Il
premier turco Tayyip Erdogan ribadisce le sue critiche a Benedetto XVI
per le parole pronunciate a Regensburg sull'Islam. Intanto, il
Parlamento europeo considera insufficienti le riforme del Paese, specie
in tema di libertà personali.
Il premier turco Tayyip Erdogan non si
arrende. Già critico nei giorni della polemica, ieri ha ribadito la sua
contrarietà alle parole del papa sull'Islam, pronunciate a Regensburg,
definendo, inoltre, ''manovre'' le successive precisazioni del
pontefice. E, come se non bastasse, Erdogan ha promesso che il
presidente turco, Ahmet Sezer, ''dirà al papa le cose necessarie''
quando lo incontrerà nel corso della sua visita in Turchia, in
programma a fine novembre. Il premier ha parlato a margine di un
seminario su temi economici tenuto ieri ad Istanbul. ''Il papa è una
figura sia religiosa, sia politica - ha detto - ma ha parlato in una
maniera che non è adatta nemmeno per noi uomini politici. Quando si è
trattato di una mancanza di rispetto per il mio Profeta, noi non lo
abbiamo tollerato'', ha affermato Erdogan, aggiungendo: "Forse si è
trattato di uno scivolamento della lingua. Penso che il nostro
presidente dirà le cose necessarie nel corso del suo incontro col papa'',
ha aggiunto. Erdogan aveva già criticato la settimana scorsa le
affermazioni del papa definendole ''brutte e sfortunate'' ed aveva
pubblicamente chiesto ''le scuse'' di Benedetto XVI.
Intanto, Erdogan ha altro a cui pensare. Sempre ieri, il Parlamento
Europeo ha approvato un rapporto molto critico sulla Turchia in cui si
deplora, in particolare, il "rallentamento del processo di riforme" dopo
l'apertura dei negoziati per l'adesione di Ankara all'Ue, lo scorso 3
ottobre, in Lussemburgo. Il documento, che è stato votato dalla plenaria
dell'Europarlamento a Strasburgo con 429 voti a favore, 71 contrari e
125 astenuti denuncia, in particolare, "persistenti carenze" e
"progressi insufficienti" in materia di "libertà d'espressione, libertà
di religione, diritti delle minoranze, relazioni tra civili e militari,
attuazione della legge, diritti delle donne, diritti sindacali, diritti
culturali e d'indipendenza della magistratura". La relazione minaccia
inoltre la sospensione dei negoziati d'adesione all'Ue se la Turchia non
aprirà i suoi porti e aeroporti alle merci provenienti da Cipro, così
come stabilito dal Protocollo sull'estensione dell'unione doganale ai
nuovi membri Ue, firmato dal governo Erdogan la scorsa estate, ma non
ancora ratificato.
17/09/2006 Archivio Notizie Papa ed Islam
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