Nuovo colpo di
scena nella vicenda di mons. Emmanuel Milingo. Dopo la fuga in America e
l’avventura del movimento “Married Priests Now” in difesa dei sacerdoti
sposati, l’ex arcivescovo di Lusaka è arrivato alla rottura definitiva
con la Chiesa cattolica, ordinando vescovi, ieri, a New York, quattro
sacerdoti. Si tratta di George Augustus Stallings jr. (sedicente capo
della congregazione cattolica afro americana di Washington), Peter Paul
Brennan, di New York, Patrick Trujillo, di Newark, N.J., e Joseph
Gouthro, di Las Vegas. Sono tutti membri del movimento “Married Priest
Now” e la loro ordinazione costituisce un vero e proprio scisma, perché
pur non essendo riconosciuta dalla Chiesa, è comunque legittima. Le
stesse dinamiche di quanto avvenne nel 1988 con le ordinazioni di mons.
Marcel Lefebvre. Per il momento, la Santa Sede va avanti con cautela.
"Non sono ancora arrivate informazioni precise su quanto è avvenuto",
ha spiegato all'agenzia Agi il direttore della Sala Stampa, padre
Federico Lombardi. "Al momento - ha detto - non ci sono ancora elementi
per una presa di posizione".
La notizia delle ordinazioni è stata data da Giuseppe Serrone,
responsabile dell’associazione dei sacerdoti lavoratori sposati, che nel
suo sito internet parla di “svolta nel cammino per il riconoscimento dei
diritti civili ed ecclesiali delle famiglie dei sacerdoti sposati sparsi
nel mondo” e di “gesto coraggioso che getta le basi per un tentativo di
rinnovamento all'interno della Chiesa Cattolica”. Lo stesso Serrone
nella recente convention del movimento “Married Priests Now”, tenutasi
in New Jersey dal 17 al 19 settembre, si era detto convinto che fosse
necessario dire "basta con le chiese e le loro strutture” perchè “la
famiglia domestica è la comunità fondamentale per annunciare e vivere la
pace”.
In realtà, come Korazym.org ha spiegato in più occasioni, il disegno di
Milingo non c’entra nulla con la causa dei sacerdoti sposati. Come
avvenuto nel 2001 con la setta di Moon, anche questa volta l’arcivescovo
(che non è drogato né plagiato) ha in mente un progetto di
destabilizzazione della Chiesa, soprattutto in Africa. Lo stesso piano
contenuto in due quadernetti verdi che cinque anni fa la Santa Sede
riuscì a recuperare al termine della complessa trattativa che riportò
Milingo a Roma. Nella nuova avventura, tuttavia, la setta di Moon non
svolge alcun ruolo. La mente è piuttosto quella di George Stallings
jr., la guida della congregazione afro americana di Washington che,
guarda caso, figura tra i nomi dei primi vescovi ordinati da Milingo.
Tutti i retroscena sul caso Milingo sono contenuti in un articolo di
Korazym.org del 20 settembre, che raccoglie le dichiarazioni di Franco
Bucarelli, il giornalista che nel 2001 svolse il ruolo di mediatore per
la Santa Sede con la setta del reverendo Moon.
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17/09/2006 Archivio Notizie Papa ed Islam
Archivio Vaticano
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