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24/03/2005 Via Crucis 2005 al Colosseo. Meditazioni e preghiere II (Jan van Elzen, http://www.korazym.org)

29/11/2006  L'analisi/01 - Da Ratisbona ad Ankara, un papa fra Islam e laicismo (Roberta Leone, http://www.korazym.org)

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Da denigratore dell'Islam a benevolo alleato della causa islamica: il papa ha cambiato opinione? Nelle parole di dialogo e amicizia verso l'Islam spese in Turchia la stessa linea d'onda già emersa a Regensburg. La nostra analisi...

ROMA - Un viaggio pastorale, non politico, aveva annunciato il papa alla partenza da Roma, e le parole del primo giorno in terra turca non tradiscono quanto promesso. Perché, beninteso, se pure di politica strictu sensu si è parlato, e già in più d’una occasione, la prospettiva messa in chiaro è più che mai, ed innegabilmente, quella del leader spirituale, del capo della Chiesa di Roma. E non potrebbe che essere così, aggiungiamo, se si assume a principio di ogni considerazione che la visita di questi giorni si svolge in un paese che ha “risolto” l’antica questione della separazione dei poteri Stato-religione attraverso il fagocitamento dell’uno ai danni dell’altra, con il risultato di un rigoroso laicismo che solo in chiaroscuro si lascia accostare all’identità islamica di gran parte della popolazione, e che certamente non mostra particolare cura per le minoranze cristiane presenti sul suolo turco. Cos’è successo, allora, dalla visita in Baviera ad oggi? Magia di un abilissimo trasformismo, che da Ratisbona ad Ankara sa stupire con un improvviso cambio d’immagine del pontefice, da dotto cattedratico a pastore tout court, da vituperatore dell’Islam a benevolo alleato? O forse è possibile individuare già nella lectio magistralis dell’occidentalissima Ratisbona le ragioni e i connotati di un dialogo interreligioso che oggi bussa e si fa strada alle porte d’Oriente?

Benedetto XVI parla al Presidente del Direttorato degli Affari Religiosi, individua nella “verità del carattere sacro e della dignità della persona” il terreno comune di dialogo delle due grandi religioni monoteiste; riconosce il discrimine tra cose temporali e spirituali, ma reclama per “gli uomini e donne di religione” – siano essi cristiani o musulmani - la possibilità di offrire alla società il portato valoriale della propria fede, attraverso una “libertà di religione, garantita istituzionalmente ed effettivamente rispettata, sia per gli individui come per le comunità”; sottolinea il comune anelito ai valori universali di giustizia, libertà e pace come contributo “specifico” alla risoluzione dei grandi problemi dell’attualità: su tutti, “il significato e lo scopo della vita”. E’ qui che il nodo si scioglie, proprio sull’argomento – la dignità umana, dal concepimento alla morte naturale – sul quale sembra incombere più minacciosamente il pericolo del trionfo di una mentalità razionalistica che tutto assoggetta, anche l’esistenza, alla sfera del conoscibile, e dunque, del “controllabile”.

Come solo qualche mese fa dall’aula di un’antica università tedesca, torna oggi nelle parole di Benedetto XVI la preoccupazione per un diffuso razionalismo che concede spazi fin troppo angusti al sentimento religioso e alla morale, e che bolla la riflessione teologica col marchio infamante della prescientificità. Passano i mesi, cambiano gli scenari ma, a ben guardare, i fatti si leggono come una pellicola al negativo: allora il papa ammoniva l’Europa sulla perdita della propria identità culturale - filosofica e confessionale ad un tempo - additando nel recupero della riflessione teologica la via del dialogo con le altre religioni; oggi ai musulmani dice: “siamo chiamati ad operare insieme, così da aiutare la società ad aprirsi al trascendente, riconoscendo a Dio Onnipotente il posto che Gli spetta”. A dispetto di quanti avevano consacrato Ratisbona a luogo storico dell’attacco all’Islam anziché – quale realmente è stato - del rimprovero ad un Occidente sulla via dello snaturamento identitario, gli intenti di Benedetto XVI confermano di muoversi lungo la direttrice chiara e netta della tesi della ragionevolezza della fede contro i fumi del laicismo. Nuovo il nemico, chissà che - mai dire mai – questa "crociata" non porti un nuovo alleato...

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