Appuntamento importante
stamani a Castel Gandolfo. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il papa
incontra gli ambasciatori dei paesi a maggioranza musulmana accreditati
presso la Santa Sede ed esponenti delle comunità musulmane in Italia.
CITTA' DEL VATICANO - "L'incontro a
Castel Gandolfo è la risposta positiva degli ambasciatori dei paesi
islamici accreditati presso la Santa Sede all'invito fatto loro dal
Santo Padre. (...) Sarà certamente un'udienza improntata da un clima di
amicizia e di gioia". Si svolge all'insegna di questo clima ben
descritto dal cardinale Paul Poupard, l'appuntamento diplomatico voluto
dal papa per chiarire definitivamente la sua posizione, dopo le
polemiche della scorsa settimana seguite alla sua lezione all'unversità
di Regensburg. Dopo l'Angelus di domenica scorsa (appena rientrato dal
viaggio in Baviera) e dopo l'ulteriore chiarificazione all'udienza
generale del mercoledì (quando il papa ha espresso "rammarico" perché le
sue dichiarazioni erano state "fraintese") domani, Benedetto XVI si
troverà così faccia a faccia con gli ambasciatori dei Paesi a
maggioranza musulmana e con i membri della Consulta italiana.
Il papa insomma, tende la mano al mondo musulmano, cercando di fare
chiarezza e di riprendere il tanto auspicato dialogo con l'islam anche
in vista del viaggio in Turchia, previsto a fine novembre. Un gesto "di
vicinanza e di rispetto", per sottolineare "l'importanza dell'incontro e
del dialogo": è questo l'intento che sta dietro all'invito di Benedetto
XVI in una udienza insolita. È la prima volta che il pontefice chiama
all'appello tutti i diplomatici accreditati presso la Santa Sede,
rappresentanti del mondo islamico ed è la prima volta che un'udienza
viene fissata in calendario in così breve tempo.
Decisa dopo l'udienza generale di mercoledì, gli inviti sono partiti
solo da qualche giorno. L'occasione sembra così mettere la parola fine
alle recenti tensioni con l'islam. "Un invito - riferiscono all'agenzia
Apcom fonti vaticane - voluto come segnale distensivo dopo la polemica
nata dalle parole di Benedetto XVI all'università di Ratisbona".
All'udienza di stamani - con inizio alle 11.45 nella residenza
pontificia di Castel Gandolfo - sono stati invitati dapprima gli
ambasciatori presso la Santa Sede dei paesi a maggioranza musulmana.
L'invito è stato poi esteso anche ai membri della Consulta per l'islam
in Italia. Tra i diplomatici spiccano il rappresentante della Turchia,
Osman Durak, l'ambasciatore indonesiano, Bambang Prayitno, che ad Apcom
ha affermato: "Il gesto del papa è molto positivo e contribuirà a
sgombrare il campo dagli equivoci e a portare chiarezze sulle polemiche
troppo semplicistiche" scaturite dalle sue parole pronunciate
all'Università di Regensburg. "Sono soddisfatto e ho accolto
favorevolmente l'invito del papa - ha aggiunto il diplomatico,
sottolineando che si tratta di un "gesto distensivo" verso l'islam.
All'udienza ci sarà anche un rappresentante della Repubblica islamica
dell'Iran. Non sarà presente l'ambasciatore - attualmente lontano da
Roma per motivi personali - ma il numero due, Ahmad Faihma, che ha
dichiarato: "Questo è certamente il passo perfetto, più importante e
considerevole che poteva compiere il papa. Dico che è un buon passo
avanti per un maggior dialogo interreligioso", ha aggiunto il
diplomatico.
Plaude all'iniziativa anche l'ambasciatore iracheno presso la Santa
Sede, Albert Yelda: "Questa iniziativa del papa è vista in modo molto
positiva da me, dai rappresentanti dei Paesi arabi presso la Santa Sede
e dalle comunità musulmane in Italia. Credo - ha detto - che questo
rappresenti un passo verso la realizzazione di nuovi e maggiori ponti. E
questo perché molte, troppe cose sono successe nel mondo e ci sono state
incomprensioni. Io credo che incontrandoci riusciremo a discutere sul
dialogo interreligioso in modo più pacifico".
Nella Sala degli Svizzeri della Residenza Pontificia di Castel Gandolfo saranno
presenti anche l'ambasciatore del Kuwait, Ahamad Abdulkareem al Ibrahim
e l'ambasciatrice di Giordania, Dina Kawar, giunti da Parigi. Da
Berlino, invece, arriveranno l'ambasciatore yemenita, Yahya ali Mohamed
Al Abiad, e da Ginevra il primo consigliere d'Ambasciata dell'Azerbaijan.
All'appello mancano i diplomatici della Siria, del Qatar e del Sudan. La
Santa Sede gode dello statuto di Osservatore presso la Lega Araba (che
ha sede al Cairo) e mantiene relazioni diplomatiche con quasi tutti i
Paesi a maggioranza musulmana, se si esclude l'Arabia Saudita.
L'invito per l'udienza è stato poi esteso anche ai membri della Consulta
per l'islam in Italia. Tra gli altri, spicca la presenza del presidente
dell'Ucoii, Mohamed Nour Dachan, recentemente preso di mira per la
pubblicazione di una pagina su alcuni giornali in cui l'Ucoii paragonava
l'offensiva dell'esercito israeliano alle stragi naziste; in udienza ci
saranno anche Yahya Pallavicini, vicepresidente della CoReIs - Comunità
Religiosa Islamica Italiana, che ha annunciato di voler consegnare
personalmente al papa l'invito ad un nuovo dialogo, da estendere anche
al mondo ebraico. "Proporrò a Benedetto XVI che l'udienza di domani sia
l'inizio di una serie di incontri per intellettuali musulmani, cristiani
ed ebrei, che il papa possa regolarmente riunire, per discutere non solo
di aspetti teologici e filosofici ma anche di questioni legate
all'attualità e all'umanità intera". Infine, Mario Scialoja, presidente
della Lega Musulmana Mondiale - Sezione italiana, ha precisato:
"Immagino che il papa voglia ribadire il suo rispetto all'Islam e la
volontà di dialogo. Ma per me la questione era già chiusa, anzi non era
mai stata aperta".
L'incontro si aprirà con un intervento del cardinale Paul Poupard,
presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. A
seguire ci sarà il tanto atteso discorso del papa. L'evento sarà
trasmesso in diretta Tv nel circuito del Centro
Televisivo Vaticano, su Sat2000 a partire dalle 11.30 e su Telepace.
17/09/2006 Archivio Notizie Papa ed Islam
Archivio Vaticano
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