Viviamo il mare - Presa diretta del 15/03/2015

Dal gruppo ONDA si riportano le considerazioni del dott. Raffaele Attardi, frutto del lavoro comune svolto la
settimana scorsa, con l' augurio che possano essere utili per proseguire nella
iniziatava, avviata con tanta efficacia da Laura Cuomo. Le foto saranno pubblicate a parte,
manteniamoci sulla cresta dell'onda
1) Il Ciclo dell’acqua
L’acqua è una risorsa che non si consuma, infatti come molti sanno cade dal
cielo dove si trova sotto forma di nubi o più in generale di vapore , scorre
attraverso la terra fino al mare e poi , grazie all’evaporazione ritorna nel
cielo .
E’ indispensabile alla vita, ma se durante questo ciclo viene contaminata, può
arrecare danno
Di seguito prenderò in esame singoli aspetti del ciclo delle acque ,
evidenziando per ciascuno lo stato in cui si trova , le situazioni di degrado
e le possibili soluzioni. Farò spesso riferimento alla situazione di Sorrento,
inserendo anche foto prese da internet per evidenziare singoli aspetti di
questa problematica. Farò frequentemente riferimento a quello che accade a
Sorrento, unicamente perché quella è la situazione che conosco meglio , ma la
problematica è comune a tutta la penisola sorrentina , perciò questa nota deve
intendersi un documento aperto e chiunque voglia partecipare alla sua
integrazione non deve far altro che contattarmi e sarò ben lieto di
riscriverla a più mani .
2) L’approvvigionamento idrico
Nella storia della Città di Sorrento, l’approvvigionamento idrico e le opere
idrauliche hanno avuto sempre una grande rilevanza .Sorrento ,i fin dai tempi
dei Romani era dotato di un efficiente sistema raccolta deposito e
distribuzione delle acque sorgive come testimonia la presenza delle Piscine
Romane , comunemente chiamate i Cisternoni, due enormi depositi capaci di
raccogliere l’acqua , provenienti dalle sorgenti locali e garantire così un
regolare distribuzione della stessa alla Città.
Anche Ferdinando II, centinaia di anni dopo , è intervenuto per garantire
l’approvvigionamento idrico ,emettendo un Regolamento per la integrità e
destinazione delle Sorgenti e dei Canali ed Acquedotti delle acque potabili
dei Comuni di Sorrento , di Piano e di Meta .
Questa continua cura nell’approvvigionamento delle acque è stata manifestata ,
non solo con la realizzazione di imponenti opere , ma anche con l’acquisto
delle sorgenti ,tutte divenute pubbliche , ultima quella della Neffola a via
Capo di Sorrento : questo ha consentito nel 1931 a Silvio Salvatore Gargiulo
(. Saltovar ) di poter affermare trionfalmente che dal 1850, precedendo di
quasi due secoli gli attuali referendum sulla proprietà pubblica dell’acqua ,
che la città si era resa completamente autonoma, come si può leggere dagli
atti ufficiali da lui esposti nella pubblicazione .
Poi è stato costruito l’acquedotto del Serino e l’acqua si è cominciato ad
approvvigionare l’acqua prevalentemente da Fontana Grande di Castellamare e
dai pozzi di Gragnano .
Questa grande opera , che ha comportato innegabili benefici, purtroppo come
spesso accade , è stata realizzata senza preoccuparsi d’integrarla con quelle
esistenti,
E così sono stati abbandonati quasi tutte le sorgenti , incluso quella della
Neffola ., la vecchia di rete adduzione i Cisternoni e la vecchia rete di
distribuzione , senza pensare che si trattava di un grande patrimonio
pubblico, non solo di valore storico, ma che ancor oggi potrebbe costituire un
valida risorsa idrica per molteplici usi ( antincendio, irrigazione, acque
industriali ) .. All’abbandono ha fatto seguito l’occupazione e l’uso di
alcune di queste risorse da parte di privati . Ricostruire la storia
dell’acquedotto della penisola sorrentina , almeno dal 1930 della memoria di
Saltovar , sarebbe estremamente utile, per recuperare questa importante
memoria della nostra Città e ritornare ad una corretta gestione delle nostre
risorse idriche .
In attesa che ciò accada dobbiamo accontentaci del fatto che l’acqua continua
a fluire ,creando scenari d’incomparabile bellezza.
Foto della Sorgente della Neffola a via Capo Sorrento
3 ) Le rete fognaria
Una moderna rete fognaria è caratterizzata dalla presenza di due distinte reti
, una per la raccolta delle acque bianche , ovvero prevalentemente quelle
pluviali , l’altra per la raccolta delle acque nere , ovvero quelle fognaria .
Le due reti devono essere distinte perché se le acque bianche si mescolano a
quelle nere , nei periodi di piaggia la rete delle acque nere diventa incapace
di accogliere il surplus e tracima a mare, con conseguente inquinamento delle
acque marine .
Viceversa se le acque nere vengono fatte confluire nella rete delle acque
bianche ( che confluiscono a mare senza trattamenti ) contaminano le stesse e
quindi il mare .
Inoltre anche la rete delle acque bianche dovrebbe essere dotata di
accorgimenti per evitare che quelle che sono dette tecnicamente acque di prima
pioggia o l’onda di piana che si genera dopo un temporale, trascini tutto a
mare .
A giudicare da quello che oggi si vede , in molte parti della penisola
sorrentina le due reti non sono separate. Basta una giornata di pioggia per
vedere nascere cascate a mare .provenienti dai troppo pieni della fogna , o
fiumi di fango e contaminanti .
Per quanto riguarda la fogna nera , è stato realizzato un tunnel di
raccolta delle acque fognarie che porta la maggior parte dei liquami dei
Comuni da Sorrento a Vico Equense, canalizzando lo scarico in una condotta
sottomarina ed evitare di scaricare a mare lungo il litorale.
Questo almeno in teoria: se venisse istallata una telecamera all’interno del
tunnel per registrare quello che accade dopo ogni giorno di pioggia è molto
probabile che ci accorgeremmo che il tunnel fa acqua da tutte le parti , la
condotta spesso s’intasa, con il conseguente sversamento di liquami dai troppi
pieni e dagli sfiori direttamente a mare .
E’ perciò evidente che , prima ancora della realizzazione dell’impianto di
depurazione è necessaria un riesame completo della rete delle acque bianche e
delle acque nere
3 ) La depurazione delle acque
In conclusione ad oggi , tutto ciò che scorre, fra Sorrento e Vico Equense,
finisce a mare senza alcun trattamento , ad eccezione di una piccola parte dei
liquami che arriva allimpianto di depurazione di Marina Grande . stiamo
facendo come quel padrone di caa , che dopo aver spazzato , nasconde la
polvere sotto al tappeto .
Questo perchè dopo 40 anni non è stato ancora realizzato l’impianto di
depurazione di Punta Gradelle , condizione necessaria , anche se non
sufficiente , per i motivi che abbiamo visto prima , per ridurre la
contaminazione del mare .
Sono tanti gli attori intervenuti in questa vicenda Ministero dell’Ambiente,
Regione Campania , Commissariato di Governo Amministrazioni Locali , AtO ,
Gori .Quotidiani Nazionali, Magistratura .tutti bravi attori , ma è mancato
finora il protagonista ., ovvero qualcuno che si mettesse la faccia, assumendo
l’impegno di completare l’opera .
E non sappiamo percò a che consegnare il premio per l’opera incompiuta che
resiste da più lungo tempo in Italia .
Sarebbe il caso di mettere fuori al cantiere, invece che la data di
completamento, lo stesso cartello che c’è fuori ad un pub di Sorrento e che
dice : birra gratis ‘ domani’ .
4) Lo stato dell’inquinamento marino
In conseguenza di tutte le inefficienze elencate ( ma anche per lo stato
generale del Golfo di Napoli ) la Qualità delle acque del mare della penisola
sorrentina peggiora di anno in anno .
Ci sono molti indici che concorrono a determinare questo giudizio : la
trasparenza delle acque è in continua diminuzione , si formano sempre più
frequentemente schiume e la torbidità è in continuo aumento . Questi fattori
se non poco investigati , sono quanto meno poco pubblicizzati, anche perché
non incidono sulla giudizio relativo alla balneabilità, e invece andrebbero
tenuti maggiormente in conto perché sono indice di una modifica irreversibile
dell’ambiente marino, con la conseguente distruzione della biodiversità ,
possono preludere a fenomeno come l’eutrofismo , ovvero la proliferazione
incontrollata di alghe e mucillagini, e sono indice di un progressivo accumulo
di contaminanti, trasferibili attraverso la catena umana anche all’uomo con
conseguente rischio per la salute pubblica.
In realtà quello che colpisce ed allarma maggiormente l’opinione pubblica è
solo il divieto di balneazione , che viene decretato prevalentemente quando si
supera la soglia di batteri patogeni, prevista dalla legge . Tradotto in
parole semplici , il degrado viene accettato , fino a quando il mare non
diventa una fogna a cielo aperto.
A questo punto però è troppo tardi per recuperare la qualità delle acque e ci
si deve accontentare, per motivi economici , del recupero della balneabilità
ottenuto attraverso la ripetizione di analisi ed il conseguente balletto di
cifre teso a dimostrare una idoneità , che è spesso solo temporanea.
5) Le azioni da proporre
Risulta evidente che per gestire correttamente il ciclo delle acque, bisogna
risolvere tutte le criticità evidenziate .
- Recuperare l’uso delle sorgenti locali e le vecchie strutture e destinarle
all’uso non potabile, riducendo così il consumo dell’acqua potabile , sempre
più costoso .
- Razionalizzare la rete fognaria separando le acque bianche da quelle nere
- Predisporre idonei sistemi di trattamento per le acque bianche, prima del
loro scarico a mare e di pretrattamento delle acque fognarie , prima del
convogliamento nel collettore consortile
- Realizzare l’impianto di depurazione di Punta Gradele Monitorare lo stato
delle azioni intraprese
- Migliorare il monitoraggio dello stato del mare, senza limitare il piano di
controlli alla sola ricerca dei batteri .
Per attuare tutto questo è importante, come si è dimostrato nel caso dei
rifiuti , il coinvolgimento , la sensibilizzazione e la partecipazione dei
Cittadini e della Associazioni. Anche qui infatti vale un detto che da anni ho
introdtto in penisola : per tenere pulito basta non sporcare .
Tutti abbiamo il dovere di assumere atteggiamenti responsabili per ridurre il
consumo di acqua ed carico inquinante dei liquami.Le associazioni
ambientaliste hanno il compito di introdurre e sostenere questa cultura .Gli
imprenditori devono considerare la produzione dei liquami come uno di tanti
aspetti della loro attività e gestirli correttamente prima di conferirli alla
reta fognaria
Siamo già pronti a questo come dimostra l’alto numero di adesioni ( oltre 2000
in 5 giorni ) che ha ricevuto il nostro gruppo Facebook ‘ La Grande Onda ‘
creato per portare avanti questa problematica , o le inziative di alcuni
imprenditori lungimiranti che puntano ad un turismo sostenibile e a rifiuti
zero.
Quello che manca è qualcuno che ci metta la faccia , ovvero assuma il compito
di dre continuità a queste iniziative . E deve far parte della nostra Comunità
. L’AtO 3 è troppo grande e disomogenea per svolgere questo assumesi questo
ruolo e la GORI è una società privata , Gia Adriano Olivetti, uno dei più
lungimiranti politici italiani. ammoniva 50 anni fa, sulla necessità di non
affdarsi a Enti troppo grossi o peggio a privati per amministrare il
territorio per la difficoltà in queste condizioni di tenere sotto controllo
gli interessi delle lobby dei politici , interessati ad accrescere il loro
consenso mediante le assunzioni , e quelli deii gruppi economici , interessati
a spartirsi consulenze e lavori.
Anche qui ci vuole qualcuno della nostra Comunità che ci metta la faccia e che
costringa tutti gli interlocutori a sedersi periodicamente intorno ad un
tavolo per rendere conto di quello che stanno facendo e che informi
correttamente i Cittadini dei progressi ottenuti e dello stato della qualità
del mare. Il Sindaco Gennaro Cinque e l’assessore Elefante , di Vico
Equense, abbattendo il mostro di Alimuri, hanno dimostrato che quando si vuole
e quando si hanno le capacità , si trovala strada per realizzare il miracolo .
I motivi per intervenire non mancano: la Penisola Sorrentina vede di anno in
anno aggravarsi i rischi alla salute causati dalla immissione dei liquami
direttamente a mare, ed il danno economico causati dal degrado del mare , i
rischi finanziari causati da una dissennata politica di gesione delle acque,
perciò chiunque dei Sindaci ( meglio se delegato da tutti gli altri), può
intervenire , anche con poteristraordinari e senza chiedere autorizzazione a
nessuno per salvaguardare la nostra Comunità .
Aspettiamo chi si faccia avanti per sostenerlo a braccia aperte .
Raffaele Attardi
Anche a Torre del Greco sono stati denunciati problemi del troppo pieno, ultimo dei quali in via Calastro: dopo la denuncia degli attivisti con un video e poi con un album fotografico, è avvenuto un incontro con il sindaco che ha affermato che non gli risultava niente di tutto quanto detto, insomma lo stesso problema a Meta lo stanno risolvendo, a Torre del greconon se ne parla proprio.
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