Ambasciatori di paesi islamici e rappresentanti
della Consulta islamica italiana, insieme a Benedetto XVI. Nessuna
scusa, ma un'occasione per ribadire l'importanza del dialogo, senza
dimenticare alcune priorità, a cominciare dalla libertà religiosa.
CASTEL GANDOLFO - Non è stato un incontro di scuse come qualcuno si
era ostinato a sostenere, ma un'occasione per ribadire la disponibilità
al dialogo, ferme restando alcune priorità, a cominciare dalla libertà
religiosa. Benedetto XVI ha incontrato stamani a Castel Gandolfo
numerosi ambasciatori di Paesi islamici accreditati presso la Santa Sede
insieme a rappresentanti delle comunità musulmane in Italia. "Rinnovo la
stima e il profondo rispetto che porto ai credenti musulmani", ha detto
il papa, rispondendo una volta per tutte alle polemiche sul suo discorso
tenuto all'università di Regensburg.
Al tempo stesso, però, ha rinnovato il suo pensiero, chiarendo che
cristiani e musulmani devono lavorare insieme per "opporsi a ogni
manifestazione di violenza", l'assunto su cui del resto si era basata la
sua analisi su fede e ragione. "Il dialogo interreligioso e
interculturale - continua il papa - costituisce una necessità per
costruire insieme il mondo di pace e di fraternità ardentemente
auspicato da tutti gli uomini di buona volontà". E in questo ambito, -
sottolinea il pontefice - i nostri contemporanei attendono da noi
un'eloquente testimonianza in grado di indicare a tutti il valore della
dimensione religiosa dell'esistenza". Al bando ogni forma di
"intolleranza e violenza", dunque, ma anche un appello ad autorità
religiose e responsabili politici, perchè guidino e incoraggino i fedeli
"ad agire così".
Foto Pool Vaticano di Catholic Press Photo/L'Osservatore Romano.
Parole distensive quelle di Benedetto XVI che, tuttavia, fa
capire come "una collaborazione fruttuosa" e il rispetto tra culture e
religioni non possano che fondarsi nella "reciprocità, soprattutto per
quanto riguarda la libertà religiosa''. Il papa propone in sostanza una
convergenza tra le due religioni, non solo sul piano della testimonianza
spirituale, ma anche su un programma etico di difesa dei diritti umani.
"Sono profondamente convinto - dice che, nella situazione in cui si
trova il mondo oggi, è imperativo per i cristiani e i musulmani
impegnarsi nell'affrontare insieme le numerose sfide con le quali si
confronta l'umanità, specialmente per quanto riguarda la difesa e la
promozione della dignità dell'essere umano e i diritti che ne derivano".
E ancora: "I cristiani e i musulmani rendono manifesta la loro
obbedienza al Creatore, la cui volontà è che tutti gli esseri umani
vivano con quella dignità che Egli ha loro dato".
Il testo integrale
del discorso del papa.
LE PAROLE DEL CARDINALE POUPARD. Le parole del papa è
stato introdotto da un saluto del cardinale Paul Poupard, presidente del
Pontificio Consiglio per il dialogo interrelegioso che ha assicurato
l'impegno del suo dicastero per sviluppare il dialogo con l'Islam.
"Insieme condividiamo un passato da assumerci e un avvenire da
assicurare, così come condividiamo i riferimenti ad Abramo e la fede in
un unico Dio e il nostro rispetto dell'uomo creato a sua Immagine e
Somiglianza", ha sottolineato il cardinale. "Vorrei esprimere a lei
Santo Padre - ha detto in francese - profonda gratitudine per questi
istanti privilegiati che ci ha donato, in un momento particolarmente
significativo". In riferimento all'intervento papale di Regensburg,
Poupard ha chiarito: "Lei chiede a noi tutti, all'alba del nuovo
millennio, di aprirci a una nuova simbiosi della fede e della ragione in
un dialogo fiducioso e pacato fra religioni e culture che portano in sé,
nel cuore stesso delle loro differenze, la testimonianza dell'apertura
specifica dell'uomo al più grande dei misteri, il mistero di Dio".
I PARTECIPANTI. Il discorso di Benedetto XVI è
destinato ad avere una grande eco, anche grazie alla scelta della TV al
Jazira che ha scelto di trasmetterlo in diretta con traduzione
simultanea. Stesso effetto sul piano politico, grazie alla
partecipazione massiccia degli ambasciatori (alcuni rientrati anche
dall'estero pur di non perdere l'appuntamento). Stamani, erano 21 i
paesi islamici rappresentati: Kuwait, Giordania, Pakistan, Qatar, Costa
d'Avorio, Indonesia, Turchia, Bosnia ed Erzegovina, Libano, Yemen,
Egitto, Iraq, Senegal, Algeria, Marocco, Albania, Siria, Tunisia, Libia,
Iran, Azerbaigian. Presente anche un rappresentante della Lega degli
Stati Arabi e 15 membri della Consulta islamica in Italia. Due, infine,
i rappresentanti del Centro Culturale Islamico presenti questa mattina a
Castelgandolfo: Abdellah Redouane, segretario generale, e Ali Salem
Mohammed Salem, imam della Moschea di Roma. Assente per ragioni
personali, infine, il direttore dell'Ufficio della Lega Musulmana
Mondiale, Salah Al Sharekh, anche lui invitato. In totale dunque i
rappresentanti islamici all'incontro con il papa sono stati 39: 22
diplomatici, 15 membri della Consulta e due rappresentanti del Centro
Islamico di Roma.
LE REAZIONI. E' ancora presto per fare
un'analisi completa sul modo in cui le parole del papa sono state
accolte. Da parte della Consulta islamica italiana, arrivano commenti
positivi, come quello di Khalid Chaouki (Associazione nazionale oltre le
frontiere), secondo cui ''Benedetto XVI è stato molto netto
nell'affermare la necessità di stabilire un dialogo". Toni diversi,
invece, sulle TV satellitari, unite nel ribadire che il papa non ha
chiesto scusa. E' la stessa posizione dell'università del Cairo, al
Azhar, la principale autorità del mondo sunnita, che insieme ai Fratelli
musulmani insistoe nel chiedere delle ''scuse chiare''. L'incontro di
oggi, ha detto all'Ansa il portavoce dell' Istituzione Osama Hassan, è
solo un modo di aggirare le dichiarazioni (precedenti) per placare la
rabbia''.
Foto Pool Vaticano di Catholic Press Photo/L'Osservatore Romano.
17/09/2006 Archivio Notizie Papa ed Islam
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