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23/03/2006 L' Eutanasia di un Dibattito (Pietro Yates Moretti, www.aduc.it)

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    Sono passati sei giorni dalle dichiarazioni con cui il ministro Carlo Giovanardi aveva definito 'nazista' la legislazione olandese sull'eutanasia. Quelle affermazioni cosi' rumorose, a dirla tutta, avevano suscitato in me piu' speranza che disappunto o indignazione. Disappunto perche' e' evidente che commenti quali quello dell'ingenuo (almeno in questo caso) ministro, sono il frutto dell'assenza di dibattito sul tema dell'eutanasia e del fine vita in Italia. Sono commenti che puo' fare solo chi non ha mai ragionato profondamente sull'argomento -magari arrivando comunque a posizioni contrarie all'eutanasia- o chi fa volutamente campagna elettorale in un Paese dove pochi, pochissimi vi hanno riflettuto. Speranza, perche' le frettolose ma forti parole di Giovanardi avrebbero potuto aprire quel dibattito sull'eutanasia (anche se solo per alcune ore e giorni) che invochiamo da tempo.
    Prima di formulare un giudizio definitivo sulla qualita' del dibattito sviluppatosi, ho voluto pero' attendere la trasmissione "Otto e mezzo" di mercoledi' 22 marzo, dedicata al tema dell'eutanasia infantile e con ospite in studio lo stesso Giovanardi. Purtroppo, nell'orgia scomposta di voci sovrapposte, si sono perse tutte le argomentazioni sulle quali avremmo potuto e dovuto riflettere, mentre ancora echeggia il "non mi rompere i coglioni" urlato da Giuliano Ferrara a Daniele Capezzone. Il cosiddetto protocollo di Groningen e i dati dell'autorevole New England Journal of Medicine menzionati qua e la' non sono stati oggetto di alcun approfondimento. Giovanardi e Ferrara avrebbero scoperto, ad una piu' attenta lettura di cio' che -un po' pappagallescamente- citavano, che quei dati da loro branditi contro l'eutanasia non fanno altro che confermare la necessita' di legalizzarla. Nei prossimi giorni vi diremo perche' attraverso un approfondimento delle pubblicazioni scientifiche citate durante il programma televisivo.
    Dopo sei giorni e' evidente che dobbiamo rassegnarci al fatto che per parlare di eutanasia dovremo attendere la prossima gaff istituzionale. In questi giorni abbiamo assistito solamente a slogan propagandistico-elettorali, e ad una gara per evitare una qualsiasi contrapposizione (reale o percepita) con le gerarchie ecclesiastiche. Tanto e' vero che lo stesso Giovanardi, rincuorato dal pressoche' unanime silenzio del corpo politico italiano sulla materia si e' permesso di dire all'esponente della Rosa nel Pugno che ne aveva chiesto le dimissioni: "Ammiro la costanza ... con la quale Daniele Capezzone continua una guerra nella quale non si e' accorto di essere rimasto completamente isolato. Chieda scusa lui al popolo italiano".
    Mentre al Cardinal Ruini, che invita i credenti in questa campagna elettorale a sostenere la vita contro l'eutanasia e l'aborto, la famiglia contro i pacs, risponde in unisono la quasi totalita' delle forze politiche. Un canto responsoriale di un rito al cui centro vive l'immagine cruenta di un uomo agonizzante, e il cui esempio siamo tutti apparentemente costretti a seguire.
    Questa sembra essere anche l'opinione del Presidente del Consiglio: "Sono cattolico, e penso che nessuno di noi possa disporre della propria vita". Salvo poi raccontare che, trovatosi nella situazione che migliaia, centinaia di migliaia di genitori, figli, parenti e amici vivono quotidianamente in Italia (la grave malattia di un caro), persino il "cattolico" Berlusconi aveva riflettuto per la prima volta sull'eutanasia. Ad interrompere quel pensiero, quella riflessione non il raggiungimento di una meditata presa di posizione a favore o contraria a questa pratica, ma semplicemente il fatto che "grazie a Dio mio padre si e' ripreso". Grazie a Dio, sembra dire Berlusconi, non e' stato necessario pensarci su' piu' di tanto.
    Non tutti pero' si possono permettere il lusso di non pensare all'eutanasia e al fine vita. Non sempre il paziente migliora (anche questo "grazie a Dio"?), non sempre le sue sofferenze sono tollerabili, e non sempre si e' "cattolici". Talvolta l'unico atto d'amore rimane porre fine alla sofferenza fisica e psicologica causata da una malattia grave anticipando una morte certa. E' questo un atto d'amore che non puo' che derivare necessariamente da una profonda quanto dolorosa riflessione. Non potrebbe essere altrimenti quando i genitori, per esempio, chiedono di staccare la spina per un figlio gravemente ammalato e con enormi sofferenze. La differenza fra la "nazista" Olanda e la "cattolica" Italia e' questa: il genitore olandese potra' ottenere lo stacco della spina dopo averne parlato con medici, psichiatri, esperti di bioetica e solo dopo l'autorizzazione di una commissione medica ad hoc; il genitore italiano lo fara' (e lo fa gia' ogni giorno) in totale clandestinita', con l'aiuto di un medico o farmacista amico, senza alcun tipo di controllo.
    Sul tema del fine vita (che, aihme', riguarda tutti, ma proprio tutti) si e' legiferato non solo in Olanda, ma anche in Belgio, in Svizzera, e negli Stati Uniti, dove si discute di suicidio assistito nei parlamenti di sette Stati. Non solo. Il dibattito e' aperto da anni anche in molte chiese cristiane (la Chiesa Cattolica non ha l'esclusiva sui testi sacri): quella Avventista, quella Valdese, quella Evangelista, per fare alcuni esempi. In Italia, siamo condannati invece a qualche occasionale scintilla di riflessione che nasce dalle zuffe politiche, per poi spegnersi immediatamente. Piu' che un dibattito sull'eutanasia, in questi giorni abbiamo assistito all'eutanasia di un dibattito.
    L'unica eccezione ci pare essere senza dubbio la neonata Rosa nel Pugno e l'Associazione "Luca Coscioni", che ha proposto una indagine fra i medici italiani per comprendere quanto sia esteso il fenomeno dell'eutanasia clandestina, anche infantile, nel nostro Paese. Che poi si chiami eutanasia o "infanticidio", come vorrebbero i Giovanardi, non cambia niente. Il fenomeno esiste gia', e grazie alla deficienza legislativa del nostro Paese, e' un fenomeno oggi clandestino, diffuso, incontrollato e -in questa forma si'- a volte realmente infantic

    Indice

  • 23/03/2006 L' Eutanasia di un Dibattito
    Sono passati sei giorni dalle dichiarazioni con cui il ministro Carlo Giovanardi aveva definito 'nazista' la legislazione olandese sull'eutanasia. Quelle affermazioni cosi' rumorose, a dirla tutta, avevano suscitato...
  • 01/04/2006 L'Eutanasia di un Dibattito (2)
    Dei 200.000 bambini nati in Olanda ogni anno, circa 1.000 muoiono nel primo anno di vita. Per circa 600 di questi neonati, il decesso e' preceduto da una...
  • 17/04/2006 Eutanasia di un dibattito (3)
    Nei giorni scorsi avevo preso spunto dall'interpretazione che il quotidiano Il Foglio, il ministro Carlo Giovanardi ed altri avevano dato di questa frase...
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    Eutanasia: Vita e Morte


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