Per combattere le lobbies delle fonti fossili, rifiutare il
terrorismo, rilanciare la democrazia e la pace. è necessario lottare per
un buon accordo globale sul clima.
La manifestazione di Roma è stata una
delle più frequentate con 20.000 persone in piazza.
Si è trattoto di uno dei 2300 eventi in tutto della Global
Climate March, la più grande mobilitazione della storia contro i
cambiamenti climatici, per chiedere
ai governi di sottoscrivere a Parigi un accordo legalmente
vincolante, contro i cambiamenti climatici.
Nel vertice delle Nazioni Unite che si sta svolgendo in questi giorni a
Parigi (30 novembre/11 dicembre), si dovrà definire il nuovo accordo
internazionale sul clima per cui l' anno 2015 diventa importantissimo per il
futuro del pianeta.
I punti principali sono:
1) Impegnarsi in ogni modo a ridurre le emissioni di gas serra
2) Aiutare i territori maggiormente colpiti dall'effetto devastante
dei mutamenti climatici
3) Portare avanti uno sviluppo SENZA fonti non rinnovabili (fonti
fossili)
“Le rivoluzioni cominciano dalle persone, non dai politici. Dobbiamo essere a
capo della rivoluzione, non dobbiamo solo seguirla, e portare i leader con noi”
– Riken Patel (Avaaz.org)
Anche l' Università Verde ha diffuso un opuscolo:
SI’ A UN FUTURO 100% RINNOVABILE STOP A CARBONE, PETROLIO E
GAS!
Il 30 Novembre i rappresentanti di 190 Paesi si riuniranno a Parigi per
prendere decisioni sul futuro del clima, del Pianeta e dei suoi abitanti.
Oggi in tutto il mondo si marcerà per chiedere ai potenti della terra, in
modo netto e chiaro, di ridurre le emissioni di CO2 prima che sia troppo tardi,
per contenere l'aumento delle temperature globali e scongiurare conseguenze
catastrofiche.
Così come il terrorismo, anche il cambiamento climatico rappresenta una sfida
per l'umanità intera, una sfida che è possibile da vincere, perché entro il 2050
il Pianeta è in grado di soddisfare interamente il proprio fabbisogno energetico
con fonti rinnovabili.
L’obiettivo è, quindi, che i leader mondiali giungano a un accordo
giuridicamente vincolante che ponga la soglia dell’aumento del riscaldamento
globale non oltre i 2°C entro il 2050. Se si superassero i 2°C di riscaldamento
globale, il livello del mare aumenterebbe di 5 metri entro il 2065.
Con un aumento di 4°C sarebbero a rischio i paesi del Mediterraneo, del Nord
Africa, del Medio Oriente e dell’America Latina.
Se a questo aggiungiamo altre variabili, quali le guerre per l’accaparramento
delle risorse naturali, il consumo di suolo, la carenza di risorse idriche, la
cementificazione dei territori ed altro, le conseguenze sulla parte più indifesa
delle popolazioni potrebbero essere enormi, tanto da provocare una vera e
propria crisi umanitaria, che creerebbe centinaia di milioni di profughi.
Le conseguenze drammatiche del riscaldamento climatico ci riguardano davvero
da vicino. I dati dicono che in Italia gli eventi climatici estremi sono passati
da circa 15 nel 2006, a 314 nel 2013. In ogni caso, intensificazione di fenomeni
meteorologici estremi, tendenza alla tropicalizzazione delle zone a clima
temperato come l’Italia, diffusione di fenomeni meteorologici tropicali (quali i
tornado, per esempio), desertificazione, siccità, scioglimento dei ghiacci
(alpini e artici), innalzamento del livello dei mari, diffusione di specie non
autoctone ed infestanti (nel mare e sulla terraferma), diffusione di malattie
tropicali, ecc. sono tutti fenomeni che colpirebbero direttamente o
indirettamente anche noi.
Questa Conferenza non può fallire e il rischio c’è, considerando il
clima di terrore che si è creato e, soprattutto, gli impegni finanziari per le
nuove guerre.
Oggi siamo in piazza per far sentire anche la nostra voce, per la difesa del
Pianeta, dei beni comuni, della nostra vita e, non ultimo, contro il terrorismo,
per la pace.
UNIVERSITA’ VERDE – Torre Del Greco
Info Ambiente