Interrogazione a risposta immediata, presentata dall'on. Donatella
Poretti, della Rosa nel Pugno, al ministero della Salute, che
rispondera' in commissione Affari Sociali giovedi' 28 settembre
PREMESSO CHE:
- La cronaca degli ultimi giorni ha registrato un dibattito
sull'eutanasia a partire dal caso di Piergiorgio Welby, malato di
distrofia muscolare, co-presidente dell'associazione Luca Coscioni,
che ha scritto una lettera al presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano per sollevare la necessita' di una "morte opportuna"
trovandosi oggi nella situazione di vivere cio' “che non è più vita
ma solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle
funzioni biologiche…". " In Italia, l’eutanasia è reato, ma ciò non
vuol dire che non “esista”: vi sono richieste di eutanasia che non
vengono accolte per il timore dei medici di essere sottoposti a
giudizio penale e viceversa, possono venir praticati atti eutanasici
senza il consenso informato di pazienti coscienti. Per esaudire la
richiesta di eutanasia, alcuni Paesi europei, Olanda, Belgio, hanno
introdotto delle procedure che consentono al paziente “terminale” che
ne faccia richiesta di programmare con il medico il percorso di
“approdo” alla morte opportuna. Una legge sull’eutanasia non è più la
richiesta incomprensibile di pochi eccentrici. [...]
Il mio sogno, anche come co-Presidente dell’Associazione che porta il
nome di Luca, la mia volontà, la mia richiesta, che voglio porre in
ogni sede, a partire da quelle politiche e giudiziarie, è oggi nella
mia mente più chiaro e preciso che mai: poter ottenere l’eutanasia.
Vorrei che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità
che è concessa ai cittadini svizzeri, belgi, olandesi. "
- Nella sua risposta il presidente Giorgio Napolitano ha scritto:
"raccolgo il suo messaggio di tragica sofferenza con sincera
comprensione e solidarietà. Esso può rappresentare un’occasione di non
frettolosa riflessione su situazioni e temi, di particolare
complessità sul piano etico, che richiedono un confronto sensibile e
approfondito, qualunque possa essere in definitiva la conclusione
approvata dai più. Mi auguro che un tale confronto ci sia, nelle sedi
più idonee, perché il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il
silenzio, la sospensione o l’elusione di ogni responsabile
chiarimento".
- Pur non avendo una legge in Italia che regolamenti l'eutanasia e
neppure il testamento biologico, in molte occasioni si è ribadito il
diritto del paziente a rifiutare la terapia, anche se questo può
comportare la morte. Inoltre, si individua nel consenso della persona
l'unico fondamento giuridico posto alla base della liceita' dell'attivita'
medica: non riconosce ad essa altra legittimazione se non la volonta'
della persona.
- Premessa l'esistenza, nella nostra Costituzione, del diritto
dell'incapace, come di chiunque altro, a non esser destinatario di
trattamenti sanitari che non abbia voluto prima che si verificasse la
causa di incapacita'. Diritto ripreso anche nella Convenzione di
Oviedo secondo la quale (art. 9) il medico deve tener conto dei
desideri precedentemente espressi dal paziente quando si trova in una
situazione di incapacità di intendere e di volere.
- Essendo lucido e cosciente, Piergiorgio Welby se lo vorra' potrà
chiedere ai medici di sospendere la terapia, cioè la ventilazione
meccanica, in accordo con le norme sul consenso informato e con le
previsioni della Convenzione di Oviedo. In caso di richiesta
esplicita, toccherebbe ai medici motivare un eventuale rifiuto,
aprendo la strada ad un pronunciamento della magistratura.
- Che alcuni studi pubblicati su riviste mediche autorevoli, come The
Lancet, hanno messo in luce che in Italia e' praticata
clandestinamente l'eutanasia passiva ed attiva, anche su neonati; e
che spesso questa e' praticata senza il consenso dei pazienti e/o dei
loro tutori legali, anche per l'assenza di una legge sulle
dichiarazioni anticipate di trattamento. A seguire alcuni studi sulla
pratica dell'eutanasia in Italia.
* Lancet 355 (2000): 2112-18:
il 45% dei neonatologi italiani interpellati ha deciso di non
somministrare alcun trattamento di sostentamento vitale (es.
respirazione meccanica); il 52% ha deciso di non praticare manovre di
rianimazione; il 78% ha deciso di non aggiungere altri trattamenti
anche se necessari ai fini dell'allungamento della vita; il 34% ha
deciso di non somministrare farmaci salva-vita; il 28% ha deciso di
cessare la respirazione meccanica; il 32% ha deciso di somministrare
farmaci per alleviare il dolore anche se potenzialmente letali; il 2%
ha deciso di somministrare farmaci con l'intenzione di terminare la
vita.
* Clinical Care Medicine, volume 27(8), August 1999, pp 1626-1633:
il 13% dei medici italiani di rianimazione ha somministrato sostanze
con l'intento di accelerare il processo di morte.
* The Lancet, volume 362 (9381):345-50, 2003:
il 23% dei decessi e' stato preceduto da una decisione medica sul fine
vita.
* Nederlands Tijdschrift voor Geneeskunde, volume 147 (37), 13
September 2003, pp. 1800-1807:
1% dei medici italiani ha iniettato sostanze con l'intento di
accelerale il processo di morte.
PER SAPERE:
1. Cosa intende fare il ministro, anche a seguito dell'impegno del
Governo dichiarato per la lotta al dolore, per far rispettare il
principio assoluto del rispetto della volonta' della persona.
2. Se il ministro intende appurare, con una indagine conoscitiva, se e
quanto e' praticata in Italia l'eutanasia clandestina passiva ed
attiva, volontaria ed involontaria.
Archivio Eluana Englaro
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