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18/04/2008 Usa, la Corte suprema dà il via libera alla pena di morte
(Mattia Bianchi, http://www.korazym.org)
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Proprio durante la visita del pontefice nel Paese,
la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato che l'uso delle
iniezioni letali per i condannati a morte è legale. Il caso era stato
sollevato da due condannati in Kentucky.
Ogni vita è sacra,
ha detto il presidente Bush al papa. Ma quella degli assassini vale
meno. Proprio durante la visita del pontefice nel Paese, la Corte
Suprema degli Stati Uniti ha confermato che l'uso delle iniezioni letali
per i condannati a morte del Kentucky è legale. Il presidente della
Corte, John Roberts, cattolico, ha sentenziato che la procedura in
vigore nello Stato "rispetta l'ottavo emendamento della costituzione
degli Stati Uniti", che proibisce qualsiasi punizione "crudele e
inusuale" dei detenuti. Decisione presa ad ampia maggioranza (sette voti
favorevoli e due contrari), che di fatto autorizza la ripresa delle
esecuzioni capitali negli Usa, sospese dallo scorso settembre in attesa
della sentenza.
La Corte ha respinto il ricorso di due condannati a morte del Kentucky,
secondo i quali l'attuale cocktail di tre sostanze (un sedativo, un
prodotto paralizzante oltre alla sostanza killer) utilizzato nelle
esecuzioni. Il paradosso è che i due non avevano chiesto l’annullamento
dell’esecuzione, ma soltanto di essere uccisi con una dose massiccia di
barbiturici, come succede ogni giorno per gli animali. Nella sua
opinione, Roberts sostiene che i condannati non sono stati in grado di
dimostrare che l'iniezione letale praticata con i tre prodotti sia
decisamente più dolorosa della alternativa da loro proposta.
Gli Stati Uniti si preparano così a riprendere le esecuzioni, a dispetto
dalla moratoria sulla pena di morte approvata dall’Onu. Secondo Amnesty
International, nel 2007 sono state eseguite oltre 1.200 condanne a
morte, soprattutto in Cina che guida la classifica con 470 esecuzioni.
Si stima che nei bracci della morte del mondo si trovino circa 27.500
prigionieri in attesa di esecuzione. Amnesty International ha registrato
nel 2007 un incremento del numero delle esecuzioni in diversi paesi,
dove tra l’altro cresce l’uso segreto della pena capitale: 317 in Iran,
143 in Arabia Saudita e 135 in Pakistan, rispetto alle 177, 39 e 82
esecuzioni del 2006. "L'uso segreto della pena di morte deve cessare -
dichiara Amnesty International - il velo che avvolge la pena di morte
deve essere sollevato. Molti governi dichiarano che le esecuzioni hanno
il sostegno dell'opinione pubblica che, proprio per questo, ha il
diritto di conoscere ciò che viene fatto in suo nome".
http://www.korazym.org
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