Non si ferma l’ondata di proteste contro la
lezione del papa all’università di Regensburg. Nel mondo islamico,
polemiche e minacce. Il segretario di Stato: dal papa solo il rifiuto
della motivazione religiosa della violenza.
Non si ferma l’ondata di proteste contro la lezione del papa
all’università di Regensburg.
12/09/2006 Discorso Originale del Papa all' Università di Regensburg Illustri Signori, gentili Signore!
È per me un momento emozionante stare ancora una volta sulla cattedra dell'università...
Nel mondo islamico, il livello dello
scontro si sta alzando ora dopo ora con manifestazioni di piazza e
interventi dei governi. E stamani, dopo le precisazioni dei giorni
scorsi del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico
Lombardi, ha preso la parola in prima persona (cosa piuttosto inedita)
il neo segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone. In una
dichiarazione, il porporato ha voluto ribadire quanto stabilito dal
Concilio Vaticano II nella Nostra Aetate e cioè che "la Chiesa
guarda con stima i musulmani, che adorano l’unico Dio". Un'occasione per
chiarire che "l’opzione del papa in favore del dialogo interreligioso e
interculturale è altrettanto inequivocabile" e che esso“non può ridursi
a una scelta stagionale". Entrando nel merito della polemica, il
cardinale Bertone spiega che la citazione dell’imperatore bizantino
Manuele II Paleologo non è stata fatta propria dal papa, ma usata
solamente "per svolgere in un contesto accademico e secondo quanto
risulta da una completa e attenta lettura del testo, alcune riflessioni
sul tema del rapporto tra religione e violenza in genere". Con
l'obiettivo principale di fissare "un chiaro e radicale rifiuto della
motivazione religiosa della violenza, da qualunque parte essa provenga".
Allo stesso tempo, Benedetto XVI si dice "vivamente dispiaciuto" che
alcuni passi del suo discorso "siano stati interpretati in modo del
tutto non corrispondente alle sue intenzioni". E "nel ribadire il suo
rispetto e la sua stima per coloro che professano l’Islam", conclude il
cardinale Bertone, "egli si augura che siano aiutati a comprendere nel
loro giusto senso le sue parole, affinché, superato presto questo
momento non facile, si rafforzi la testimonianza all’”unico Dio, vivente
e sussistente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli
uomini” e la collaborazione per “difendere e promuovere insieme, per
tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la
libertà".
16/09/2006 La Protesta del Mondo Islamico. Il card. Bertone: il Papa è stato male Interpretato Non si ferma l’ondata di proteste contro la lezione del papa all’università di Regensburg. Nel mondo islamico, polemiche e minacce. Il segretario di Stato: dal papa solo il rifiuto della motivazione religiosa della violenza...
LE REAZIONI. E' ancora presto per capire gli effetti
delle dichiarazioni del cardinale Bertone. Al momento, diverse
organizzazioni musulmane britanniche hanno accolto con soddisfazione la
precisazione, ma di diverso avviso sono i Fratelli Musulmani
dell'Egitto. "Non sono scuse, - ha detto il dirigente Abul Futuh - ci si
limita ad affermare che il papa è dispiaciuto perché le sue
dichiarazioni sono state male interpretate, mentre non c'è stata nessuna
interpretazione sbagliata". "Siamo convinti che abbia commesso un grave
errore contro di noi - rincara il vice capo della Fratellanza Musulmana,
Mohammed Habib, - e che a questo sbaglio il papa possa riparare solo con
delle scuse personali". Nel frattempo, dall'Italia, si cerca di gettare
acqua sul fuoco. "Non vi può essere alcuna polemica, - ha detto il
premier Romano Prodi - il papa ha già chiarito il senso autentico del
suo pensiero. Il dialogo religioso e il rispetto di ogni sede sono
essenziali e la religione non giustifica la violenza. Tutte le religioni
debbono perciò essere impegnate per il dialogo, la reciproca convivenza
e la pace nel mondo''.
LE POLEMICHE. La presa di posizione della Santa Sede
è arrivata al termine di una mattinata incandescente in cui si erano
levate nuove proteste contro Benedetto XVI. La più altisonante è stata
quella del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad che ha chiesto al papa
di “rivedere e correggere rapidamente i suoi errori” e ribadisce che
"l'Islam è la religione più bella, la migliore per l'Umanità, l'unica
via per la salvezza". Ma i passi ufficiali contro le dichiarazioni di
Benedetto XVI non si sono limitati all’Iran. I ministri degli esteri di
Egitto e Pakistan hanno convocato i nunzi per chiedere chiarimenti
e sono scesi in campo anche il primo ministro della Malaysia (“Il
Vaticano deve assumersi le sue responsabilità), il presidente del
Consiglio indonesiano degli ulema, Màruf Amin (“È inappropriato che tali
dichiarazioni vengano dal papa") e il re del Marocco, Mohammed VI, che
ha richiamato l'ambasciatore presso la Santa Sede. Lo sceicco Mohammed
Sayyed, responsabile della prestigiosa Università 'al-Azhar' del Cairo e
massima autorità religiosa sannita, invece, ha espresso tutta la sua
indignazione, spiegando che le parole di Benedetto XVI “tradiscono
ignoranza dell'Islam e attribuiscono a tale fede cose che nulla hanno a
che fare con essa”.
La protesta monta anche negli ambienti fondamentalisti: a Nablus e
Gaza, sei chiese sono state colpite con bombe incendiarie dal gruppo
“Leoni del Monoteismo”, un gruppo armato iracheno, "Jaiesh al Mujaheedin",
ha diffuso un comunicato in cui minaccia di colpire Roma e la Città del
Vaticano per rappresaglia e un capo religioso corti islamiche somali ha
invitato i musulmani a ''vendicarsi'' del papa per le sue ''barbare
affermazioni'' sull'Islam. Sul web, inoltre, sono ormai decine i
messaggi inseriti nei siti riconducibili ad al-Qaeda. Per la prima
volta, è apparsa anche una caricatura di Benedetto XVI, con le sembianze
di un vampiro e con scritte di minaccia in cui vengono usati gli
stereotipi classici del fanatismo, come le figure del maiale e della
scimmia utilizzate dal Corano e dalla Sunna per offendere i cristiani e
gli ebrei.
La scritta però più importante, posta nella parte centrale dell'immagine
e sottolineata in rosso, è proprio quella che lo minaccia direttamente.
E fra i tanti messaggi apparsi sui siti islamici su questa vicenda salta
all'occhio un vero e proprio documento di analisi sulla vicenda dal
titolo: "Ha forse Benedetto offeso il profeta?". Si legge nel testo:
"Nella vicenda delle vignette danesi si diceva che l'offesa era stata
causata dall'ignoranza di chi non conosceva le pene previste dall'Islam.
Ma ora ad offendere è stato il capo della Chiesa cattolica, il più
grande dei tiranni: la Chiesa continua ad oltraggiare (l'islam) e non si
può sostenere che il Pontefice sia ignorante o che si tratti di un caso
isolato". La conclusione del documento apparsa sui forum di al-Qaeda è
la seguente: "In verità chi offende il profeta deve essere ucciso, sia
esso musulmano o cristiano, e questo lo ordina il Corano e la Sunna. Il
problema non si risolve solo con le sue scuse".
E mentre in Occidente i commenti politici si contano sulle dita di
una mano (in difesa del papa hanno parlato solo Angela Merkel, Romano
Prodi e un portavoce dell’amministrazione americana), il dibattito
diventa acceso sui giornali e nelle comunità islamiche. Un editoriale
del New York Times accusa Benedetto XVI di aver “seminato
dolore, in modo deliberato o per negligenza”. “Il papa deve offrire
scuse sentite e convincenti, - si legge - dimostrando che le parole
possono anche guarire le ferite”. E l'inglese Guardian scrive
con sprezzo che "dopo un anno
tranquillo come pontefice, adesso il rottweiler di Dio mostra i denti".
Da parte sua, il rettore della moschea di Parigi, Dalil Boubakeur ha
chiesto un chiarimento ufficiale. “Il papa ha fatto un passo falso – ha
detto - oppure ha intenzione di distruggere la faticosa costruzione di
dialogo e di fratellanza tra religioni iniziata quarant'anni fa, con il
Concilio Vaticano II?”. “Nel suo discorso – spiega - ha confuso l'Islam,
religione rivelata, con l'islamismo che non è più fede ma ideologia
politica”.
Nella foto a sinistra: sostenitori palestinesi di Hamas inneggiano
slogan contro papa Benedetto XVI durante una dimostrazione di protesta a
Gaza, 15 settembre 2006. Nella foto a destra: un palestinese della
Brigata dei Martiri di al-Aqsa partecipa a una manifestazione di
protesta contro papa Benedetto XVI a Gaza, 15 settembre 2006(Foto di
Mohammed Salem - Reuters).
L’ORIGINE DI UNA POLEMICA. Intanto, anche tra gli
addetti ai lavori, cresce lo sconcerto per i toni di queste ore. Tra i
vaticanisti (chiamati
in causa dall'islamologo padre Khalil Samir), si registrano diverse
posizioni: quelle di chi imputa alle agenzie di stampa la responsabilità
di aver semplificato e distorto il discorso di Benedetto XVI e di chi,
pur non giustificando quanto accaduto, considera poco prudente la
citazione usata dal papa. Con la consapevolezza condivisa di trovarsi
comunque di fronte ad un polverone. “Il papa voleva semplicemente dire
che Dio non può compiacersi della violenza”, spiega a Korazym.org Marco
Tosatti, vaticanista de La Stampa, secondo cui un ruolo
determinante è stato giocato da Al Jazeera che ha rilanciato la
polemica in modo strumentale. “Un vero fenomeno di mediatizzazione della
realtà – continua - e una dimensione emotiva quasi irrazionale”. Proprio
quello che non serviva per capire un discorso “molto complesso”, che
forse è stato semplificato troppo dai media. Non mancano poi alcune
letture sui risvolti diplomatici che il papa non avrebbe considerato a
sufficienza. Il testo della sua lezione, infatti, non è stato rivisto
dalla Segreteria di Stato che non ha potuto quindi formulare le
osservazioni del caso, suggerendo magari qualche limatura. Benedetto XVI
ha preparato, in sostanza, un testo accademico, pensato per un
determinato contesto e uditorio, sottovalutando forse l’eco delle sue
dichiarazioni e il rischio di possibili distorsioni. Una leggerezza?
Forse. Certo è che fa una certa impressione vedere come le opinioni
pubbliche dei paesi islamici siano capaci di strumentalizzazioni così
smaccate.
La foto: una manifestazione contro Benedetto XVI (Foto AP).
17/09/2006 Archivio Notizie Papa ed Islam
Archivio Vaticano
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