Sono passati sei giorni dalle dichiarazioni con cui il ministro Carlo
Giovanardi aveva definito 'nazista' la legislazione olandese
sull'eutanasia. Quelle affermazioni cosi' rumorose, a dirla tutta, avevano
suscitato in me piu' speranza che disappunto o indignazione. Disappunto
perche' e' evidente che commenti quali quello dell'ingenuo (almeno in
questo caso) ministro, sono il frutto dell'assenza di dibattito sul tema
dell'eutanasia e del fine vita in Italia. Sono commenti che puo' fare solo
chi non ha mai ragionato profondamente sull'argomento -magari arrivando
comunque a posizioni contrarie all'eutanasia- o chi fa volutamente
campagna elettorale in un Paese dove pochi, pochissimi vi hanno
riflettuto. Speranza, perche' le frettolose ma forti parole di
Giovanardi avrebbero potuto aprire quel dibattito sull'eutanasia (anche se
solo per alcune ore e giorni) che invochiamo da tempo.
Prima di formulare un giudizio definitivo sulla qualita' del dibattito
sviluppatosi, ho voluto pero' attendere la trasmissione "Otto e mezzo" di
mercoledi' 22 marzo, dedicata al tema dell'eutanasia infantile e con
ospite in studio lo stesso Giovanardi. Purtroppo, nell'orgia scomposta di
voci sovrapposte, si sono perse tutte le argomentazioni sulle quali
avremmo potuto e dovuto riflettere, mentre ancora echeggia il "non mi
rompere i coglioni" urlato da Giuliano Ferrara a Daniele Capezzone. Il
cosiddetto protocollo di Groningen e i dati dell'autorevole New England
Journal of Medicine menzionati qua e la' non sono stati oggetto di
alcun approfondimento. Giovanardi e Ferrara avrebbero scoperto, ad una
piu' attenta lettura di cio' che -un po' pappagallescamente- citavano, che
quei dati da loro branditi contro l'eutanasia non fanno altro che
confermare la necessita' di legalizzarla. Nei prossimi giorni vi diremo
perche' attraverso un approfondimento delle pubblicazioni scientifiche
citate durante il programma televisivo.
Dopo sei giorni e' evidente che dobbiamo rassegnarci al fatto che per
parlare di eutanasia dovremo attendere la prossima gaff istituzionale. In
questi giorni abbiamo assistito solamente a slogan
propagandistico-elettorali, e ad una gara per evitare una qualsiasi
contrapposizione (reale o percepita) con le gerarchie ecclesiastiche.
Tanto e' vero che lo stesso Giovanardi, rincuorato dal pressoche' unanime
silenzio del corpo politico italiano sulla materia si e' permesso di dire
all'esponente della Rosa nel Pugno che ne aveva chiesto le dimissioni:
"Ammiro la costanza ... con la quale Daniele Capezzone continua una guerra
nella quale non si e' accorto di essere rimasto completamente isolato.
Chieda scusa lui al popolo italiano".
Mentre al Cardinal Ruini, che invita i credenti in questa campagna
elettorale a sostenere la vita contro l'eutanasia e l'aborto, la famiglia
contro i pacs, risponde in unisono la quasi totalita' delle forze
politiche. Un canto responsoriale di un rito al cui centro vive l'immagine
cruenta di un uomo agonizzante, e il cui esempio siamo tutti
apparentemente costretti a seguire.
Questa sembra essere anche l'opinione del Presidente del Consiglio: "Sono
cattolico, e penso che nessuno di noi possa disporre della propria vita".
Salvo poi raccontare che, trovatosi nella situazione che migliaia,
centinaia di migliaia di genitori, figli, parenti e amici vivono
quotidianamente in Italia (la grave malattia di un caro), persino il
"cattolico" Berlusconi aveva riflettuto per la prima volta sull'eutanasia.
Ad interrompere quel pensiero, quella riflessione non il raggiungimento di
una meditata presa di posizione a favore o contraria a questa pratica, ma
semplicemente il fatto che "grazie a Dio mio padre si e' ripreso". Grazie
a Dio, sembra dire Berlusconi, non e' stato necessario pensarci su' piu'
di tanto.
Non tutti pero' si possono permettere il lusso di non pensare
all'eutanasia e al fine vita. Non sempre il paziente migliora (anche
questo "grazie a Dio"?), non sempre le sue sofferenze sono tollerabili, e
non sempre si e' "cattolici". Talvolta l'unico atto d'amore rimane porre
fine alla sofferenza fisica e psicologica causata da una malattia grave
anticipando una morte certa. E' questo un atto d'amore che non puo' che
derivare necessariamente da una profonda quanto dolorosa riflessione. Non
potrebbe essere altrimenti quando i genitori, per esempio, chiedono di
staccare la spina per un figlio gravemente ammalato e con enormi
sofferenze. La differenza fra la "nazista" Olanda e la "cattolica" Italia
e' questa: il genitore olandese potra' ottenere lo stacco della spina dopo
averne parlato con medici, psichiatri, esperti di bioetica e solo dopo
l'autorizzazione di una commissione medica ad hoc; il genitore italiano lo
fara' (e lo fa gia' ogni giorno) in totale clandestinita', con l'aiuto di
un medico o farmacista amico, senza alcun tipo di controllo.
Sul tema del fine vita (che, aihme', riguarda tutti, ma proprio tutti) si
e' legiferato non solo in Olanda, ma anche in Belgio, in Svizzera, e negli
Stati Uniti, dove si discute di suicidio assistito nei parlamenti di sette
Stati. Non solo. Il dibattito e' aperto da anni anche in molte chiese
cristiane (la Chiesa Cattolica non ha l'esclusiva sui testi sacri): quella
Avventista, quella Valdese, quella Evangelista, per fare alcuni esempi. In
Italia, siamo condannati invece a qualche occasionale scintilla di
riflessione che nasce dalle zuffe politiche, per poi spegnersi
immediatamente. Piu' che un dibattito sull'eutanasia, in questi giorni
abbiamo assistito all'eutanasia di un dibattito.
L'unica eccezione ci pare essere senza dubbio la neonata Rosa nel Pugno e
l'Associazione "Luca Coscioni", che ha proposto una indagine fra i medici
italiani per comprendere quanto sia esteso il fenomeno dell'eutanasia
clandestina, anche infantile, nel nostro Paese. Che poi si chiami
eutanasia o "infanticidio", come vorrebbero i Giovanardi, non cambia
niente. Il fenomeno esiste gia', e grazie alla deficienza legislativa del
nostro Paese, e' un fenomeno oggi clandestino, diffuso, incontrollato e
-in questa forma si'- a volte realmente infantic
Indice
23/03/2006 L' Eutanasia di un Dibattito Sono passati sei giorni dalle dichiarazioni con cui il ministro Carlo Giovanardi aveva definito 'nazista' la legislazione olandese sull'eutanasia. Quelle affermazioni cosi' rumorose, a dirla tutta, avevano suscitato...
01/04/2006 L'Eutanasia di un Dibattito (2) Dei 200.000 bambini nati in Olanda ogni anno, circa 1.000 muoiono nel primo anno di vita. Per circa 600 di questi neonati, il decesso e' preceduto da una...
17/04/2006 Eutanasia di un dibattito (3) Nei giorni scorsi avevo preso spunto dall'interpretazione che il quotidiano Il Foglio, il ministro Carlo Giovanardi ed altri avevano dato di questa frase...
Pagina Eutanasia Eutanasia: Vita e Morte
|