pensi alla marea di
circolari interpretative che i ministeri fanno ogni giorno e alla
giurisprudenza che e' diventata fondamentale per non farsi sopraffare.
http://www.aduc.it
Rimborso dell' IVA sulla tassa per i rifiuti
|