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28/09/2006 Bartolomeo I, il Papa in Turchia per il Dialogo e per difendere le Minoranze (Mattia Bianchi - Simona Santi, http://www.korazym.org)

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Il patriarca ecumenico di Costantinopoli invita i giornalisti per spiegare attese e speranze del prossimo viaggio di Benedetto XVI nel Paese. Al centro, il dialogo interreligioso, ma anche la difesa dei diritti della minoranza cristiana.

Un viaggio per rafforzare il legame tra cattolici e ortodossi, rinnovare il dialogo con il mondo islamico, ma anche difendere i diritti della minoranza cristiana in un Paese in cui la libertà religiosa di fatto non viene sempre tutelata. Per il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, saranno questi gli aspetti cruciali del viaggio del papa in Turchia, in programma dal 28 novembre al 1 dicembre. Il vescovo ne ha parlato con un gruppo di giornalisti, arrivati ad Istanbul su suo invito.

"Avremo l'occasione di accogliere il Papa qui al Patriarcato - ha detto Bartolomeo I - e firmare qui una dichiarazione comune dopo la liturgia che si terrà nella cattedrale San Giorgio il 30 novembre, festa del patrono ecumenico Sant'Andrea. Aspettiamo con grande amore fraterno il papa in Turchia – ha aggiunto - si tratta di una visita importante per il nostro Paese e per i rapporti tra cattolici e ortodossi". Un passo significativo, proprio nell’anno in cui le due chiese hanno ripreso il dialogo teologico, dopo sei anni di interruzione, con l’incontro della commissione mista svoltosi fino al 25 settembre a Belgrado.

Ma la visita del papa avrà anche riflessi interni, ha spiegato Bartolomeo I, che dice di aspettarsi una presa di posizione in difesa delle minoranze religiose che vivono in Turchia, perché esse “non costituiscono una minaccia per il Paese in cui vivono, ma sono un arricchimento”. “Tra cristiani, armeni, cattolici ed ebrei – ha aggiunto il patriarca - siamo una piccolissima percentuale della popolazione. Non vogliamo offendere le autorità del nostro Paese, perché ci sentiamo parte della società”. E ancora: “Non siamo una minaccia, abbiamo radici profonde e non vogliamo più dei nostri diritti”.

Un appello che fa riferimento a problemi ben precisi: dal mancato riconoscimento della giurisdizione e del ruolo stesso del patriarcato ecumenico al divieto di tenere aperti seminari e scuole teologiche, senza dimenticare che Bartolomeo per lo Stato turco non è “patriarca”, ma un semplice cittadino. Per non parlare poi dell’esodo costante di cristiani avvenuto negli ultimi anni. “Nel 1923 gli ortodossi in Turchia erano 180.000 – ha detto il patriarca - oggi sono 4.000. Perchè?".

Sul versante del dialogo con l’Islam, la tappa del papa in Turchia servirà a dare un nuovo impulso al dialogo, anche se Bartolomeo I ribadisce la necessità del rispetto, perché “su questo pianeta c'è posto per tutti”. "Benedetto XVI a Regensburg non aveva alcuna intenzione di offendere il mondo musulmano – ha chiarito - speriamo che con la buona volontà e il dialogo interreligioso possiamo superare questa crisi oggi. Naturalmente non vogliamo offendere il profeta dei nostri fratelli musulmani così come non vogliamo che gli altri offendano Gesù Cristo. Il rispetto e l'amore reciproco sono necessari e l'unica via per superare la crisi

  • 17/09/2006 Archivio Notizie Papa ed Islam
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