L'arcivescovo ricompare
con la "moglie", in difesa dei preti sposati. Ma la battaglia contro il
celibato non c'entra: i piani sono altri, questa volta senza la setta di
Moon. Ne parliamo con Franco Bucarelli, nel 2001 mediatore del caso per
la Santa Sede.
È nascosta in due
quadernetti verdi la risposta al caso Milingo. Un progetto articolato
per destabilizzare la Chiesa in Africa che unisce i gesti eclatanti
compiuti negli ultimi anni dall’ex arcivescovo di Lusaka: il 27 maggio
del 2001, il matrimonio con l’agopunturista coreana Maria Sung, secondo
il rito della setta del reverendo Sun Myung Moon, oggi il nuovo strappo
con la Chiesa, attraverso l’associazione “Married Priests Now”, lo
strumento per diventare “apostolo dei preti sposati” e chiedere
l'abolizione della regola del celibato nella Chiesa cattolica di rito
latino. Mons. Milingo ha presieduto fino a ieri sera i lavori della
prima assemblea dell’organizzazione, svoltasi in New Jersey a partire
da domenica. All'Holiday Inn di Saddle Brook, a pochi chilometri da New
York, sono intervenuti diversi preti sposati oltre a mons. George
Stallings, sedicente vescovo della congregazione cattolica afroamericana
di Washington, realtà non riconosciuta dalla Chiesa e principale
promotore dell’associazione di preti sposati.
L’arcivescovo Milingo si è presentato in talare, accompagnato dalla
“moglie” Maria Sung, vestita in abiti tradizionali coreani. Un quadretto
familiare ricomposto ufficialmente per portare avanti la causa di quei
sacerdoti che hanno deciso di lasciare il ministero per amore di una
donna. In realtà, dietro la scelta di Milingo (che tra l’altro ha
ricevuto un’ammonizione dalla Congregazione dei vescovi) ci sono ben
altri piani, gli stessi descritti in quei quadernetti verdi che la Santa
Sede riuscì a recuperare nel 2001 dopo una trattativa intensa con la
setta di Moon e il ritorno a Roma dell’arcivescovo. Mediatore tra le
parti fu Franco Bucarelli, giornalista di lungo corso, per molti anni
negli Stati Uniti e fine conoscitore di quel mondo e anche della setta
di Moon. Nelle settimane dello scandalo, Bucarelli offrì alla Santa Sede
la disponibilità a mediare, gestendo in prima persona i contatti con i
moonies e lo stesso Milingo. Anche perché in ballo non c’erano soltanto
le scelte stravaganti di un prelato, ma un progetto già pianificato per
creare in Africa una sorta di chiesa parallela.
“La Santa Sede agì sostanzialmente per evitare questa situazione,
perché la minaccia era seria”, spiega a Korazym.org Franco Bucarelli,
secondo il quale “Milingo era funzionale al progetto della setta di Moon
che oltre ad essere una lobby politica molto influente, è potentissima
sul piano economico”. “Il piano – continua Bucarelli - partiva dalla
constatazione che in Africa, l’unica potenza spirituale organizzata è la
chiesa cattolica. La soluzione era, dunque, quella di arrivare nel
continente con un uomo di chiesa sposato, che desse adito ad altri preti
a fare altrettanto per diffondere il credo di Moon, accanto ad una
capillare penetrazione industriale ed economica”.
È proprio quanto Milingo appuntò in italiano sui suoi quaderni, di cui
la stessa setta ignorava l’esistenza. Fu invece Bucarelli a sottrarli
dalla valigetta dell’arcivescovo conservata da Maria Sung, con la scusa
che fossero semplici testi liturgici, e a consegnarli all’ex direttore
della sala stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro-Valls. “Qualche
giorno dopo, – spiega - la trattativa si concluse nell’ufficio di
Navarro con un patto segreto con il portavoce della chiesa
dell’unificazione di Moon, il reverendo Philip Sheanker”. Del resto, “la
vicenda stava sfuggendo di mano anche ai moonies, specie quando Maria
Sung cominciò lo sciopero della fame, compromettendo la sua salute”. La
setta decise così di chiudere definitivamente la partita e durante
l’incontro con Navarro, furono riconsegnati tutti gli effetti personali
di Milingo (fatto testimoniato da una regolare ricevuta), con la
promessa di non ricontattare più l’arcivescovo in futuro. Quindi, i
moonies non c’entrano nulla con la nuova fuga dell’arcivescovo?
“Assolutamente no, – chiarisce Bucarelli – Milingo negli ultimi anni ha
cercato di riannodare i contatti con la setta, che tuttavia ha mantenuto
fede all’impegno preso, allontanando tra l’altro la stessa Maria Sung”.
Questa volta, tutto sembra partire dall’organizzazione di Stallings,
anche lui fuoriuscito dalla chiesa di Moon (si era sposato nel 2001 con
una giapponese, nella stessa cerimonia di Milingo), che si propone di
attuare il progetto iniziale, con una piccola differenza: “Stallings sta
mantenendo un basso profilo rispetto ai moonies, - dice Bucarelli - ma
non ha lo stesso potere economico ed è probabile che la chiesa
dell’unificazione cerchi di schiacciarlo da questo punto di vista”.
Milingo torna quindi a coltivare ambizioni personali apparentemente
messe da parte, sebbene negli ultimi anni non abbia mai interrotto i
contatti con Maria Sung, la donna conosciuta come fisioterapista nel
2000 e incontrata almeno due volte in Zambia, anche dopo il plateale
pentimento di Milingo di fronte a Giovanni Paolo II.
“L’arcivescovo ha dimostrato di essere una persona totalmente
inaffidabile a cui si è continuato a dare molto spazio”, continua
Bucarelli, che smentisce con forza le voci che vogliono un Milingo
plagiato o drogato. “È stato sempre molto ambizioso – precisa – e aveva
anche doti organizzative spiccate, essendo capace di raccogliere molti
soldi. Un prete diverso che ha sviluppato un complesso di superiorità”.
In questo senso, la contrarietà del Vaticano alle sue pratiche “che
sconfinavano molto spesso nel ridicolo”, ha avuto un ruolo determinante
nelle sue scelte, “alimentando il suo desiderio di diventare qualcuno,
fino a spingersi addirittura fuori dalla Chiesa”.
Come andrà a finire la vicenda? “Milingo, Maria Sung e Stallings
tenteranno di riproporre il piano del 2001, - ammette Bucarelli - ma le
condizioni sono cambiate e non credo che possano fare molta strada”.
Diverso il ragionamento sulle responsabilità, specie di coloro che in
definitiva lo hanno fatto ripartire. E per Bucarelli non ci sono margini
di interpretazione: chi doveva vigilare su Milingo ha completamente
fallito.
I particolari del caso Milingo sono
trattati in modo approfondito nel libro “Giovanni Paolo - I segreti di
un Pontificato”, scritto da Franco Bucarelli per l’editore Edimond. Il
volume sarà presentato il 3 ottobre prossimo al carcere romano di
Rebibbia, in ricordo del legame di papa Wojtyla con i carcerati.
All’incontro, parteciperanno tra gli altri, Angelo Scelzo,
sottosegretario del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali,
mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di beatificazione di
Giovanni Paolo II e il parlamentare Gustavo Selva.
17/09/2006 Archivio Notizie Papa ed Islam
Archivio Vaticano
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